31 maggio 2010

Comunicato della famiglia di Angela Lano

Malgrado le varie agenzie stampa italiane ripetano che gli italiani sequestrati dalle autorità israeliane "stanno bene", la famiglia di Angela Lano, direttrice di Infopal.it, informa che la Farnesina e l'Ambasciata d'Italia in Israele non sono in possesso di informazioni al riguardo.

I cittadini italiani a bordo della Freedom Flottilla sono pertanto "spariti" a tutti gli effetti.

Il porto di Ashdod, infatti, dove sono state condotte la navi della Freedom Flotilla, è stato dichiarato "zona militare" dalle autorità israeliane e nessuno può entrarvi, tanto meno i giornalisti.

Israele si rifiuta inoltre di fornire la nazionalità dei sequestrati, pertanto le stesse ambasciate in Israele non possono comunicare alcuna informazione precisa al loro riguardo.

www.infopal.it

Pirati e terroristi!

Comunicato di Sinistra Critica

I militari israeliani questa notte hanno attaccato il convoglio di navi “Freedom Flotilla” che trasportava pacifisti internazionali intenzionati a rompere l’illegale e criminale blocco israeliano della Striscia di Gaza.

L’attacco israeliano - che ha provocato almeno 19 morti e oltre 60 feriti – è un vero e proprio atto terroristico e di pirateria internazionale, con l’obiettivo di spaventare definitivamente i volontari internazionali dopo aver terrorizzato già la popolazione della Striscia di Gaza distrutta con i bombardamenti dell’operazione “Piombo Fuso” del dicembre 2008/gennaio 2009 e tenuta da molti anni sotto embargo e blocco anche navale.

Un atto ancora più odioso in primo luogo perché condotto contro navi dichiaratamente pacifiche, come del resto avviene ogni giorno contro le barche dei pescatori di Gaza affamati dalla politica israeliana, e in secondo luogo se si pensa che Israele partecipa insieme agli altri paesi della Nato – tra i quali l’Italia – alle operazioni “antiterrorismo” nel Mediterraneo e alle missioni contro la pirateria navale.

Questo attacco dimostra ancora una volta che Israele rappresenta uno dei principali pericoli nel Mediterraneo stesso e che senza la libertà ed una soluzione giusta per i palestinesi non ci sarà pace e giustizia in Medioriente.

È ormai intollerabile l’impunità dei governi israeliani, che si sono macchiati in questi anni di diversi crimini di guerra e contro l’umanità e che sono protetti e sostenuti dai governi occidentali – che continuano altrettanto impunemente a commerciare armi con Israele, a fare ricerca bellica comune, a collaborare con la costruzione del Muro dell’Apartheid in Cisgiordania, ad accettare (e supportare) l’illegale blocco di Gaza e a colpevolizzare la resistenza palestinese dei mancati “passi verso la pace”.

Non ci aspettiamo quindi nulla dai governi della Nato – complici dell’occupazione e dei crimini israeliani – mentre riteniamo che vada rilanciata una campagna di solidarietà con il popolo palestinese anche attraverso il boicottaggio dell’economia israeliana, per imporre sanzioni dal basso e la rottura dei rapporti diplomatici e militari dei paesi europei con Israele.

Sinistra Critica partecipa alle manifestazioni che in diverse città italiane sono state organizzate oggi per protestare contro la pirateria e il terrorismo israeliano e invita tutte/i a costruire altre iniziative per mettere fine all’occupazione israeliana della Palestina.

Israele attacca la Freedom Flottilla

Il muro della disoccupazione, della povertà e della miseria deve cadere!

Il muro della disoccupazione, della povertà e della miseria deve cadere!

Una sola soluzione: lavoro e reddito per tutte e tutti!

Nel 2010 mobilitiamoci in tutta Europa e manifestiamo insieme a Bruxelles!


La disoccupazione esplode di nuovo in tutti i paesi, con il suo corredo di povertà e miseria. I governi e i padroni, anche in periodi di crisi, continuano con le politiche liberiste come se nulla fosse. Per superare la crisi tolgono ai lavoratori, ai disoccupati e ai poveri per dare ai ricchi! Chi paga sul serio le tasse paga il salvataggio degli speculatori e delle banche.

I padroni e i governi si rifiutano sempre di distribuire il lavoro disponibile riducendo l’orario di lavoro: lavoriamo meno e meglio per lavorare tutte e tutti. Essi rifiutano di distribuire le ricchezze prodotte: queste ci sono e a sufficienza per tutte e tutti, ma solo gli azionisti le accaparrano, insieme ai guadagni di produttività e ai profitti. I padroni e i governi rifiutano la creazione di posti di lavoro utilizzando le ricchezze prodotte dal nostro lavoro per investirle in priorità economiche, sociali ed ecologiche. A testa bassa preferiscono lasciare tutto alla logica del mercato che incrementa le diseguaglianze e si sottomettono ai diktat delle banche.

L’Unione Europea aveva proclamato il 2010 “anno europeo di lotta contro la povertà e l’esclusione sociale”. Ma, anche in piena crisi, non cambia nulla: continuano gli attacchi ai disoccupati e ai poveri, i licenziamenti e le delocalizzazioni, l’estensione del lavoro precario, la privatizzazione dei servizi pubblici. Al contrario, di fronte a circa 100 milioni di europei che vivono sotto la soglia di povertà non si vogliono toccare i privilegi del capitale: adesso basta!

Ecco perché noi organizziamo per l’autunno del 2010 in tutta Europa iniziative, manifestazioni e marce che si concluderanno a Bruxelles il 17 ottobre, “giornata mondiale di lotta contro la miseria”, nel corso della presidenza belga dell’Unione Europea.

Noi siamo lavoratori, disoccupati, uomini e donne, giovani e anziani, migranti, sans papiers, senza casa, con alloggi fatiscenti, poveri. Noi siamo solidali con le nostre sorelle e i nostri fratelli di tutto il mondo: quindi rifiutiamo un’Europa fortezza. Che i nostri paesi siano o no membri dell’Unione Europea, noi lotteremo insieme per uguali diritti. Noi rifiutiamo le politiche neoliberiste globali che l’UE tenta di imporre a tutto il continente:



- per un’Europa sociale e dei diritti: i diritti dei cittadini, come il diritto al lavoro, al reddito, alla casa, alla salute, a un’alimentazione sana, alla cultura devono essere al centro dell’unificazione europea. Questi diritti non possono dipendere dalle sole leggi del mercato. Contro il dumping sociale, noi rivendichiamo in particolare leggi europee, direttive, che impongano un reddito sociale adeguato in ogni stato in base alla ricchezza del paese, così come un salario minimo in ogni stato in base alle specifiche dinamiche dei redditi da lavoro. Leggi europee in tutti gli stati per la convergenza dei diritti verso l’alto;

- per una ripartizione effettiva delle ricchezze: noi rivendichiamo una politica fiscale giusta per favorire investimenti a sostegno dei bisogni sociali ed ambientali e per creare posti di lavoro di qualità. Noi sosteniamo la rivendicazione di una tassa sulle transazioni finanziarie, obiettivo dei movimenti sociali europei come simbolo della necessaria redistribuzione delle ricchezze;

- per il diritto al lavoro e a un reddito per vivere. I licenziamenti non sono la soluzione. Noi rivendichiamo la distribuzione del lavoro esistente tra tutti e tutte, attraverso la riduzione d’orario a parità di salario e con impieghi compensativi. La riconversione urgente dell’economia in direzione di un’economia sostenibile, rispettosa dei diritti sociali e ambientali non sarà mai data senza garantire ai lavoratori – occupati o disoccupati - un reddito, una formazione professionale permanente e un futuro lavorativo stabile;

Ovunque, per tutti e tutte, esigiamo il diritto a vivere e non a sopravvivere! Chi semina miseria, raccoglie rabbia! Per un’altra Europa, per un altro mondo!

Rete delle Marce europee contro la disoccupazione, la precarietà e l’esclusione sociale –

F.S.E. Berlino 29-31 gennaio 2010 http://euromarches.wordpress.com/ info: d240762@libero.it

29 maggio 2010

Crimini nazisti: tagliare per dimenticare


di Alessandro Portelli
Hanno ragione Berlusconi e Tremonti: il Museo della Liberazione di via Tasso a Roma è un ente inutile, anzi dannoso. Dannoso, in primo luogo, per motivi sanitari e di immagine. Che figura ci facciamo, nel terzo millennio, a mettere un museo dentro un ex carcere (nazista), poco salubre perché le finestre sono ancora murate come le avevano lasciate Kappler e Priebke, e indecoroso perché non si è ancora provveduto a ripulire i muri dei graffiti lasciati dagli ospiti involontari che ci hanno trascorso mesi e giorni (spesso gli ultimi) della loro vita? Roba da terzo mondo, diranno all'estero.
E inutile. Il Museo della Liberazione non si vede mai in televisione.
Non dà appalti, non organizza Grandi Eventi, non offre ben retribuiti posti in consigli di amministrazione, non è lottizzato ai partiti politici e non distribuisce appetibili consulenze. Che esempio diamo ai giovani? Pensate che costa solo cinquantamila euro e ci lavorano tutti gratis meno il custode. Quasi immorale, si direbbe.
E ancora, dannoso perché coltiva argomenti sgradevoli di un passato sul quale sarà bene mettere una pietra sopra in nome del futuro, della riconciliazione e dell'ottimismo obbligatorio. L'ultima volta che ci sono stato, accompagnando studenti e docenti di un'università americana che non avevano la minima cognizione di che storia contemporanea avesse la città in cui si trovavano, ho visto che si sono fatti un'immagine di Roma poco turistica e poco consumistica. E questo non possiamo permetterlo. Certo, gli studenti americani e italiani di quel giorno (e le migliaia che ci passano nel corso dell'anno) sono anche venuti a sapere che in Italia c'erano persone di ogni idea politica e di ogni classe sociale che hanno pagato col carcere, con le torture e in tanti anche con la vita la loro volontà di essere liberi e di dire di no al potere. Un brutto esempio anche questo, per le giovani generazioni.
Non ne parliamo più, insomma. Nell'immediato dopoguerra, le vedove degli uomini uccisi alle Ardeatine giravano per Roma in gramaglie, in cerca di un modo per sopravvivere con le loro famiglie. In tante hanno raccontato che la città ne aveva pena, ma non se le voleva vedere intorno. Davano fastidio e danno fastidio ancora adesso perché, come via Tasso, ricordano il dolore e la sofferenza a un paese che ha il dovere di non vederli. A metà anni '50, per non turbare le relazioni con la Germania nostra alleata nella guerra fredda, tutte le carte dei processi contro i criminali nazisti furono chiuse in un armadio che venne nascosto in uno scantinato; oggi si compie l'opera: con lo scopo dichiarato di «mettere fine alle tensioni nei rapporti internazionali», il governo azzera per decreto tutte le rivendicazioni che familiari delle vittime delle stragi e perseguitati dal nazismo hanno avanzato nei confronti del governo tedesco. Come se le tensioni con Angela Merkel e il suo governo riguardassero i quattro soldi di persone che hanno sofferto ferite terribili, e non poste in gioco assai più alte e problematiche. Davvero, l'ordine è stato eseguito, la pace è ristabilita, e regna il silenzio.
Sono tante le cose di cui non si parla più in questo paese. Le isole di autonomia nella televisione pubblica, gli enti (anch'essi «inutili») che svolgono riflessioni e proposte non subalterne in campo economico, e soprattutto la scuola che, dicono, meno ci stanno i ragazzi e meglio è.
Giustamente, si è parlato di un attacco alla memoria; ma quello a cui assistiamo è un attacco generalizzato all'intelligenza, alla conoscenza, al pensiero. Non ci sono poche decine di migliaia di euro per il Museo della Liberazione. Nel frattempo Roma si candida per le Olimpiadi del 2020. Se l'amministrazione cittadina avesse un minimo di spina dorsale non si limiterebbe alle parole, ma dovrebbe dire: i soldi ce li mettiamo noi. Perché senza il museo di via Tasso Roma non sarebbe la stessa. Ma forse è questo che vogliono.

il manifesto 28/05/2010

Barak, vecchia guerra con nuove parole


di Tariq Ali
Il documento sulla strategia della Sicurezza nazionale di Obama ha un linguaggio diverso da quello di Bush e Cheney, ma c'è da chiedersi quanto sia grande la differenza in termini di scelte concrete. I cambiamenti che vengono proposti appaiono per lo più cosmetici. «La nostra sicurezza nazionale comincia in casa» è una banalità, simile a «seguiremo da vicino il programma di modernizzazione militare della Cina e ci muoveremo di conseguenza» o «manterremo la superiorità militare che da decenni ha garantito la sicurezza del nostro paese e sostenuto la sicurezza globale». Se l'Iran agisce secondo gli auspici di Washington, allora «potrà procedere lungo un percorso verso una maggiore integrazione politica e economica con la comunità internazionale», altrimenti «perseguiremo una serie di manovre per aumentare il suo isolamento». Sulla questione israelo-palestinese non c'è nessun progresso. Obaman rimane intrappolato in un abbraccio coitale con Netanyahu.
La linea di continuità con Bush è evidente, tranne che sul versante linguistico. Non è più una guerra «contro il terrore», ma una guerra contro al-Qaeda (membri stimati: 2-3000) e i «radicali» nel paese e all'estero. L'amministrazione Obama userà toni emollienti, ma non farà nulla che rompa con le strategie imperiali sviluppate in più di due decenni. Una economia lievemente più regolata all'interno e una ideologia lievemente meno offensiva all'estero è tutto quello che ha da offrire. Sul multilateralismo ci vengono ammanniti i seguenti sermoni: «Mentre l'uso della forza è a volte necessario, esperiremo altre opzioni prima di quella bellica ogni volta che sia possibile, e soppeseremo accuratamente i costi e i rischi dell'azione contro i costi e i rischi dell'inazione. Quando la forza sarà necessaria, continueremo a farne uso in un modo che rifletta i nostri valori e rafforzi la nostra legittimità, e cercheremo un ampio sostegno internazionale, lavorando con istituzioni come la Nato e il Consiglio di sicurezza dell'Onu. Gli Stati Uniti si devono riservare il diritto di agire unilateralmente, se necessario, per difendere la nostra nazione e i nostri interessi, ma cercheremo anche di adeguarci ai criteri che governano l'uso della forza».
In altri termini, combatteremo la guerra delle pubbliche relazioni molto meglio di Bush/Cheney in modo da cercare di tirarci dietro l'Unione Europea e gli altri quando decidiamo di invadere o di bombardare un nuovo paese. Potrebbe sembrare una parodia dal Daily Show. Non c'è nulla nel documento che meriti la parola «progressista». In effetti non ci sono riferimenti all'ordine militare segreto firmato dal generale Petraeus il 30 settembre 2009 che ha autorizzato l'uso di missioni «clandestine» nel Corno d'Africa e nel Medio Oriente e che, secondo il New York Times, «sembra autorizzare specifiche operazioni in Iran». Quest'ordine è stato approvato dal commander-in-chief Obama? Naturalmente. Nel qual caso, qual è la differenza rispetto a Bush?
Gli europei, disperatamente desiderosi di un cambio di direzione a Washington, non l'avranno dal titolare in carica. Tutto quello che avranno saranno delle belle parole concepite per mascherare una brutta realtà. Prima se ne accorgeranno e meglio sarà.
il manifesto 28/05/2010

28 maggio 2010

Una Repubblica che affonda nelle fosse scavate per chi muore sul lavoro


di Maso Notarianni

Tempo fa il ministro La Russa aveva dichiarato che avrebbe mandato i militari nei cantieri per verificare il rispetto delle normative vigenti sul lavoro. Non è successo.

Non solo non abbiamo visto nessun militare in alcun cantiere o fabbrica o campo agricolo. Ma vediamo, nel rispetto delle strazianti sofferenze e con un qualche fastidio per la loro ipocrisia, l'affollarsi delle istituzioni e delle alte cariche dello Stato ai funerali di ragazzi che loro stessi hanno mandato a morire, e lì piangere lacrime di coccodrillo.

L'anno 2008 si è chiuso con 874.940 infortuni sul lavoro e 1.120 casi mortali.
In netto calo rispetto all'anno precedente, e questo è positivo. Ma si tratta sempre di una strage di proporzioni enormi, inaccettabili. Una guerra. E il calo, come dice l'Inail, è dovuto piuttosto al fatto che il periodo di riferimento è stato un momento particolarmente negativo per l'economia italiana sia sul versante dell'occupazione (diminuita dello 0,9% nel primo trimestre e dell'1,6% nel secondo) sia su quello della produzione industriale, calata di oltre il 20%. Se a questo si aggiunge il massiccio ricorso alla Cassa integrazione, appare chiaro come al sostenuto calo della quantità di lavoro effettuata corrisponda, ovviamente, una considerevole flessione dell'esposizione al rischio di infortunio.

E' una situazione che non può essere accettabile per un Paese civile, moderno, chiamatelo come volete. Ma soprattutto è inaccettabile e incompatibile con l'Articolo 1 della nostra Costituzione: L'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro. Oggi l'Italia è una repubblica che affonda nelle fosse entro le quali vengono ogni giorno calate tre bare e mezzo.

E allora chiediamo che a ogni funerale di quella guerra che è il lavoro vada una alta carica dello Stato. Sono tre: un funerale al giorno cadauno, riuscirebbero quasi a coprirli tutti.
Scusate il cinismo, ma magari in questo modo, avendo tutti i giorni impegnati per lavoro, finalmente si decideranno ad affrontare il problema.

www.peacereporter.net

Chomsky, imperialismo Usa primo problema


Questo servizio di Khadra Adawin è il resoconto di un dibattito a Beirut con Noam Chomsky.

Beirut, 27 maggio 2010, Nena News – L’incontro, avvenuto qualche giorno fa a Beirut, con il linguista Noam Chomsky, ha visto la partecipazione di un’ampia e variegata società libanese. In molti, almeno 1500, secondo gli organizzatori, erano curiosi ed interessati nel capire cosa di così «pericoloso» aveva da dire il celebre intellettuale ebreo americano dopo che Israele, qualche giorno prima, gli aveva rifiutato l’ingresso.
Gli argomenti dell’incontro, tanto quanto la partecipazione del pubblico, sono stati molti: Iran, il conflitto israelo-palestinese, Iraq e la politica americana nel Vicino Oriente.
Chomsky, come sempre, è partito dalla genesi stessa del problema. Gli Stati Uniti – ha spiegato l’intellettuale – sono una federazione creata su politiche imperialiste, a cominciare dallo sterminio degli indiani la popolazione originaria d’America. All’inizi della Seconda Guerra Mondiale – ha proseguito Chomsky – gli Stati Uniti, che allora cominciavano ad essere una super potenza, a differenza di Francia e Gran Bretagna, avevano steso un piano di spartizione del mondo con il quale Washington prevedeva una divisione in arie di influenza con la Germania nazista. Ciò che sfuggì allora alla Casa Bianca, fu l’attacco della Russia alla Germania e il conseguente cambio degli equilibri. Con la Guerra Fredda, gli Stati Uniti riuscirono ad avere un ruolo di potere indiscusso nel mondo tramite l’espansionismo imperialista. Da qui, ha sottolineato il linguista americano, deriva ciò che in politica viene chiamata the Mafia Principle, che attua il controllo capillare del territorio sotto la propria influenza impedendo qualsiasi tipo di disobbedienza. Al fine di mantenere il potere: se uno Stato-vassallo disobbedisce, allora lo faranno anche gli altri e, al fine di mantenere il controllo, è necessario soffocare qualsiasi forma di disubbidienza.

Chomsky ha poi parlato dell’Iraq, dove ci sono state forme di disobbedienza anche pacifiche che tuttavia gli Stati Uniti hanno tentato di nascondere, facendo passare una parte di irakeni terroristi e l’altra come un povero popolo in attesa del grande liberatore, l’America, portatrice di democrazia.
E’ difficile, ha aggiunto Chomsky, parlare del Medio Oriente evitando a questione israelo-palestinese: un conflitto che ha visto, nei diversi trattati stipulati sino ad oggi, il soddisfacimento solo delle esigenze di sicurezza della parte israeliana, sostenuta dall’Occidente. La mancanza di volontà politica di un reale cambiamento è stata evidente nel corso degli ultimi 62 anni, ha spiegato l’accademico. Qual’è la soluzione? L’unica auspicabile, per Chomsky, è il cambiamento della volontà politica dei governi, sia di quelli occidentali che di quelli arabi, tramite forti movimenti di opinione pubblica. La campagna BDS (di boicottaggio di Israele) rappresenta un primo passo, ma, Chomsky avverte, potrebbe trasformarsi in una lotta cieca e poco produttiva se correlate ad una mancanza di analisi delle scelte che si effettuano sul boicottaggio stesso. Secondo Chomsky è improponibile il paragone tra l’apartheid del vecchio Sudafrica e l’occupazione israeliana dei territori palestinesi second Chomsky. I bianchi, in Sud Africa, avevano realmente bisogno dei neri per avere manodopera locale, mentre gli israeliani non hanno bisogno dei palestinesi, ha spiegato.

Infine, un tema che in Libano è sempre di attualità: il diritto al ritorno nella loro terra d’origine (oggi Israele) dei profughi palestinesi. Nel Paese dei cedri i palestinesi, ha detto l’intellettuale americano, vivono in condizioni disumane . Non solo non hanno i diritti umani e civili fondamentali, ma non possono nemmeno avere accesso a istruzione e sanità. Il ritorno dei profughi ci sarà, ma gradualmente, e, specifica Chomsky, se il Libano veramente volesse agire per un reale diritto al ritorno potrebbe cominciare da domani stesso, dando loro un istruzione, una sanità adeguata, il lavoro e molto altro.

www.nena-news.com

Argentina '78, i mondiali della vergogna

Argentina '78, a sorpresa spunta Moratti
di Matteo Pucciarelli (Repubblica.it)

ROMA - Per qualcuno sarà la conferma di una sua ben nota attenzione ai temi sociali. Per altri, motivo per fare battute e dietrologie. Massimo Moratti, che quattro giorni fa era a Madrid con la Coppa dei Campioni tra le mani, questo pomeriggio era a Roma, alla presentazione del libro "I Mondiali della Vergogna" (edito da Edizioni Alegre, una casa editrice vicina a Sinistra Critica). Al tavolo dei relatori un altro ospite di eccezione, in quanto autore della prefazione del libro: il pm di Calciopoli Giuseppe Narducci.
Il libro, scritto dal giornalista argentino Pablo Llonto, parla della dittatura dei generali in Argentina e del mondiale vinto in casa nel '78 dalla Selección, in quella che fu una autentica prova di forza e di legittimazione per il regime.

Ma l'arrivo del presidente dell'Inter ha colto tutti di sorpresa, compreso l'ex deputato di Rifondazione Salvatore Cannavò, direttore editoriale di Alegre: "Non ci aspettavamo di vederlo, non conoscendolo personalmente non l'ho certo invitato. Anche se conosco la sua simpatia per movimenti come l'Ezln del subcomandante Marcos...". A fine presentazione saluti calorosi tra Moratti e Narducci, poi via insieme in ascensore e nulla di più. Ai giornalisti increduli di vederlo lì ha solo detto: "Oggi sono in ferie, per favore lasciatemi in pace".

Moratti non è stato il solo interista a interessarsi di Argentina e dittatura militare: il capitano Javier Zanetti ne aveva discusso intervistato proprio dal pm napoletano. Zanetti aveva cinque anni, quando l'Argentina dei generali vinse: "Non è facile dimenticare quello che è successo. Crescendo i miei genitori mi hanno raccontato di quello che stava succedendo allora, io ricordavo solo i festeggiamenti. Quel mondiale riuscì a nascondere quello che stava accadendo davvero nel paese". Per concludere: "La vicenda dei desaparecidos pesa ancora sulla nostra società, se c'è qualcuno che non conosce la verità su quanto è successo adesso ha gli strumenti per capire".

"I Mondiali della Vergogna" è un libro a metà tra sport e politica, che racconta la contraddizione di un paese tra i festeggiamenti per le vittorie e il dramma della repressione e delle migliaia di desaparecidos. Ma il calcio era anche consenso, il binomio tra vittoria e propaganda era occasione troppo ghiotta per lasciarsela scappare, con tutti i sospetti che sin ancora non sono stati fugati: dalla vittoria sospetta per 6 a 0 sul Perù, giusto lo scarto che serviva per la qualificazione alle voci sul doping dei padroni di casa. Fino all'incredibile omaggio al regime del presidente Fifa Joao Havelange che invece di consegnare la Coppa del Mondo ai vincitori lascia la vetrina ai tre generali Videla, Massera ed Agosti.

Infine, una curiosità. Zanetti ha confermato la sua simpatia, e quella del presidente interista Massimo Moratti, per il subcomandante Marcos e l'esercito zapatista di liberazione nazionale (Ezln), i guerriglieri del Chiapas. "Ne abbiamo parlato, su come possiamo aiutare gli zapatisti e quella zona del Messico. Abbiamo capito che bisogna aiutarli, e lo faremo, magari anche attraverso una partita che sia una festa: l'Inter contro gli esclusi del mondo". (27 maggio 2010)

26 maggio 2010

Brutti Caratteri 6


GIOVEDì 28 MAGGIO
Circolo Pink - via Scrimiari 7 - Verona

9.00 | Aperitivo
21.00 | La difficile realtà delle persone gay, lesbiche e trans ugandesi.
Incontro con Kasha Jaqueline Nabagesera, coordinatrice di Freedom and Roam Uganda (Faruganda), gruppo lesbico, trans, bisex di Kampala.
A seguire proiezione di The kuchus of Uganda (“Omosessuali in Uganda”), della svedese Mathilda Piehl.

Freedom and Roam Uganda, nata nel 2003 ad opera di un gruppodi lesbiche stanche di essere continuamente
insultate e minacciate,si batte contro tutte le forme di discriminazione basate sull'orientamentosessuale e
lavora coraggiosamente in un Paese in cui l'omosessualità èconsiderata reato ed è punita con la prigione.
Proprio in queste settimane il parlamento ugandese sta discutendo un disegno
di legge che si propone di "eradicare" l'omosessualità attraverso
l'introduzione di misure repressive pesantissime tra cui la pena di morte
Faruganda ha stabilito nel corso degli anni importanti contatti
internazionali con diversi Paesi occidentali che in questi mesi stannoesercitando forti pressioni,
anche economiche, per evitare l'approvazionedella sciagurata proposta di legge.

L’incasso della serata sarà devoluto in solidarietà a Faruganda. (www.faruganda.org)

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VENERDì 28 MAGGIO
Sala civica E. Lodi - via S. Giovanni in Valle 13b

21.00 | La violenza contro le donne in famiglia e il rapporto con le istituzioni.
Incontro con Daniela Danna, autrice di Stato di Famiglia.
Le donne maltrattate di fronte alle istituzioni (Ediesse 2009). A seguire, proiezione di Il corpo delle donne (2009), documentario di Lorella Zanardo, Marco Malfi Chindemi, Cesare Cantù, sull’uso del corpo della donna in TV; Linda, di Vincenzo Greco (2009); Fallocrazia e corpi di servizio, workshop “antifascismo viola”. (www.danieladanna.it)

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SABATO 29 MAGGIO
Piazza dei Signori - Verona

17.30 | LIBRI CON LE ALI Happening/performance.
Fatti rubare un libro (arriva con te ma se ne può andare con chi vuole)
Un libro non ha bisogno di: permesso di soggiorno, passaporto, cittadinanza, tessera elettorale, nazionalità, permessi, confini, divieti.
Un libro non ha bisogno di essere comprato. Un libro ha bisogno solo di un corpo e di una voce per essere letto.
Una volta le piazze vivevano anche di parole, erano luoghi in cui la cultura e la memoria venivano tramandate.
Oggi sembrano solo spazi vuoti, attraversati di passaggio da chi pare non aver più voglia di essere attraversato. Se pensi che la cultura debba e possa circolare ovunque liberamente tra le persone, ti invitiamo a condividere uno dei tuoi libri preferiti, quello che non hai mai dimenticato, quello che hai perso e ritrovato, quello di cui ti sei innamorato.
Ecco cosa devi fare:
1 - Scegli un brano (qualche riga!) che ti piacerebbe venisse letto e mettici un segnalibro bello evidente.
2 - Portalo in Piazza Dante sabato 29 maggio alle ore 17.30.
3 - Metti il tuo libro sulla linea che trovi disegnata per terra: tutti i libri disegneranno una luuuuunga spirale.
4 - Scova il titolo che ti intriga di più e leggi il brano che qualcuno/a ha scelto per te.
5 - Alla fine il tuo libro se ne andrà a raccontare nuove storie nelle tasche di chi gli pare...
(a cura di: book liberation front)

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PROGRAMMA COMPLETO E AGGIORNAMENTI SU

veronainforme.noblogs.org

www.circolopink.it

Elio Germano anche per noi


Elio Germano ha vinto il primo premio ex aequo come miglior attore al Festival internazionale di Cannes 2010. Ci congratuliamo con lui, non solo per l’interpretazione del film “La nostra vita”, ma anche per le parole con cui ha commentato l’importante riconoscimento «[…] e poi siccome i nostri governanti in Italia rimproverano sempre al cinema di parlare male della nostra nazione, io volevo dedicare questo premio all’Italia e agli italiani, che fanno di tutto per rendere l’Italia un paese migliore, nonostante la sua classe dirigente». Parole limpide e severe, che non per caso sono state censurate dal Tg1 del servitore Minzolini.

Elio Germano è uno dei pochissimi attori italiani che si fanno scrupolo di coltivare l’impegno civile come una priorità assoluta. Il 3 ottobre del 2008, insieme a Elena Vanni, mise in scena nella nostra città e all’Arci Kroen di Villafranca lo spettacolo teatrale “Verona caput fasci”, volendo prendere parte al dolore e allo sdegno per il recente assassinio di Nicola Tommasoli. Il testo, scritto da entrambi gli attori, riproponeva gl’interventi fatti da alcuni consiglieri comunali di Verona, per osteggiare la risoluzione con la quale il Parlamento europeo (8.2.1994) aveva raccomandato agli stati membri la tutelare e la promozione dei diritti delle persone glbt. Quegli interventi, volgari e omofobici, furono il preludio che portò la maggioranza del Consiglio ad approvare la mozione n. 336, del 14 luglio 1995, con cui il Comune di Verona rigettava (e rigetta!) le risoluzioni comunitarie. Elio Germano ed Elena Vanni avevano voluto che lo spettacolo approdasse anche a Verona, perché ritenevano che le parole risuonate in Consiglio facessero parte dello stesso clima di intolleranza che aveva portato all’omicidio di Nicola Tommasoli .

cittadine e cittadini dell’ “Assemblea 17 maggio”

Verona, 25 maggio 2010

25 maggio 2010

Varata l'Unione Sindacale di Base


La nuova confederazione parte con un fitto calendario di iniziative di lotta

Oltre 600 delegati, di tutti i settori del mondo del lavoro e provenienti da ogni parte d'Italia, hanno scelto di dare vita alla USB, Unione Sindacale di Base, la nuova confederazione varata questa mattina al Teatro Capranica di Roma.

Nucleo centrale della nuova organizzazione RdB, SdL e consistenti realtà della CUB, che insieme ad altre organizzazioni sindacali di base sono giunte al termine del processo costituente iniziato due anni fa; un processo che ha coinvolto nella discussione migliaia di delegate e delegati, i quali sono riusciti a superare vecchi steccati ed hanno avuto la capacità e l'entusiasmo di progettare il futuro del sindacalismo indipendente dal quadro politico, istituzionale e padronale.

Hanno partecipato con interesse alla nascita di USB anche Snater e Or.S.A., che hanno portato i loro contributi al dibattito congressuale confermando la volontà di prendere parte al processo di unificazione, anche se con tempi diversi. All'assemblea del Capranica hanno inoltre partecipato la Confederazione Cobas ed i rappresentati delle forze politiche.

Numerosi gli interventi nelle tre giornate congressuali, che hanno evidenziato le caratteristiche genetiche della nuova confederazione. USB non sarà semplicemente un'organizzazione che va ad aggiungersi a quelle esistenti, ma ha l'ambizione e la possibilità di costituire il sindacato maggioritario che oggi serve ai lavoratori ed ai settori popolari. USB sarà intercategoriale, con l'obiettivo di contrapporsi alla frammentazione dei lavoratori connettendo le lotte nei luoghi di lavoro, sul territorio e nel sociale. Attraverso una capillare diffusione sul territorio nazionale (90 sedi in tutte le regioni), USB intende infatti rappresentare ed organizzare i soggetti del lavoro e del non lavoro, essere accogliente alle nuove istanze sociali, essere "meticcia", contaminandosi con le esperienze provenienti da altre realtà di lotta: per la casa, per l'ambiente, per i beni comuni, per i diritti uguali dei migranti. USB rifiuta inoltre lo "sviluppismo", che distrugge vite umane e territori, genera guerre, razzismo e miseria. Vuole infine porsi come un sindacato capace di attivare un cambiamento generale nel nostro paese.

In continuità con la storia delle organizzazioni costituenti la nuova confederazione, nella USB saranno centrali la democrazia e la partecipazione attiva dei lavoratori attraverso una forma organizzativa orizzontale in tutte le sue articolazioni. Ancora, USB sarà il sindacato del conflitto, finalizzato all'aquisizione di nuovi diritti e nuove tutele, per una contrattazione che abbia come presupposto il miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita per milioni di lavoratori non finalizzata unicamente alla riduzione del danno.

L'assemblea ha eletto i membri dei nuovi organismi confederali, i 154 componenti del Consiglio Nazionale, 55 del Coordinamento Nazionale e 13 dell'Esecutivo. Grande importanza è stata riservata dal dibattito ai temi internazionali, con particolare attenzione alla situazione dell'America Latina e della Grecia. All'assemblea sono giunti i messaggi di auguri provenienti da molte organizzazioni sindacali internazionali, fra cui quello della Confederazione sindacale mondiale WFTU (World Federation of Trade Unions), dal PAME, il sindacato combattivo greco che sta guidando le lotte in quel paese, e dal LAB, sindacato Basco.

Tra le delegate e i delegati del Congresso è emersa evidente la consapevolezza della grande forza attrattiva dell'USB, che nasce in un contesto di crisi non solo economica, ma politica, sociale e culturale. Tale consapevolezza si è tradotta nella deliberazione di immediate iniziative di lotta:

28 maggio - giornata di mobilitazione nazionale del Pubblico Impiego

5 giugno - manifestazione nazionale a Roma contro la manovra economica e l'attacco ai diritti dei lavoratori;

7 e 8 giugno - scioperi regionali della Scuola;

8 giugno - sciopero nazionale dei Lsu, cassintegrati e lavoratori in mobilità;

11 giugno - sciopero generale dei Trasporti;

14 giugno - sciopero generale del Pubblico Impiego.

Sciopero generale subito!

Giorgio Cremaschi. Cosa aspetta la Cgil a mettere all’ordine del giorno lo sciopero generale? Si capiscono le difficoltà politiche, visto che il congresso è andato in tutt’altra direzione, pace con la Cisl, dialogo con il governo e con la Confindustria. Però quello che sta avvenendo in questi giorni è più forte di qualsiasi sbandata congressuale. Di fronte alla crisi il governo comincia a lanciare le prime avvisaglie di un programma che somiglierà sempre di più a quelli che si stanno sperimentando in Spagna, con la minaccia di quelli che si stanno attuando in Grecia. Si tagliano i salari pubblici ma, ovviamente, ci si prepara di conseguenza a colpire quelli privati. E, soprattutto, si fa più forte l’attacco ai diritti del lavoro. Il percorso in parlamento del disegno di legge “collegato lavoro”, rinviato alle Camere dal Presidente della Repubblica, sta diventando una galleria degli orrori. Non solo si ripristinano e si confermano tutte le norme sull’arbitrato, ma si aggiunge la facoltà del padrone di licenziare a voce, senza alcuna comunicazione formale. Questo arbitrio era stato cancellato dal diritto italiano ancora prima dello Statuto dei lavoratori, con la legge del 1966. Ora verrebbe ripristinato. (...)

Si minacciano le pensioni, a partire dalle finestre sull’anzianità, mentre le aziende licenziano gli anziani. Si annunciano tagli sulla sanità e sui servizi pubblici. Ancora una volta si massacrano la scuola e le università pubbliche. Nel frattempo è già aperto un tavolo di concertazione.
Il governo si incontra quotidianamente con Cisl, Uil e Confindustria per concordare le misure. La Cgil è esclusa da tutti i tavoli e tace. Certo, è difficile ammettere dopo neanche un mese di avere completamente sbagliato i giudizi del congresso e di aver portato l’organizzazione in un vicolo cieco nel quale non conta più niente. Però questa è la realtà e ad essa si può reagire solo con la dignità del conflitto.
La si smetta di aspettare di essere invitati a sedere su uno strapuntino al tavolo di chi ha già deciso. Si proclami subito lo sciopero generale, in nome dei diritti del lavoro e della giustizia sociale. Chi nella Cgil ha voglia di esistere e lottare si faccia sentire ora.
Roma, 20 maggio 2010

24 maggio 2010

La Coop sospende i prodotti israeliani


www.ilmegafonoquotidiano.it

Niente commercializzazione per prodotti provenienti dalle colonie nei Territori occupati. Non si tratta di ragioni ideologiche, spiega l'azienda ma solo di non chiarezza sul luogo di provenienza. La Campagna Stopagrexco parla di un primo successo e invita a congratularsi con la Coop.

La notizia è apparla su alcuni tra i maggiori giornali israeliani, Ynet e Haaretz, e costituirebbe un successo per la campagna di solidarietà con il popolo palestinese. La Coop, e la Conad, hanno infatti sospeso la commercializzazione dei prodotti provenienti dalle colonie israeliane nei territori palestinesi occupati. Quindi, nente più agrumi e datteri «made in colonie israeliane nei territori palestinesi occupati» sugli scaffali di Coop e Noardiconad, il gruppo che fa da centro di acquisto e distribuzione di Conad nel nord Italia. Le due grandi catene italiane di supermercati, Coop e Nordiconad, hanno infatti deciso di sospendere la vendita di merci della Agrexco, principale azienda esportatrice israeliana di prodotti agricoli. La società israeliana commercializza anche ortaggi e frutta coltivati nelle colonie lungo la valle del Giordano nei Territori palestinesi occupati. Il tutto sotto il marchio Carmel, ma senza l’indicazione del luogo di produzione.
Le varie associazioni componenti la campagna «Stop Agrexco Italia» (Donne in nero, Attac, Fiom-Cigl, Forum Palestina, Un Ponte Per, Ebrei contro l'occupazione, Statunitensi per la pace) hanno immediatamente rivendicato la scelta come un successo delle segnalazioni fatte dai propri soci e dagli attivisti della coalizione Italiana contro la Carmel-Agrexco, il più grande esportatore israeliano di prodotti agricoli, che esporta anche il 60-70% dei prodotti dalle colonie.
Dall’inizio dell’anno, infatti, la coalizione «Stop Agrexco Italia» ha organizzato molti incontri in Italia e lanciato una campagna di pressione, con tanto di sit-in nei supermercati Coop e Conad, per cercare di fermare la commercializzazione di prodotti provenienti dalle colonie israeliane nei Territori occupati.
Diversa la versione fornita dalle catene commerciali che respingono l'ipotesi del boicottaggio. L'assenza di prodotti israeliani dai supermercati Coop, infatti, non dipenderebbe da un'adesione alla campagna ma solo da motivi «commerciali e di tracciabilità delle merci». Lo precisa una nota della stessa centrale cooperativa, sottolineando che «Coop ha deciso di sospendere la vendita delle merci provenienti dai territori occupati da Israele in quanto tale origine è dichiarata solo nelle documentazioni commerciali ma non è presente sul prodotto». Si tratta di «una sospensione in attesa di ricevere maggiori specificazioni circa la provenienza» indicano fonti della stessa Coop. Infatti, «questa modalità di tracciabilità non permette al consumatore finale di esercitare un diritto di acquisto (o non acquisto) consapevole, mancando una reale distinzione fra i prodotti made in Israele e quelli eventualmente provenienti dai territori occupati. Si tratta quindi di salvaguardare un diritto all'informazione corretta sull'origine dei prodotti, importante per garantire la libertà di scelta dei consumatori, e non di una forma di boicottaggio generalizzato, strumento che Coop non usa» si puntualizza.
Resta il dato di fatto del ritiro di quelle merci e di un nuovo colpo all'immagine di Israele dopo la "cacciata" di Noam Chomsky, la rivelazione del Guardian circa il nucleare e le continue frizioni tra il governo di Netanyahu e l'amministrazione Obama.

21 maggio 2010

E ora il Viminale teme anche per De Gennaro


di Sara Menafra
Ci vuole un po' per capire come ragiona il pm Enrico Zucca. Perché non parla di soddisfazione per la sentenza. Perché si preoccupa di dire che la polizia dovrebbe riflettere su quanto accaduto. O perché tra le tante condanne pesanti arrivate l'altra notte per i vertici della polizia di stato, lui prima di ogni altra cosa ti dice solo: «È molto importante che Michele Burgio sia stato assolto».
Michele Burgio è il poliziotto che la notte del 21 luglio 2001 portò due bottiglie molotov dentro la scuola Diaz appena devastata dagli uomini della celere. Due bottiglie raccolte in piazza ma che poi i dirigenti della polizia di stato usarono per giustificare le ossa rotte, il sangue e gli arresti. Per farci un verbale falso di cui, dicono oggi i giudici della corte di appello, erano tutti perfettamente consapevoli tanto da meritare quattro anni di galera a testa, cinque anni di interdizione dai pubblici uffici e nessun riconoscimento delle attenuanti generiche.
L'assoluzione del poliziotto Burgio, l'unica di questa sentenza, agli occhi del pm che ha costruito le indagini sul pestaggio alla Diaz conta quasi più del resto perché per la prima volta riconosce un principio. Quello per cui i dirigenti, che scelgono e decidono, pesano di più degli agenti che eseguono.
Lo stesso principio oggi è diventato un venticello freddo nelle stanze del Viminale. Il sottosegretario Alfredo Mantovano ha fatto la sua parte difendendo i vertici della polizia condannati per aver falsificato le prove che dovevano giustificare l'assalto alla scuola Diaz. E il ministro degli interni Maroni ha condito con un attestato di fiducia alle «persone» coinvolte.
Eppure al Viminale la preoccupazione per la sentenza d'appello che ha messo in mora la carriera di tre tra i più importanti dirigenti della polizia di stato c'è. E, anzi, ha già indotto qualcuno a fermare il percorso di uno dei poliziotti che autorizzarono l'assalto al dormitorio dei no global.
Spartaco Mortola non diventerà questore. Almeno per il momento. Nel luglio del 2001 era il capo della Digos genovese e negli ultimi anni si è spostato a Torino dove lavora come vice questore (molto ha fatto discutere il suo ruolo nella gestione dell'ordine pubblico ai cortei no-tav). Non andrà più in là. Almeno finché la Cassazione non avrà stabilito se la condanna a tre anni e otto mesi per falso ideologico e calunnia, con l'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici, sia da considerarsi definitiva.
Tra i dirigenti condannati, Mortola è l'unico che sperava di avere una promozione rapida.
Francesco Gratteri, all'epoca capo del Servizio centrale operativo e oggi al vertice della Direzione centrale anticrimine, alla propria carriera non ha da chiedere altro. Dopo essere stato per alcuni anni questore di Bari gradito alla sinistra, ed essere tornato alla gestione delle indagini sulla criminalità organizzata, sei mesi fa è diventato prefetto. Vicinissimo all'ex capo Gianni De Gennaro, è in predicato per essere il successore di Antonio Manganelli ai vertici della polizia di stato. La condanna di due giorni fa a quattro anni per falso ideologico, con l'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici ovviamente lo danneggerebbe. Ma prescidendo da una sentenza che la Cassazione potrebbe ribaltare, la partita è apertissima e lontana, visto che al momento la sedia del capo della Ps è più che stabile.
Il suo vice di allora e oggi a capo dello Sco, Gilberto Calderozzi, è dirigente superiore (lo stesso «grado» di un questore). Molto apprezzato per le catture di boss della mafia, anche lui al momento ha poco da chiedere. Farlo questore di una città media cambierebbe poco, visto che il ruolo di capo dello Sco, col controllo delle squadre mobili di tutta Italia, è oggi uno dei posti di potere più pesanti all'interno della polizia di stato.
Gianni Luperi ha lasciato la polizia per dirigere il Dipartimento Analisi del servizio segreto interno, l'Aisi.
Se la carriera di Mortola al momento è l'unica a fermarsi un motivo c'è. E si chiama Gianni De Gennaro. Perché tra pochi giorni a Genova comincia l'appello dell'altro processo per i fatti della Diaz. Quello all'allora capo della polizia e appunto a Spartaco Mortola. Entrambi accusati di aver cercato di fermare il dibattimento per l'assalto alla Diaz, di invertire e pilotare le testimonianze, assieme al questore di Genova dell'epoca, Francesco Colucci. Per il quale il dibattimento comincia addirittura oggi (Colucci ha seguito il rito ordinario mentre De Gennaro e Mortola hanno preferito l'abbreviato).
In quel processo, De Gennaro è accusato di istigazione alla falsa testimonianza e anche quel processo, come questo, in primo grado si è chiuso con una assoluzione piena e apparentemente blindata. Ma appunto - ed ecco la preoccupazione che si respira al Viminale - i tempi potrebbero cambiare. Qualcuno, un'altra corte, potrebbe stabilire che il comportamento dei dirigenti pesa più di quello degli agenti. E se anche De Gennaro oggi non è piu al vertice della polizia ma a capo dei servizi segreti, l'effetto domino di una sua condanna farebbe scivolare tutta la catena di comando salita al vertice della polizia accanto a lui. Se l'agente Burgio può tornare a casa senza pensieri, per il momento è meglio che Mortola resti dov'è.
il manifesto 20/05/2010

20 maggio 2010

E ora rimuovete De Gennaro


Ribaltata in appello la sentenza di primo grado per l'irruzione della polizia nella scuola Diaz di Genova la notte tra il 20 e il 21 luglio 2001, durante il G8. Condanna per 25 imputati su 27 a quasi un secolo di carcere, compresi i gradi più alti della polizia, da Francesco Gratteri, all'ex dirigente della Digos di Genova, Spartaco Mortola, a tre anni e otto mesi. Bisognerebbe condannare anche l'allora ministro degli Interni, Scajola, ma sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Vanno invece ricostruite le responsabilità della catena di comando fino al livello più alto. E servono i codici identificativi delle forze di polizia.
di Gigi Malabarba
Finalmente un riconoscimento, anche se tardivo e con scarse implicazioni operative, di un prezioso lavoro dei magistrati genovesi per giungere alla condanna degli organizzatori del pestaggio alla scuola Diaz durante il G8 di Genova. C’è ora quanto meno l’obbligo morale e politico di rimuovere subito dai loro incarichi Gratteri, Luperi e tutti i dirigenti promossi proprio per quella mattanza e di rivedere il processo al capo della catena di comando, Gianni De Gennaro, allora capo della polizia e oggi capo di tutti i servizi segreti italiani.
Le felicitazioni bipartisan tempo addietro per l’assoluzione del prefetto De Gennaro nel processo rivelarono più di tante chiacchiere che se il capo della polizia organizza la falsa testimonianza dei suoi subalterni e più in generale prepara e dirige la repressione al G8 di Genova fa una scelta giusta e apprezzabile, sia per il centrodestra che per il centrosinistra: questa è la ragione per cui neppure il governo Prodi volle aprire una Commissione parlamentare d’inchiesta. Ma con questa sentenza va rimessa in discussione l’autoassoluzione dello Stato, implicato nella mattanza premeditata con tutti i suoi vertici operativi.
Pensare di incriminare ora Scajola, allora Ministro dell’Interno, sarebbe più che giusto, ma ormai è come sparare sulla Croce rossa. Il punto sono tutti coloro che hanno attraversato indenni tutti i governi da oltre dieci anni e hanno stravolto in senso autoritario e paragolpista tutto l’apparato di sicurezza del Paese. E’ ora che siano ripresi i disegni di legge sull’identificazione delle forze dell’ordine in attività operativa, presentati a suo tempo, anche se non sarà facile trovare in Parlamento chi avrà il coraggio di farlo.
* Attuale dirigente di Sinistra Critica, testimone diretto dell'irruzione alla Diaz in qualità di senatore del Prc e membro del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti

VERONA Domenica 23 maggio ::: Mondiali al contrario


DOMENICA 23 MAGGIO, dalle ore 20, Sala Elisabetta Lodi (Via S. Giovanni in Valle, 13/b)
Aperitivo e incontro con gli attivisti del movimento sudafricano Abahlali baseMjondolo

Con i Mondiali di calcio 2010 il Sudafrica si prepara a mostrare al mondo la sua faccia più scintillante: quella degli stadi nuovi di zecca costati miliardi, delle strade ripulite dalla fastidiosa attività degli ambulanti, delle aree urbane "liberate", con l’occasione, dall’indecente presenza di distese di baracche. Noi proponiamo di volgere uno sguardo altrove, proprio verso quelle baraccopoli ai quali oggi sono riservate destinazioni ancora più remote e disagiate, e in generale verso tutti i sudafricani marginalizzati dallo sviluppo e a cui l’economia del grande evento impone nuove discriminazioni. E' qui che troviamo un’altra società, che cerca in autonomia le vie del proprio riscatto, pratica un’idea radicale di democrazia, inventa un’altra politica: sono gli attivisti di Abahlali baseMjondolo [«quelli che vivono nelle baraccopoli» in lingua zulu], uno dei più grandi movimenti di base del Paese.

Presto i mondiali ci porteranno virtualmente in Sudafrica. Poco prima, tre membri di Abahlali percorreranno la strada inversa per venirci a trovare in Italia. Dal 18 al 30 maggio Busisiwe, Thembani e Philani incontreranno associazioni e movimenti per raccontare che cosa significa la Coppa del mondo per i sudafricani più poveri, parlare della lotta di Abahlali per terra, case, dignità e democrazia nel Sudafrica post-apartheid.

La campagna "Mondiali al Contrario" organizzata dal settimanale Carta porterà in Italia tre attivisti del movimento Abahlali baseMjondolo. Domenica 23 maggio, i tre saranno a Verona per raccontare cosa si nasconde dietro la propaganda dei Mondiali di calcio e per parlare della loro lotta nel Sudafrica del 2010.

L'appuntamento è alle ore 20 presso la Sala Civica "Elisabetta Lodi" (Via S. Giovanni in Valle, 13/b) nel centro di Verona, per un aperitivo e per il successivo incontro con i tre attivisti sudafricani. E' prevista anche la proiezione in anteprima del documentario "Dear Mandela" che uscirà a gennaio 2011.

Per informazioni: abm.verona@gmail.com / 3201993967

Per saperne di più: http://clandestino.carta.org/category/mondiali/

Israele: piani per una nuova guerra su Gaza.


Tel Aviv. Diversi capi dell'esercito e della polizia d'Israele si sono recentemente riuniti per discutere i piani di un'eventuale ri-occupazione della Striscia di Gaza, e per assegnare un “governatore militare” nel caso Israele decidesse di posizione nuovamente le truppe nella Striscia. L'edizione online del giornale israeliano Maariv ha infatti riferito che l'esercito ha già preparato progetti e tabelle di marcia in vista di una possibile occupazione totale della Striscia, qualora "la situazione della sicurezza dovesse peggiorare ulteriormente per Israele". I leader militari israeliani ritengono che un conflitto potrebbe scoppiare anche con la Siria e il Libano. Le previsioni hanno quindi spinto Israele a prepararsi per diversi scenari, che coinvolgerebbero diverse unità dell'esercito e delle forze di sicurezza. Secondo Maariv, i piani consistono fondamentalmente nell'invasione dei principali centri della Striscia di Gaza, e nella loro completa occupazione, allo scopo di spiegare nuovamente le truppe nella regione e imporvi un controllo militare totale. Il giornale ha inoltre aggiunto che assegnare un governatore militare implicherebbe l'intenzione di affrontare questioni quotidiane – quali ad esempio la situazione degli abitanti di Gaza – in contemporanea con l'occupazione dell'intera Striscia da parte della polizia militare.
In base a quanto sostiene l'esercito, le città israeliane potrebbero essere attaccate in qualsiasi momento da missili provenienti da Gaza, dal Libano o persino dalla Siria, oppure colpite dalla resistenza armata della Striscia di Gaza nel caso quest'ultima fosse invasa dall'esercito, che sta infatti tenendo le fazioni armate palestinesi e i loro armamenti sotto stretta osservazione. L'esercito ha però precisato che le armi attualmente in possesso dei combattenti non porrebbero una minaccia reale, nell'eventualità di un'immediata invasione israeliana.

www.infopal.it

Acqua: superato il mezzo milione di firme, la raccolta va avanti


COMUNICATO STAMPA

516.615 firme raccolte in 25 giorni di banchetti e iniziative in tutta Italia. Un risultato incredibile anche per noi, raggiunto in poco più di tre settimane grazie all'impegno e all'entusiasmo di migliaia di cittadine e cittadini dell'acqua pubblica.
Dall'estremo Nord alle isole, la raccolta di firme racconta un'Italia della partecipazione, di migliaia di territori attenti e attivi sui beni comuni (vedere la mappa dei banchetti di raccolta firme su www.acquabenecomune.org).
E la raccolta firme non si ferma, ma rilancia. L'obiettivo che il Comitato Promotore si era posto (700mila firme) è ormai in vista e può essere superato. Da qui a luglio lanceremo eventi, feste, spettacoli per coinvolgere sempre più italiani in questa civile lotta di democrazia per togliere le mani degli speculatori dall'acqua riconsegnandola ai cittadini e ai Comuni. Per questo fine settimana il Comitato Promotore lancia il “Giro d'Italia delle firme per l'acqua”; quale località, Comune, comitato cittadino sarà la maglia rosa della raccolta di firme di questa settimana?
Il Comitato Promotore ringrazia tutti quelli che si stanno impegnando per la riuscita dell'iniziativa referendaria, i media locali, le radio e i siti internet che stanno dando un esempio di attenzione e partecipazione che fa ben sperare anche per la libertà d'informazione nel paese. Più firme raccoglieremo, più forte sarà la spinta verso il Referendum e il risveglio civile dei territori. Perché si scrive acqua, si legge democrazia.

Roma, martedì 18 maggio 2010

19 maggio 2010

VERONA Mercoledì 19 maggio ::::: La fabbrica senza padroni


NOI LA CRISI NON LA PAGHIAMO!
LA FABBRICA SENZA PADRONI
Testimonianza dall'Argentina

Argentina, città di Neuquén. Dopo quasi 10 anni di lotta, gli operai della Zanon, hanno vinto. Approfittando della crisi attraversata dall'Argentina nel 2001, il padrone aveva voluto chiudere la fabbrica, licenziando i 320 lavoratori. A fronte di un mercato di settore ancora attivo, alcuni operai occuparono la Zanon, riaccesero i forni e ripresero la produzione. Nel 2009 i lavoratori hanno strappato al governo della provincia l'espropriazione a beneficio della cooperativa che loro stesso avevano costituito: la “Fabrica Sin Patrones”. La loro lotta prosegue per ottenerne la nazionalizzazione sotto controllo operaio. La prima parte della vicenda è stata raccontata nel film di Naomi Klein “The Take” (2004).

MERCOLEDI' 19 MAGGIO

ore 20.45 Sala Elisabetta Lodi
(Via San Giovanni in Valle, Verona – vicino a Piazza Isolo)

Incontro con
Eduaro Javier Knaus
34 anni, da 14 è operaio (addetto alle prese idrauliche) della FaSinPat, precedentemente conosciuta come Zanon

Interverranno i lavoratori della BPW-Italia di Via Flavio Gioia, Verona in presidio permanente contro la minaccia di chiusura della loro fabbrica.

www.obrerosdezanon.com.ar

SARA' POSSIBILE FIRMARE PER IL REFERENDUM
IN DIFESA DELL'ACQUA PUBBLICA

Organizzano
Sinistra Critica :: Attac :: Rete Radiè Resch
www.sinistracriticaveneto.blogspot.com :: www.attac.it :: www.reterr.it

17 maggio 2010

IL TUO SILENZIO E' IL REGALO PIU' BELLO CHE FAI AD OGNI VIOLENZA! campagna 2009/2010 contro l'omo/lesbo/transfobia

Circolo Pink Verona_
Oggi 17 Maggio 2010 Giornata Internazionale Contro l'Omofobia

in occasione della Giornata Internazionale contro l'Omofobia
Lunedi 24 maggio 2010 - ore 21.00 presentazione della tesi "Baffetti diademi e piume di struzzo" di Marco Bortoli
La rappresentazione de l'omosessualità sui media italiani

IL TUO SILENZIO E' IL REGALO PIU' BELLO CHE FAI AD OGNI VIOLENZA!
campagna 2009/2010 contro l'omo/lesbo/transfobia

La Giornata contro l'omofobia (o IDAHO, acronimo di International Day Against Homophobia) è una ricorrenza ideata da Louis-Georges Tin, curatore del Dictionnaire de l’homophobie (Presses Universitaires de France, 2003). La prima Giornata internazionale contro l'omofobia ha avuto luogo il 17 maggio 2005, a 14 anni esatti dalla rimozione dell'omosessualità dalla lista delle malattie mentali nella classificazione internazionale delle malattie pubblicata dall'Organizzazione mondiale della sanità; 17 maggio del 1991 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato l'omosessualità una “variante naturale del comportamento umano”.
Nel 2007, in seguito ad alcune dichiarazioni di autorità polacche contro la comunità LGBT, l'Unione europea ha istituito ufficialmente la giornata contro l'omofobia sul suo territorio. Alcuni estratti del testo approvato:
« Il Parlamento europeo <...> ribadisce il suo invito a tutti gli Stati membri a proporre leggi che superino le discriminazioni subite da coppie dello stesso sesso e chiede alla Commissione di presentare proposte per garantire che il principio del riconoscimento reciproco sia applicato anche in questo settore al fine di garantire la libertà di circolazione per tutte le persone nell'Unione europea senza discriminazioni; »
(art 8)
« <...> condanna i commenti discriminatori formulati da dirigenti politici e religiosi nei confronti degli omosessuali, in quanto alimentano l'odio e la violenza, anche se ritirati in un secondo tempo, e chiede alle gerarchie delle rispettive organizzazioni di condannarli »
(art 10)

Il circolo pink di Verona partecipa a questa giornata con una campagna pubblicitaria che sarà da domani sui muri di Verona, una campagna nata nel 2009 proprio per sensibilizzare tutte le persone vittime di violenze omofobiche, sia in città e sia in provincia. Accade di frequente che queste violenze siano taciute, o, peggio, nascoste: ecco perchè abbiamo pensato di dare aiuto alle vittime con questo messaggio. Fintanto che le violenze sono coperte dal silenzio, continueranno all'infinito, perché le cose che non si dicono, e non si nominano, è come se non esistessero.
L'ultima aggressione, pochi giorni fa, a Bolzano: due ragazzi gay si sono dati un bacio all'aperto, e per questo sono stati aggrediti a calci e pugni. Ma questa è solo l'ultima di tante, troppe violenze che, nel nostro paese, vengono consumate ai danni dei gay delle lesbiche e dei trans. Dal 2009, trapela qualche notizia in più, rispetto al passato, probabilmente perché gli episodi sono stati molto gravi, ed è aumentata la loro frequenza.
Non possiamo tuttavia illuderci: molti atti di violenza restano coperti da silenzio, per le più svariate ragioni; mentre è evidente che persistono i soprusi e le violenze che colpiscono la sfera culturale e affettiva. Anche di questi ultimi conviene occuparsi e preoccuparsi, perché producono un male forse più lacerante del danno fisico, e alimentano il pregiudizio.
Con questa affissione cittadina, vorremmo denunciare le conseguenze dell’omofobia e contribuire a rompere il muro di silenzio che le copre: lo vorremmo fare soprattutto sui posti di lavoro, dove si sa che è più facile essere ricattati, dove le persone omosessuali e transessuali non possono vivere la loro condizione in modo libero. E non dimentichiamo neppure le difficoltà e le sofferenze che si producono in ambito famigliare: nonostante sia spesso e volentieri esaltata dalla morale cattolica, proprio la famiglia è il luogo dove gay lesbiche e trans vivono come persone indesiderate, e sono costrette a camuffare o a nascondere i loro sentimenti.
Non poter dire, non poter dirsi, significa scomparire, non esistere. Per questo parliamo, per poter esistere.

La campagna "IL TUO SILENZIO E' IL REGALO PIU' BELLO CHE FAI AD OGNI VIOLENZA!" è stata realizzata con il contributo e il sostegno di: CGIL, CISL, UIL, RDB - CUB Verona, ARCI Passepartout Verona, MAG - Verona, Comitato Pari Opportunità Università di Verona.


Il circolo pink

PADOVA Giovedì 13 maggio ::::: Acqua in movimento

A Padova giovedì 13 maggio Sinistra Critica ha promosso la presentazione del libro “Acqua in Movimento”, di Marco Bersani. Erano presenti l’autore del libro e Mario Pedrazzoli, membro del Comitato AcquaBeneComune di Padova. La serata ha visto una partecipazione tra le 25 e le 30 persone e la raccolta di un corposo numero di firme arrivate a 420.000 dopo solo 20 giorni dall'inizio della campagna.
Proprio in questo periodo di campagna referendaria per la ripubblicizzazione dell’acqua abbiamo pensato fosse indispensabile creare un luogo d’incontro per offrire una visione chiara della mobilitazione e delle rivendicazioni portate avanti in questi anni dal movimento non soltanto in Italia, ma in tutte le zone del mondo dove i popoli hanno opposto una decisa e forte lotta ai tentativi di privatizzazioni.
Si è trattato di un confronto aperto sulle prospettive di una lotta che da anni in Italia sedimenta e si irrobustisce sul territorio creando consapevolezza nelle persone e capacità di autorganizzazione e di partecipazione dal basso. Gi interventi, anche da parte del pubblico presente, hanno dato vita ad un dibattito utile per capire le possibilità di vittoria che questo movimento amplissimo, pluralista, aperto e partecipato porta con sé e per comprendere come esso possa aprire nuovi scenari di lotte in difeasa degli altri beni comuni di cui siamo stati privati e private, lotta per la riappropriazione di ciò che è nostro.
NON CE LA DANNO A BERE!
FUORI L’ACQUA DA MERCATO!
FUORI I PROFITTI DALL’ACQUA!
Sinistra Critica Padova
Qui sotto gli interventi audio della serata
Introduzione Giulia carraro

Primo intervento Mario Pedrazzoli


Secondo intervento Marco Bersani


Conclusioni Marco Bersani


Conclusioni Mario Pedrazzoli

14 maggio 2010

Giornata contro l'omofobia, aggressioni 2009-2010


Circolo Pink Verona
Da una nostra ricerca in rete. Sicuramente non ci sono tutte.


Aggressioni 2009

28/01/2009
CATANZARO. Un'avance non gradita. È questo il motivo che ha spinto, Waldir Scalzo, 27 anni, con numerosi precedenti penali a uccidere Francesco Pavone, 34 anni.
29/01/2009
ROMA. Un omosessuale ha denunciato di essere stato aggredito, immotivatamente, a Roma, dalla security di un locale nei pressi della Piramide, nella notte tra il 24 ed il 25 gennaio mentre trascorreva la serata con il suo ragazzo e altri amici. L'uomo, un funzionario pubblico, ha subito fratture e contusioni giudicate guaribili in 30 giorni. Gli aggressori sarebbero alcuni componenti della security del locale che, secondo il suo racconto, dopo averlo pesantemente insultato, urlandogli frasi come ''Frocio di merda, ti facciamo vedere noi, ti pentirai di essere entrato'', lo hanno colpito con un oggetto contundente e portato in una parte riservata del locale dove lo hanno percosso con calci e pugni, procurandogli la frattura di un braccio, la rottura di un dente, la contusione di alcune costole e tagli sulla testa e sul labbro.
9/02/2009
ROMA. "Maiali rotti in culo per voi faremo nuovi lager. Vogliamo la razza pura, ne vedrete molti di piu' di morti froci e lesbiche". Sono questi alcuni degli insulti recapitati al giornalista Maurizio Gregorini durante la trasmissione 'Outing', il programma a tematica gay di Teleroma 56 andata in onda sabato 14 febbraio.
12/03/2009
PORDENONE. Un uomo di 30 anni, omosessuale, seguito dai servizi sociali del Comune per una lieve disabilita' psichica e mentale, e' stato aggredito, a calci e pugni, a Pordenone, da tre persone che sono poi fuggite. La Squadra Mobile della Questura e' riuscita comunque a identificarle e le ha denunciate alla magistratura per concorso in violenza privata aggravata. Si tratta di un uomo di 43 anni e di due giovani di 22 e 21 anni. L'episodio e' avvenuto in una piazza centrale di Pordenone nelle settimane scorse ma e' stato reso noto oggi dalla Polizia, a conclusione delle indagini, durante le quali sono stati sentiti numerosi testimoni. Secondo gli accertamenti della Polizia, i tre hanno agito organizzando con precisione l'aggressione. ''Volevamo dare una lezione ai froci'', hanno detto i tre ai poliziotti nel corso degli interrogatori. Durante il pestaggio, hanno anche ripetutamente apostrofato la vittima con frasi ingiuriose.
15/03/2009
UDINE. Raid anti-gay anche a Udine. Da mesi. La denuncia è di un giovane, testimone di alcune aggressioni nella zona dello stadio. Forse la banda viene dalla Destra Tagliamento. Paura. Per quell’auto di grossa cilindrata, un Suv scuro, che a cadenze regolari faceva irruzione nei luoghi di incontro fra omosessuali. E paura per quei due ragazzotti, uno sui vent’anni, l’altro oltre la quarantina che attaccavano rissa. A volte solo con le minacce ad alta voce. Altre volte con le mani. In almeno un’occasione con una mazza da baseball.
19/03/2009
VILLACIDRO (VS). Pestato a sangue perché omosessuale: un cuoco di 30 anni è finito al pronto soccorso dopo un’aggressione da parte di tre sconosciuti. Roberto Collu, chef con varie esperienze di lavoro in Italia e all’estero, stava tornando a casa in via Nazionale a Villacidro, alle due e mezzo di notte, quando è stato improvvisamente aggredito. Qualcuno gli ha tirato un fortissimo calcio nella schiena che lo ha mandato a terra. Il giovane cuoco ha battuto la testa e ha subìto un violento trauma cranico. Ancora in sé, ma incapace di rialzarsi Roberto Collu si è trovato circondato da tre persone incappucciate, tutte giovani, presumibilmente sotto i 25 anni, che hanno iniziato a prenderlo a calci e a insultarlo con palesi riferimenti alla sua omosessualità.
28/03/2009
SINISCOLA (NU). Inseguito dal branco per le vie di Siniscola; raggiunto, umiliato, spogliato, picchiato a sangue e costretto a subire un tentativo di stupro. La vittima è un uomo di 30 anni, di Siniscola, perseguitato e massacrato perché è gay.
28/03/2008
PLATAMONA (SS). Fucilate contro i gay che frequentavano un noto luogo di incontro per omosessuali. Cinque episodi in tre mesi. Altri episodi si sono verificati in città: «Due ragazzi sono stati aggrediti di notte in corso Angioy, da uno sconosciuto che prima ha cercato di rovesciare la loro auto, poi li ha minacciati con un coltello».
5/04/2009
MILANO. Un' incursione al circolo Arci Toilet Club di via Ludovico il Moro 171, noto alla comunità per le sue serate gay\lesbian\transgender friendly. Cinque giovani con la testa rasata, armati di cric, sono entrati nel locale, in cerca del presidente gridando:"fuori froci di merda".
26/04/2009
CAMPOGALLIANO (MO) Preso a schiaffi e pugni senza pietà, tanto da rimediare un forte trauma facciale e fratture al setto nasale. Ma ai carabinieri, denunciando il fatto, non ha raccontato tutta la verità, cambiando luogo e contesto. Perchè, ha spiegato in seguito, si vergognava ad ammettere che stava cercando un rapporto sessuale con uomini. Così un 58enne, oltre alle botte, ha rimediato anche una denuncia per falsità ideologica in atto pubblico.
28/04/2009
PRATO. Un uomo di 32 anni, residente in via De Gasperi, è stato denunciato dalla polizia con le accuse di usurpazione di titoli e minacce. Secondo quanto lui stesso ha ammesso, l’uomo si è fatto passare per poliziotto e avrebbe minacciato un pistoiese di 69 anni, “accusandolo” di essere omosessuale e minacciando di portarlo in Questura se lo avesse rivisto accanto alla pista ciclabile di via De Gasperi.
04/05/2009
FIRENZE. Nella notte tra il 2 e 3 maggio, al parco delle Cascine di Firrenze due ragazze trans sono state aggredite da una decina di ragazzi italiani tra i 17 e i 25 anni armati di spranghe di ferro.
10/05/2009
TRENTO. Tentata aggressione nella sede di Rifondazione Comunista ai danni di una giovane iscritta, attivista lesbica impegnata nell'organizzazione del festival culturale del Tavolo LGBTQ 'Universinversi' in programma dal 15 maggio e candidata alle ultime elezioni comunali. Hanno aperto la porta della sede del partito e gridato «froci» a chi c'era all'interno.
16/05/2009
TRENTO. Un tentativo di aggressione da parte di ''elementi fascisti'' compiuto al festival lesbico e gay 'Universinversi', aperto ieri sera a Trento, e' stato denunciato dagli organizzatori. ''Alle 23.15, non appena conclusi gli eventi in programma - dice una nota del Tavolo Lgbtq - tre ragazzi sono passati davanti all'ingresso, ormai chiuso, del luogo dove si era svolto lo spettacolo, gridando: 'Sono fascista'. Girato l'angolo tra via Rosmini e via Verdi, sono stati raggiunti da un altro gruppo di 10-15 uomini, in cordone e tutti armati di mazza. Il gruppo si e' diretto verso il luogo di Universinversi, simulando una carica ed arrivando fino al cancello della facolta' di Economia. A fronte del fatto che non ci siamo allontanate/i dallo spazio antistante il Centro polifunzionale e non abbiamo reagito alle provocazioni, il gruppo di fascisti se n'e' andato''.
28/05/200
TORINO. "Vi ammazzo tutti froci di merda, io sono un Naziskin". A gridarlo, con un casco in testa e con una spranga in mano è l'inquilino che occupa l'appartamento sopra al “Cafè Extreme”, in via San Massimo 31, un locale per gay e lesbiche.«Ci minacciano da quando abbiamo aperto il locale. In questo stabile non vogliono vedere i gay e ora, dopo l'aggressione dell'altra sera, stanno raccogliendo le firme per cacciarci».
11/06/2009
ROMA. Questa volta le vittime sono due cittadini americani, una coppia gay aggredita nella notte tra il 6 e il 7 giugno.Un gruppo di circa 5-6 ragazzi tra i 18 e 20 anni, in via del Biscione, si è avvicinato e ha inveito colpendo ripetutamente e con violenza ai due ragazzi. In particolare hanno aggredito C. con una feroce violenza sbattendolo poi per terra, dove C. ha battuto la testa contro un sasso. A questo punto C., a terra privo di sensi e con il sangue che gli usciva dalla testa, è stato abbandonato dagli che l’hanno forse creduto morto e sono fuggiti verso Campo dei Fiori.
12/06/2009
VERONA. «L’ennesimo atto violento e intimidatorio in uno dei luoghi d’incontro gay di Verona», tuonano dal circolo Pink. Lancio di uova e sassi verso auto e giovani in una via della zona industriale a Verona.
15/06/2009
MILANO. Bersagliata ripetutamente da sassate, la comunità gay della stazione Centrale di Milano, dove e' presente una delle gay street del Paese, via Sammartini, (dove ci sono quattro locali gay) e' decisa a farsi rispettare, a costo di mettere in strada proprie ''ronde''.
15/06/2009
OLGINATE (LC). Emanuele Locatelli. 25 anni, originario di Olginate. Il giovane che vive ora in un appartamento di una comunità alla porte della Brianza che lo segue e lo aiuta ha raccontato di essere stato selvaggiamente picchiato all'esterno di un bar solo perché omosessuale.
23/06/2009
NAPOLI. Aggredita una ragazza in piazza Bellini. Picchiata da un gruppo di dieci persone. La sua colpa? «Sono intervenuta per difendere un mio amico gay. Volevo parlare con loro e mi hanno picchiata».
03/07/2009
PADOVA. Il giorno prima aveva sfilato con altri 150 mila contro le discriminazioni sessuali al Gay Pride di Genova. Una volta ritornata a casa però ha trovato ad attenderla la lettera del suo 'capo', il questore di Padova, Luigi Savina, con cui si avvia la pratica della sua destituzione dalla Polizia, culmine della persecuzione iniziata a seguito del suo coming out.
04/07/2009
PAVIA. E’ stato preso di mira dai suoi compagni di scuola perché “sembrava” omosessuale. La vittima è un ragazzino di 13 anni delle medie. Un gruppo di coetanei lo ha aggredito fuori da scuola, ma è tra i banchi che la violenza si è alimentata, con prese in giro e vessazioni. Soprusi culminati poi nell’aggressione vera e propria.
22/07/2009
FIRENZE. Dopo una breve vacanza trascorsa a Gardaland, 3 amiche, 2 transessuali ed una donna, si sono fermate a Firenze per qualche ora. Verso l’una, nella centrale piazza della Signoria, le tre sono state avvicinate da 3 giovani stranieri che hanno iniziato a fare volgari apprezzamenti contro di loro. Alle rimostranze verbali da parte di una di loro, i 3 hanno cominciato ad inveirle contro, a picchiarla selvaggiamente colpendola alla testa. Vanessa, la giovane transessuale, è caduta a terra priva di sensi. I tre aggressori sono stai identificati e denunciati.
05/08/2009
PISA. Brutta sorpresa questa mattina per i dipendenti del portale Gay.it. L'ascensore e la porta di ingresso degli uffici dove lavora lo staff del sito gay sono stati trovati imbrattati con scritte inneggianti alla guerra santa, alla morte per le persone omosessuali e con simboli neofascisti e satanici. "Gay.it morirete oggi", "I vostri uffici bruceranno", "Abbasso i gay", "Morirete froci", "Gay Muftì", sono solo alcune delle scritte rinvenute.
16/08/2009
AGROPOLI (SA). Insulti e aggressione per una coppia gay ad Agropoli (Salerno): sul lungomare della cittadina cilentana due giovani stranieri, probabilmente del Nord Europa, stavano passeggiando mano nella mano lungo una delle strade più affollate di turisti, quando sono stati insultati e provocati con spintoni da un gruppo di ragazzi di età compresa tra i quindici e i venti anni.
18/05/2009
ROMA. 'Froci malati': e' la scritta che da questa mattina si trova accanto alla porta d'ingresso del Coming Out, lo storico bar della Capitale luogo di ritrovo della comunita' omosessuale nel cuore della Gay Street di via di San Giovanni in Laterano a Roma. Altre scritte simili sono comparse anche lungo via di Capo d'Africa.
19/08/2009
MARINA DI CAMEROTA (SA). Presso la spiaggia di Marina di Camerota, in Provincia di Salerno, normalmente frequentata da omosessuali, una barca con a bordo un'intera famiglia ha da prima inveito, poi minacciato con un coltello da pesca gli occupanti del bagnasciuga.
21/05/2009
MILANO. Intorno all'1.30 della notte tra il 19 e il 20 maggio, tre pietre sono state lanciate contro la vetrina del bar Love di via Sammartini 23. Le pietre, lanciate da circa 10 metri di distanza, ovvero dai binari che passano proprio di fronte la gay street milanese hanno infranto il vetro colpendo, fortunatamente solo di striscio, uno dei clienti che in quel momento si trovavano all'interno del locale.
22/08/2009
ROMA. Due ragazzi gay che si stavano scambiando effusioni sono stati aggrediti e feriti con una bottiglia di vetro da un 40enne romano che è stato denunciato dalla polizia per tentato omicidio. La violenza è avvenuta nella notte di venerdì all' uscita del «Gay Village», manifestazione estiva che si svolge nel parco Rosati (quartiere Eur). Una delle vittime è grave: è stata accoltellata all'addome Il denunciato è un uomo di 40 anni, con precedenti contro il patrimonio e per droga. Conosciuto con il sopranome di svastichella.
24/08/2009
RIMINI. A Miramare di Rimini due omosessuali sono stati presi a pugni e calci da un vicino di casa che li ha anche coperti di insulti omofobi misti a minacce con evidenti riferimenti a sfondo sessuale. Vittime dell'aggressione fisica e verbale sono stati Daniele Priori, 27 anni, giornalista, attivista politico di centrodestra, impegnato nella lotta per i diritti civili e il suo compagno, il cantautore Ciri Ceccarini, 29 anni, noto anch'egli in riviera.
26/08/2009
ROMA. "Nella notte tra martedi' e mercoledi' la discoteca Qube, in via di Portonaccio, sede storica della serata Muccassassina, la piu' importante festa gay, lesbica e transessuale della Capitale, e' stata presa di mira da persone ancora ignote, che hanno infranto i vetri dell'entrata e gettato del liquido infiammabile all'interno, tentando di dare fuoco allo stabile".
28/08/2009
NAPOLI. Una coppia gay di turisti è stata aggredita da un branco di ragazzi a piazza Dante, nel centro storico di Napoli. Un branco di ragazzi ha prima insultato la coppia, e poi ha inseguito i due uomini, che avevano provato ad allontanarsi, e li ha malmenati. I due sono stati soccorsi da una pattuglia della polizia.
28/08/2009
ROMA. Emilio Rez, gay e noto cantautore, viene seguito all'interno di un locale e quindi malmenato e ricoperto di frasi ingiuriose. Solo un ragazzo di colore interviene in difesa di Emilio. Ad evita il peggio, il tempestivo intervento di due pattuglie della Guardia di Finanza.
28/08/2009
SANTA MARIA A VICO (CE). Un mutuo e un trasloco appena concluso. Per una coppia gay, però, l’arrivo nel nuovo appartamento viene guastato dagli insulti omofobi di un condomino del parco che li minaccia: “Faremo una raccolta di firme per mandarvi via”. L’episodio è accaduto a Santa Maria a Vico (in provincia di Caserta). A raccontarlo è la stessa vittima, un trentunenne, che si è rivolto ai carabinieri presentando una denuncia per ingiuria. “Il mio compagno si era affacciato al balcone, in pantaloncini corti – spiega l’uomo, chiedendo di mantenere l’anonimato – io sono sceso a buttare la spazzatura. Un uomo sulla sessantina mi ha avvicinato urlando parolacce pesanti e irripetibili, con fare minaccioso, sollevando la mano come per colpirmi. Io ho chiuso il cancello”. “‘Fra le frasi che mi ha gridato contro, ha detto fra l’altro: ‘Di’ al quel ricchione del tuo amico di uscire fuori in modo civile, la prossima volta.
01/09/2009
ROMA. Attimi di paura a Roma poco prima della mezzanotte per due bombe carta lanciate in via San Giovanni in Laterano, nella cosidetta ''Gay street''.
01/09/2009
TORINO. Via Monterosa. Un ragazzino, 16 anni, piange. Poi grida anche lui. Volano piatti. Minacce, botte. La situazione sta degenerando. Qualcuno chiama i carabinieri. «Gli ho detto che sono omosessuale», ha spiegato il ragazzino. «Lui lo sa benissimo, ma non vuole accettarlo». 06/09/2009
UDINE. Rincorso e poi insultato e minacciato ripetutamente da due giovani perché gay. In pieno centro a Udine, in una via poco distante dall’università. E in pieno giorno, più precisamente giovedì pomeriggio, poco dopo le 17.
08/09/2009
ROMA. Uno striscione con una scritta omofoba è stato affisso, stanotte, nei pressi di via Cavour, a Roma. Richiamandosi alla famosa frase pronunciata da Martin Luther King, la scritta ingiuriosa recita: “I have a dream. Froci al Colosseo, ma con i leoni”.
11/09/2009
FIRENZE. Un ragazzo di 26 anni, nella notte tra il 9 e 10 settembre, poche ore dopo il presidio-fiaccolata unitario sui ponti fiorentini contro l'omo/transfobia, e' stato pestato a sangue da due italiani in piazza Salvemini, nel pieno centro di Firenze, mentre rientrava a casa dopo una serata trascorsa in un locale gay fiorentino. E' stato portato al Pronto Soccorso e successivamente ricoverato d'urgenza. Gli sono state diagnosticate, oltre che contusioni e tumefazioni, molteplici fratture: agli zigomi, alla mandibola e al naso.
11/09/2009
MORNICO LOSANA (PV). «Mi vergogno. Mi vergogno di dire che sono nato in un paese che fa di tutto per scacciare due persone che da 11 anni vivono insieme senza dare fastidio a nessuno, ma che ogni giorno, da 11 anni, sopportano insulti, scherni e perfino sputi in faccia».
30/09/2009
Torre del Lago (LU). Stava tornando in albergo sul suo scooter quando una macchina ha sfanalato per intimargli di fermarsi. Il guidatore dell'automobile e alcune altri individui non identificati gli si sono scagliati addosso con violenza. Gli hanno tolto il casco e lo hanno preso a calci e pugni quindi derubato ricoprendolo di insulti di natura omofoba.
11/10/2009
ROMA. Una coppia gay è stata aggredita questo pomeriggio, nei pressi di via del Corso. I due sono stati avvicinati da sei giovanissimi, a bordo di 3 scooter. Il più giovane delle vittime dell'assalto - Francesco, 25 anni - è stato colpito con il casco alla testa e all'inguine.

13/10/2009
PADOVA. Infastidito dalle effusioni amorose tra due ragazze, un gruppo di magrebini l’altra sera in zona Portello a Padova ha usato le maniere forti: ne ha scaraventata una a terra e ricoperta di improperi. «Al nostro paese queste cose vengono punite con la lapidazione.
13/10/2009
CANICATTI’ (AG). Due minori dichiaratamente omosessuali sono stati oggetto di una brutale aggressione omofobica all’uscita dalla scuola da loro frequentata a Canicattì,in provincia di Agrigento.
15/10/2009
NAPOLI - Ieri sera intorno alle sei Mario (nome di fantasia), un giovane docente omosessuale napoletano, è stato aggredito da tre teste rasate nella stazione della metropolitana «Quattro Giornate». «Sei un ricchione di m..., sei un essere putrido» gli hanno gridato. Lo hanno costretto in un angolo, contro il muro, e gli hanno puntato un coltello sotto i genitali, minacciandolo: «Non urlare sennò sei morto».

17/10/2009
ROMA - Quattro ventenni gay, due brasiliani e due italiani, sono stati aggrediti nella notte a colpi di mazza da baseball.
18/10/2009
TORINO. «Sei solo un frocio-finocchio». «Qui bisognerebbe lavorare, non come fa qualcuno qui dentro che si guadagna da vivere facendo la prostituta». Denuncia avvenuta durante il corteo del Torino Pride da parte di un ragazzo gay di 35 anni che sfoggiava un vistoso cerotto sul naso. Un´aggressione accompagnata da insulti: «Sei solo un frocio, queste questioni dovrebbero essere risolte fra uomini e qui di uomo ci sono solo io». E per i titolari del ristoranti un aut-aut: «Scegliete. O me, o lui».
22/10/2009
MILANO. nella serata di Giovedì 22 Ottobre Fabio (nome di fantasia), ragazzo omosessuale di Milano è stato aggredito con pietre e bastoni da due ragazzi. Dopo aver inveito contro di lui con inequivocabili frasi omofobiche i due gli si sono scagliati addosso procurandogli la rottura dei legamenti del ginocchio.
24/10/2009
MILANO. Sabato notte, attorno alle 4 del mattino una coppia di ragazzi, Elio e Domenico, sono stati aggrediti in corso Lodi, vicino a porta romana da 4 ragazzi italiani. Mentre stavano rientrando a casa, nei pressi del locale Moquette, si è accostata loro una macchina dalla quale sono partiti una serie di insulti di chiaro stampo omofobico. Avvertito il pericolo la coppia di ragazzi ha accelerato il passo ma è stata raggiunta e bloccata. Elio è stato subito aggredito con calci e pugni, mentre Domenico, che era inizialmente riuscito a fuggire, è tornato indietro per difendere il compagno. Indispettiti dall’inaspettata reazione i quattro aggressori si sono accaniti su Domenico provocandogli tre fratture all’occhio sinistro, che con ogni probabilità dovranno essere ricomposte con una operazione.
26/10/2009
OSTIA. "Sono arrivati alle mie spalle, mi hanno gridato 'frocio comunista' e poi mi hanno massacrato di botte". Nella notte tra venerdì e sabato un trentenne, di cui non è stata resa nota l'identità, è stato assalito da tre persone a Ostia, sul litorale di Roma. Calci in faccia, sulla schiena fino a spaccargli il setto nasale e una costola. A scatenare la rabbia dei tre aggressori, molto probabilmente, l'abbigliamento del giovane.
4/11/2009
BRESSANA (PV). Minacciati e insultati per una sola «colpa», quella di essere gay e di vivere insieme come una coppia. Dopo l’ennesimo episodio, hanno presentato una denuncia ai carabinieri
6/11/2009
ROMA. Alle 6 del mattino, finita la serata alla Muccassassina un gruppo di ragazzi viene aggredito verbalmente da un passante."Froci di merda, dovete stare attenti, io vi ammazzo, io vi gonfio, vi spacco il culo e senza vasellina! Già me so fatto due anni de galera, non me ne frega un cazzo de tornacce!". Passata la sfuriata, l'uomo si incammina verso la propria macchina e prende un coltello. I ragazzi si rifugiano in un bar e informato dall'arrivo della polizia, l'uomo, insieme ad un amico arrivato in suo aiuto, fugge
9/11/2009
PALERMO. Da' un bacio gay all'amico in discoteca e viene sbattuto contro un muro e poi buttato fuori dal locale. "Trattato come un delinquente per un bacio come tanti, un bacio e basta, nessuna oscenita'", dice il ragazzo.
1/12/2009
MILANO. Un italiano di 47 anni, ha raccontato alla polizia di aver notato, prima dell'aggressione, i tre ragazzi a bordo di una station-wagon mentre si trovava nel piazzale del cimitero di Bruzzano, dove ogni sera si prostituiscono uomini di ogni età. Il gruppo aveva cercato di bloccare la sua auto, accendendo i fari abbaglianti. Spaventato, l'uomo si era quindi allontanato per poi rifugiarsi nel Mac Donald's, dove era stato comunque raggiunto e picchiato. Tutto è avvenuto davanti a diversi testimoni. I tre lo hanno buttato a terra per poi riempirlo di calci e pugni al volto, e gridando insulti pesanti ma l'uomo è riuscito a liberarsi entrando nell'ufficio del direttore del fast food. Gli agenti della Questura stanno cercando di risalire all'identità dei componenti della 'spedizione punitiva' anche attraverso le telecamere a circuito chiuso di cui è dotato il locale.
4/12/2009
FERRARA. Erano passate da poco le 21 quando un trans brasiliano di 33 anni è stato aggredito all’interno della sua abitazione in via Bologna da tre uomini incappucciati con calci, pugni e un bastone. A sua difesa è intervenuto anche il convivente della 43enne, che è stato a sua volta preso di mira dai delinquenti. Terminato il raid “punitivo”, i tre sono scappati facendo perdere le proprie tracce.
14/12/2009
RAVENNA. Rimorchia una bella ragazza in discoteca, salvo poi accorgersi in intimità che si tratta di un uomo. La reazione iniziale è di choc, poi subito dopo volano parole grosse. Marco è parecchio arrabbiato e va giù pesante, al punto che il transessuale oltraggiato gli molla un sonoro manrovescio. L'altro però ha ormai perso completamente il lume della ragione, prende dalla tasca qualcosa che assomiglia a un coltello e lo colpisce al braccio. Una ferita di striscio che però sanguina, cominciano le urla e a quel punto il giovane pensa bene di ingranare la marcia e scappare, lasciandosi dietro il trans che chiede aiuto.

AGGRESSIONI 2010

5/01/2010
FIRENZE - Un etiope e un egiziano, entrambi di 37 anni e da tempo residenti a Firenze, sono stati presi a calci e pugni in città la notte di San Silvestro da gruppi di giovani. Il primo scontro era stato reso noto dai carabinieri; oggi, sulle edizioni locali di alcuni quotidiani, la fidanzata di uno di loro parla di aggressione di stampo neofascista. Il secondo è stato denunciato, sugli stessi giornali, dalla vittima: «Mi gridavano finocchio, arabo e negro di m...».
Dinamica simile - e descrizione simile degli aggressori - per l’assalto raccontato dall’egiziano (anche per lui 30 giorni di prognosi): «Erano fermi vicino a un locale frequentato anche da gay - racconta - Sembravano cercassero un pretesto per attaccar briga.
19/01/2010
Avrebbe una matrice omofobica la violenta aggressione consumatasi nei giorni scorsi sul Lungolago cittadino costata una prognosi di 40 giorni, in larga misura determinata dalla frattura di un braccio e da una serie di ferite in varie parti del corpo, a un quarantenne residente in città.
6/02/2010
Enrico Pizza, assessore alla mobilità del Comune di Udine, è stato vittima di un’aggressione verbale omofoba da parte di tre uomini, tra i quali uno dell’estrema destra udinese.
11/03/2010
Giacomo, studente di 19 anni, stava attaccando in bacheca volantini che promuovono una rassegna di cinema gay, quando un giovane lo ha avvicinato: «Attaccane un altro e ti ammazzo di botte — ha gridato — per voi malati qui non c’è posto». Era l’ora di pranzo di giovedì. Alla scena, durata diversi minuti, hanno assistito alcuni studenti, che hanno espresso solidarietà a Giacomo.
13/03/2010
Discoteca Mon Amour di Rimini. Un ragazzo 26enne marocchino, dopo aver scambiato un bacio con il proprio compagno mentre ballavano, è stato avvicinato da un addetto alla sicurezza che lo ha invitato a seguirlo fuori dal locale e, una volta usciti, lo ha insultato con epiteti come Recchione di merda e minacce come Non farti più vedere perché se no ti faccio male. Successivamente il buttafuori ha chiamato un collega e insieme hanno colpito ripetutamente il giovane alla testa, al torace e alla mano, provocandogli tra l’altro un trauma cranico lieve.
5/04/2010
Omofobia a Firenze. Travestito aggredito e malmenato da due uomini.
13/04/2010
Gravissimo atto di aggressione fisica e verbale nei confronti della comunità lgbt pavese, riunita al bar Dublino dopo la manifestazione in Piazza Vittoria. Due uomini hanno prima insultato, poi aggredito alcuni presenti tra questi la Vice Presidente di Arcigay Pavia Barbara Bassani e il socio fondatore Giuseppe Polizzi che è stato afferrato ripetutamente per il collo e sbattuto a terra con conseguente prognosi di 8 giorni al S. Matteo.
25/04/2010
Preso per il collo, schiaffeggiato e insultato a bordo di un autobus notturno nella zona di Trastevere a Roma perchè gay. Tra l'indifferenza di tutti. A fare le spese dell'ennesima aggressione omofoba nella Capitale è stato Mattia, 22 anni, studente e volontario di Arcigay, che si trovava su un bus notturno tra sabato e domenica scorsi.

16/04/2010
CANAZEI. Non una zuffa tra due ubriachi, ma un brutale pestaggio di gruppo per motivi sessuali. Questo è emerso dal racconto di Gianluca Costantino, il ventenne di Canazei in carcere a Trento con l’accusa di tentato omicidio e lesioni gravi per aver bastonato a sangue il cuoco inglese John William Harris, 45 anni, trovato domenica vicino al bosco, nudo e in stato di ipotermia.
9/05/2010
Bolzano. Due ragazzi sono rimasti vittime di un grave pestaggio all'uscita del Disco-Pub "Sei come Sei", noto locale gay-friendly in via Buozzi a Bolzano. I due giovani si sono fermati ad un chiosco a mangiare qualcosa. Qui, secondo le testimonianze, si sarebbero scambiati delle effusioni, cosa che avrebbe provocato fastidio ad un gruppo di sette persone che sono presto passati dalle parole alle mani. Dopo il fatto gli aggressori sarebbero scappati, ma un testimone avrebbe fatto in tempo a leggere la targa della macchina. Una delle vittime è finita in ospedale con un braccio rotto.
11/05/2010
Bolzano. Aggressione notturna davanti a un chiosco: "Quando ci siamo scambiati un bacio il gruppetto si è avvicinato e ha cominciato a insultare _ racconta la vittima _ poi mi ha scaraventato a terra e mi ha preso a calci e pugni. Credevo di morire". Gli aggressori sono fuggiti prima dell'arrivo della polizia.