28 gennaio 2012

Brescia: annullate le perquisizioni immotivate, accolte le tesi degli attivisti!

Il Tribunale del riesame di Brescia ha giudicato immotivate le perquisizioni effettuate dalla questura nelle case, posti di lavoro, autovetture, di 5 attivisti del Kollettivo studenti in lotta, Magazzino47 e Sinistra critica.

Immotivato anche il sequestro di computer, macchine fotografiche, videocamere, chiavette usb, volantini, adesivi e pompe per biciclette, di cui è stata quindi disposta la restituzione immediata.
Sono state accolte le tesi degli attivisti, che hanno denunciato l'assurdità del fantasioso collegamento tra manifestazioni pubbliche, occupazioni dimostrative di edifici abbandonati, esposizione di striscioni su edifici pubblici con la preparazione di iniziative armate contro il governo.
La questura di Brescia, con l'avallo di qualche sostituto procuratore, sta conducendo una campagna persecutoria e di intimidazione pesante contro l'area politica e sociale che rappresenta la vera opposizione al potere economico-finanziario e politico che domina Brescia e l'Italia.
Lo stesso meschino intento che ha portato questa mattina a decine di fermi e perquisizioni in tutta Italia contro attivisti del movimento No Tav.

A Brescia non si perseguono i razzisti che si annidano nelle istituzioni, i padroni che sfruttano e truffano i migranti, gli evasori fiscali, le banche che fanno grandi speculazioni.
Dalla lotta della Gru in poi invece sono state sporte centinaia di denunce contro un'area politico-sociale che ha condotto le lotte per i diritti di tutti, le lotte per la difesa degli spazi sociali, le lotte contro la controriforma della scuola, contro i tagli dei servizi sociali e sanità , contro le privatizzazioni innanzitutto dell'acqua, le lotte per la difesa dell'ambiente dagli assalti delle amministrazioni corrotte da capitalisti affamati di profitti a tutti i costi.
In Italia esistono ancora minime garanzie democratiche e spazi di agibilità politica, conquistati dalle lotte dei lavoratori e studenti.
Li difenderemo continuando a lottare per una società di diritti e giustizia sociale, contro gli assalti di chi ha come modello gli stati autoritari senza diritti e libertà democratiche, di chi vuole ridurre
Brescia e l'Italia in una grande caserma per salvaguardare gli interessi dei padroni, delle banche, dei razzisti.
Le nostre vite valgono più dei loro profitti!

Centro Sociale Magazzino47

Kollettivo Studenti in Lotta

Sinistra Critica Brescia

27 gennaio 2012

Basta repressione, solidarietà agli arrestati! Siamo tutt@ NO TAV!


Un'operazione di polizia è scattata all'alba in tutta Italia per l'esecuzione di oltre 30 ordinanze di custodia cautelare in relazione agli incidenti avvenuti lo scorso 3 luglio in Val Susa contro la linea ferroviaria Tav Torino-Lione. I reati contestati sono lesioni, violenza e resistenza a pubblico ufficiale per gli incidenti al cantiere della Tav di Chiomonte (Torino). Le ordinanze sono state emesse dal Gip di Torino, Federica Bompieri, su richiesta del Procuratore aggiunto Andrea Beconi, nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Questura del capoluogo piemontese. La notifiche delle ordinanze è in corso in varie città italiane, da Palermo a Trento; il maggior numero di provvedimenti riguarda persone residenti in Piemonte (Ansa)

Ancora una volta la repressione colpisce uno dei movimenti più imponenti e partecipati degli ultimi anni, capace più volte di bloccare la costruzione di un’opera dannosa e totalmente inutile come la Tav.Come giustamente dicono alcuni esponenti del movimento No Tav l’operazione mira a far passare il movimento come una frangia estremista avulsa dal territorio, ma è anche un attacco a tutti gli altri movimenti che mirano a difendere i propri diritti e che vedono nella No Tav un punto di riferimento.

Gli arresti inoltre fanno parte chiaramente della strategia di questo governo che non sopporta nessuna forma di opposizione o di dissenso alle sue politiche e, come sappiamo, la costruzione delle “grandi opere”, così come le liberalizzazioni e in generale il piano di austerità, sono provvedimenti “necessari” contro i quali non ci si può opporre perché bisogna “salvare l’Italia”. Dal nostro punto di vista costruire un’opera che distrugge un intero territorio per garantire più profitti ai privati non ci sembra affatto un’operazione necessaria, né tantomeno utile.

Sinistra Critica esprime la sua totale solidarietà agli arrestati e sosterrà le iniziative che verranno prese nei prossimi giorni dal movimento No Tav.

Basta con la repressione! Liber@ tutt@!

Esecutivo Nazionale Sinistra Critica

24 gennaio 2012

Il rapporto OCSE sull'Italia


Quando anche il rapporto Ocse sancisce quello che solo alcuni pochi "dissidenti" ripetono da diversi anni vuol dire che la situazione è molto seria. Ieri il programma "Divided we stand" dell'Ocse ieri ha presentato la sua "nota" sull'Italia alla presenza della ministra Fornero. E ne viene fuori un ritratto impietoso.

"La disuguaglianza dei redditi tra le persone in età lavorativa è aumentata drasticamente nei primi anni Novanta e da allora è rimasta a un livello elevato, nonostante un leggero calo verso la fine del primo decennio degli anni duemila. La disuguaglianza dei redditi in Italia è superiore alla media dei Paesi Ocse, più elevata che in Spagna ma inferiore che in Portogallo e nel Regno Unito.
Nel 2008, il reddito medio del 10% più ricco degli italiani era di 49.300 euro, dieci volte superiore al reddito medio del 10% più povero
(4.877 euro) indicando un aumento della disuguaglianza rispetto al rapporto di 8 a 1 di metà degli anni Ottanta.
Le imposte sui redditi e i sussidi sociali hanno un ruolo importante nella redistribuzione del reddito in Italia, riducendo la disuguaglianza di circa il 30%

La proporzione di reddito detenuta dallo 0.1% della popolazione è aumentata da 1.8% a 2.6% nel 2004. Allo stesso tempo, le aliquote marginali dell'imposta sui redditi più alti si sono quasi dimezzate passando dal 72% nel 1981 al 43% nel 2010. (la pressione fiscale, quindi, è diminuita per i redditi più alti generando un impatto esplosivo sul debito pubblico, ndr).
Un ruolo maggiore del reddito da lavoro autonomo. L’aumento dei redditi da lavoro autonomo ha contribuito in maniera importante all’aumento della disuguaglianza dei redditi da lavoro: la loro quota sul totale dei redditi è aumentata del 10% dalla metà degli anni Ottanta e i redditi da lavoro autonomo sembrano ancora predominare tra le persone con i redditi più alti, al contrario di molti altri Paesi OCSE.

I lavoratori meglio pagati lavorano più ore. In Italia la differenza tra le ore di lavoro dei lavoratori meglio e peggio retribuiti è aumentata, confermando l’andamento visto nella maggior parte dei Paesi OCSE. Dalla metà degli anni Ottanta, il numero annuale di ore di lavoro dei lavoratori dipendenti meno pagati è diminuito, passando da 1580 a 1440 ore; anche quello dei lavoratori meglio pagati è diminuito, ma in minor misura, passando da 2170 a 2080 ore

Sempre più persone si sposano con persone con redditi da lavoro simili ai loro. Questo cambiamento sociale ha contribuito ad un terzo dell'aumento della disuguaglianza di reddito da lavoro tra le famiglie. L’aumento della disuguaglianza dei redditi da lavoro maschile rimane, tuttavia, la prima causa dell’aumento della disuguaglianza totale spiegandone la metà.

La redistribuzione attraverso i servizi pubblici è diminuita. Come in molti paesi OCSE, in Italia sanità, istruzione e servizi pubblici destinati alla salute contribuiscono a ridurre di circa un quinto la disuguaglianza di reddito. Gli stessi contribuivano a una riduzione della disuguaglianza pari a circa un quarto nel 2000. La spesa sociale in Italia è basata prevalentemente su trasferimenti pubblici, come per esempio i sussidi di disoccupazione, piuttosto che da servizi.
Ma la capacità di stabilizzare la diseguaglianza del sistema impositivo e dei sussidi è aumentato. Imposte e sussidi compensavano metà dell’aumento della disuguaglianza del reddito da lavoro e da capitale (che include gli stipendi lordi, i risparmi e il reddito da capitale) prima della metà degli anni Novanta. Da allora hanno compensato quasi interamente l’aumento della disuguaglianza del reddito da lavoro e da capitale".

Con questa analisi, l'Ocse si spinge a fare delle raccomandazioni politiche "fondamentali" che si mantengono sul generico ma stavolta non replicano le solite ricette liberiste. Al primo posto c'è, infatti, l'idea che "l’occupazione è il modo per migliore di ridurre le disparità". Quindi "posti di lavoro qualitativamente e quantitativamente migliori". E' poi "essenziale investire nelle risorse umane, un processo che deve iniziare dalla prima infanzia ed essere sostenuto per tutto il ciclo di istruzione obbligatoria". Si parla, ovviamente di "riforma delle politiche fiscali e previdenziali" ma anche della necessità che "per i gruppi a basso reddito in coincidenza con le fasi recessive evidenziano l’importanza del ruolo degli ammortizzatori sociali, dei trasferimenti pubblici e delle politiche di sostegno del reddito".

Ma a essere rilevante è l'invito a intervenire sui redditi più elevati: "La quota crescente di reddito per la popolazione con le retribuzioni più elevate suggerisce che la sua capacità contributiva è aumentata. In tale contesto, le autorità potrebbero riesaminare il ruolo redistributivo della fiscalità onde assicurare che i soggetti più abbienti contribuiscano in giusta misura al pagamento degli oneri impositivi". Chi più ha più paghi, è il messaggio.
Importante anche "l’offerta di servizi pubblici gratuiti e di qualità elevata in ambiti quali l’istruzione, la sanità e l’assistenza familiare".

13 gennaio 2012

Governo Monti contro l'acqua e la democrazia


di Marco Bersani (Attac Italia)
Il re è nudo e finalmente tutti possono vederlo. Salutato come salvatore della patria e liberatore dall’incubo berlusconiano, il Governo “tecnico” dei professori, dopo aver approvato la prima fase d macelleria sociale come regalo natalizio, si appresta ora al secondo decisivo affondo : la cancellazione di ogni spazio pubblico nella gestione della società e delle comunità territoriali.
Incurante del fatto che la drammatica crisi globale in cui siamo immersi segni in prima istanza il definitivo fallimento delle politiche liberiste; indifferente al fatto che i referendum dello scorso giugno abbiano chiaramente indicato la fine del consenso sociale all’ideologia del “privato è bello”,il Governo Monti persevera imperterrito nella funzione per cui è stato voluto dai poteri forti economico-finanziari e subìto dall’inconsistenza politica dei partiti di centro-destra e di centro-sinistra : passare dal “privato è bello” al “privato è ineluttabile e obbligatorio”.
Un modello capitalistico in crisi di sovrapproduzione da oltre due decenni, posticipata ad oggi grazie all’enorme espansione della speculazione finanziaria, di fronte al precipitare sistemico della propria crisi ha davanti a sé una sola strada per mantenersi in vita : smantellare totalmente i diritti del lavoro (fase 3 del Governo “tecnico”) e mettere a valorizzazione finanziaria tutti i beni pubblici, a partire da quelli ad alta redditività perché primari ed essenziali come l’acqua.Ventisette milioni di donne e uomini di questo Paese, nel giugno scorso, hanno votato per l’affermazione dell’acqua come bene comune e diritto umano universale e per la sua gestione partecipativa e senza logiche di profitto.
Le stesse donne e uomini hanno votato anche in difesa dei servizi pubblici locali contro le strategie di privatizzazione. Quel risultato, frutto di una mobilitazione sociale dal basso e senza precedenti, costituisce la vera spina nel fianco dei poteri forti, intenti a trasmettere ad ogni piè sospinto le esigenze dei mercati, nuove divinità colleriche cui fare sacrifici per garantirsene la benevolenza. Cancellare quel risultato diviene prioritario per poter procedere: e se non si può farlo con un consenso ormai perso, deve essere utilizzata l’autorità.Solo così si spiega il disprezzo per il voto referendario espresso a più riprese in questi giorni da diversi esponenti di governo in trasmissioni televisive e in dichiarazioni sui mass media.
Solo così si spiega come, dietro la foglia di fico delle “liberalizzazioni” di alcune categorie di servizi, ci sia la volontà di intervenire sulla gigantesca torta dei servizi pubblici locali (70 mld di euro solo per gli investimenti negli acquedotti). Nella crisi sistemica, l’antagonismo tra democrazia e mercato non potrebbe essere più evidente : per il prof. Monti –quello del ripristino del rispetto per le istituzioni- il voto consapevole e costituzionalmente garantito della maggioranza assoluta degli italiani nulla conta di fronte all’esigenza delle multinazionali francesi e nostrane di poter usufruire di un business garantito come quello sull’acqua.
La posta in gioco questa volta è drammatica : in gioco non c’è solo –e non è poco- un bene primario come l’acqua; sotto attacco c’è la democrazia, ovvero il diritto per le donne e gli uomini di questo Paese di poter decidere sui beni che a tutti appartengono e sulla loro gestione.Il Governo Monti va immediatamente fermato.
Possiamo farlo perché siamo molti più di loro, possiamo farlo perché consapevolmente abbiamo attraversato le strade e le piazze di questo Paese portando il nuovo linguaggio dei beni comuni e della democrazia partecipativa come risposta alla dittatura dei mercati finanziari; possiamo farlo perché tra la Borsa e la vita abbiamo scelto, tutte e tutti assieme, la vita. Il re è nudo : riempiamo le piazze e, al suo passaggio, indichiamolo con il dito e sorridiamo di futuro.

12 gennaio 2012

Appello: contro la repressione in Egitto e Siria

BASTA CON LA REPRESSIONE IN EGITTO E IN SIRIA,
LIBERTA’ PER I POPOLI ARABI CONTRO OGNI INTERVENTO MILITARE STRANIERO DIRETTO E INDIRETTO NELLA REGIONE

Per aderire: appellosiriaegitto@gmail.com

Il bisogno di libertà e la tenace lotta per la giustizia delle donne egli uomini del nord Africa e del medio oriente non si ferma. Ancora nelle piazze dell’Egitto e della Siria – come in altri paesi arabi - migliaia di persone manifestano per mettere fine a regimi autoritari e illegittimi; ancora le cosiddette “forze dell’ordine” uccidono, reprimono, cercano di fermare le rivolte per la giustizia, la libertà, la dignità.
In Egitto le elezioni formalmente “democratiche” non hanno messo fine al dominio delle forze armate e alla repressione della parte più radicale e conseguente del movimento democratico e rivoluzionario. Le proteste al Cairo, gli scioperi di diversi settori produttivi, le manifestazioni delle donne sono il segno di un processo democratico che non si può fermare alle sole elezioni e soprattutto non può essere sotto la tutela delle forze armate.
Perché l’Egitto possa davvero avviarsi sulla strada della democrazia, le forze armate devono abbandonare il potere politico e i loro affari economico-finanziari.
In Siria, il regime di Bashar El Assad da mesi sta reprimendo con violenza le manifestazioni dell’opposizione. Migliaia di morti documentati da testimoni indipendenti, espulsione o arresti di giornalisti non legati a testate “embedded” al regime (o a qualche altro interesse straniero); migliaia di arresti di dissidenti, ammessi dallo stesso regime; repressione della libertà di stampa, compresi omicidi e pestaggi di giornalisti, vignettisti, esponenti di organismi di difesa dei diritti umani; applicazione costante dello stato di emergenza malgrado la promessa di una cancellazione mai di fatto avvenuta. La legittimità del regime baathista è da tempo finita e non è possibile sostenerla sulla base degli schieramenti internazionali e nella regione.
La popolazione siriana è vittima più volte: è vittima della repressione e dell’autoritarismo del regime; è vittima del disinteresse della cosiddetta “comunità internazionale” preoccupata che possa saltare un equilibro regionale che garantisce oggi un stato di conflitto “freddo” utile agli interessi di Usa, Europa, Israele e delle altre potenze regionali e non; vittima delle manovre dei regimi arabi reazionari (Arabia saudita, Giordania e Qatar in prima fila) che vorrebbero scalzare Assad per insediare un regime più malleabile ai loro interessi.
Noi non possiamo e non vogliamo arrenderci alle ragioni della “geopolitica” ma vogliamo schierarci con le ragione della libertà, della giustizia, della dignità.
Siamo contro qualsiasi intervento militare in Siria sia perché il recente precedente libico ha mostrato le sofferenze, i morti causati dalla Nato per “proteggere” i civili, l’indegno gioco sulla pelle delle popolazioni, sia perché qualsiasi intervento straniero sottrarrebbe alla popolazione siriana e alle forze democratiche e rivoluzionarie il controllo sul futuro del loro paese e la sua sovranità, rendendolo prigioniero degli interessi delle grandi potenze e/o delle potenze regionali. In questo senso, segnerebbe l'affossamento di qualsiasi sbocco positivo della rivolta e un ulteriore colpo al processo rivoluzionario in tutto il mondo arabo e mediorientale.
Vogliamo sostenere le/i democratiche/democratici egiziane/i nella loro lotta per una vera democrazia e il rispetto dei diritti umani e di giustizia e dignità.
Per tutto questo facciamo appello a tutte/i le/i democratiche/ci perché si sviluppi anche in Italia una campagna forte e diffusa:
  • per il sostegno alla popolazione siriana e ai democratici egiziani, la fine della repressione – e per il sostegno a tutte le popolazioni arabe in rivolta e in solidarietà alla forze popolari, democratiche e rivoluzionarie;
  • contro la repressione dei regimi e per il loro isolamento politico internazionale – dal basso e istituzionale – che non comporti embarghi contro la popolazione;
  • contro ogni possibile intervento militare “senza se e senza ma”: no ad ogni missione “umanitaria”, alle NoFlyZone (primo passo della guerra), all’invio di truppe e all’utilizzo delle basi militari in Italia. Vogliamo che l’Onu organizzi una commissione di inchiesta indipendente e non armata che si rechi immediatamente in Siria e verifichi le violazioni dei diritti umani e costruisca le condizioni per elezioni libere e la fine della repressione.

Luisa Morgantini, Alessandra Mecozzi, Loretta Mussi, Vittorio Agnoletto, Riccardo Troisi, Germano Monti, Vauro Senesi, Fabio Marcelli,Ciro Pesacane, Simona Castaldi, Laura Quagliolo, Marco Bersani, Salvatore Cannavò, Franco Russo, Dario Rossi, Rita Lavaggi, Olivia Pastorelli, Karim Metref, Sancia Gaetani, Stefano Tassinari, Riccardo Torreggiani, Paola Canarutto, Tonio Dall’Olio, Alessia Montuori, Massimo Torelli, Piero Maestri, Christian Elia e redazione “E”, Antonio Lupo, Fabrizio Burattini

10 gennaio 2012

A Verona non suona il nazirock

Annullato il concerto Nazi all'area Ex Enel a Verona

Abbiamo appreso con soddisfazione la notizia dell’annullamento del concerto nazirock, previsto per la sera del 14 gennaio presso l’ex area Enel di Basso Acquar. L’associazione Gardensport, che gestisce lo spazio, ha preso questa decisione dopo la pubblicazione sui media del nostro precedente comunicato, in cui si fornivano informazioni sulle band che sarebbero intervenute, tutte appartenenti all’area cd. “non conforme”, legata alla destra radicale.

L’evento era pubblicizzato su vari siti e blog dell’estrema destra, che stava organizzando anche dei pullman per raggiungere Verona. Naturalmente chi ha organizzato il concerto potrebbe decidere di spostarlo in un altro spazio, è quindi necessario monitorare in questi giorni la situazione per capire come procederà, anche perché, evidentemente, la controinformazione preventiva (almeno qualche volta) dà dei risultati. Spiace constatare che, da parte delle istituzioni preposte, in primis la prefettura, organo locale del governo, non giunga alcun segnale d’allarme su tali (e altre) iniziative, pur essendo Verona una città già duramente colpita da fatti criminosi legati a questa area politica.

Il punto interrogativo riguardante in particolare il manifesto affisso per pubblicizzare il concerto, in cui si assicura la tessera gratuita annuale del circolo per chi sarebbe entrato allo “spettacolo” (costo dell’entrata 15 euro), è stato chiarito dai gestori dell’area ex Enel, i quali hanno spiegato che chiunque entri nel sito Internet della loro associazione può scaricarsi la tessera.

Aldilà dell’evidente ingenuità delle persone che gestiscono l’associazione, che hanno detto di non essere informati né sul tenore del concerto né sui gruppi musicali, resta il tentativo di qualcuno, per ora anonimo, di avvicinare la gente, soprattutto i giovani, alla cultura della destra estrema. Del resto, come già era stato sottolineato nel nostro precedente comunicato, e come la recente azione di Forza Nuova a Verona - i manichini impiccati ai ponti per protestare contro Equitalia - dimostra, questi gruppi stanno tentando il tutto per tutto, usando l’attuale stato di crisi, per radicarsi nei territori.

Una manovra che bisogna tener d’occhio attentamente, sia che si tratti di iniziative culturali “non conformi” sia di conferenze sulle banche o richieste populiste di vario genere (casa, servizi ecc.), tutti argomenti e settori di intervento che in altre città sono stati in parte occupati dai gruppi dell’estrema destra, da CasaPound a Forza Nuova e satelliti vari.

Il presidio previsto per sabato 14 febbraio 2012 in Basso Acquar è per ora annullato. Rimaniamo in attesa di ulteriori sviluppi sul possibile spostamento della serata in altro luogo, in quel caso ci riattiveremo riconvocando il presidio.


Circolo Pink GLBTE Verona, Federazione della sinistra, FGCI, Giovani Indignati, Sinistra Critica

06 gennaio 2012

A Verona torna il nazirock


Manifestazione-presidio regionale antifascista sabato 14 gennaio dalle ore 17.00 in poi in Basso Acquar 30/A, Verona - riferimento Dondi salotti e distributore IP

Sono passati dieci anni da quando gli assessori di AN della fu giunta Sironi patrocinavano e finanziavano concerti, mostre, iniziative "non conformi", in parole spicce il meglio della "cultura alternativa" della destra radicale. Non ne avevamo nessuna nostalgia ma altri invece sì, dal momento che il 14 gennaio p.v. cinque gruppi musicali "non confor mi" suoneranno al Circolo Area Enel di via Basso Acquar.
Titolo e sottotitolo sono piuttosto esplicativi "I nostri sogni di rivoluzione. Dalle ore 21 a Verona carezze e colpi di rasoio", ancora più chiarificatori i nomi dei gruppi, TimeBombs, Blind Justice, Still Burnin'Youth-Ns Hardcore, No Prisoner, Green Arrows, tutti appartenenti all'area "non conforme". Sul sito "Archivio non conforme", presente anche su Facebook e su You Tube, le band sono ampiamente pubblicizzate con camerati eccellenti come gli Zetazeroalfa, Hobbit, Aurora, Hate for Breakfast, 270 bis, Amici del Vento, Antica Tradizione, Civico 88, Compagnia dell'Anello, Gesta Bellica, Imperium, Legittima Offesa, il fu Massimo Morsello, Peggior Amico, Ultima Frontiera e tanti altri. La "cultura non conforme" dispone anche di un'agenzia stampa, Novopress, presente in quasi tutti i Paesi europei.

Verona, luogo di attività dei "fascisti del Terzo Millennio", ossia CasaPound con annessi e connessi, con sedi di Forza Nuova anche in provincia, dove gli studenti di estrema destra sono presenti sia nelle scuole superiori che all'università, per non parlare della tifoseria ultras dell'Hellas, è ovviamente la tappa ideale per un tour di questo tipo. E, infatti, il concerto sta richiamando nazi da tutta Italia, sui loro siti Internet e sui vari social network, i camerati stanno organizzando pullman per assistere all'evento.
Del resto uno dei padri fondatori del nazirock nostrano, l'ex skinhead Andrea Miglioranzi, bassista dei Gesta Bellica, ex Fiamma Tricolore, siede oggi in consiglio comunale come capogruppo della Lista Tosi e probabi lmente si ripresenterà alle prossime amministrative di primavera, mentre pochi si chiedono come mai, ad un certo punto delle indagini sugli ultimi episodi di violenza contro i "diversi", dall'aggressione a Nicola Tommasoli con il tragico epilogo della sua morte a quella contro Francesca Ambrosi e i suoi amici in piazza delle Poste fino all'ultimo episodio che ha coinvolto un ragazzino cingalese di 14 anni, vittima di tre ragazzotti in quel di borgo Trento, salta sempre fuori una bandiera di Forza Nuova, manifesti di qualche gruppo della destra radicale, foto e video come sopra, spesso legati anche all'ambiente degli ultras dell'Hellas, insomma matasse di fili intrecciate con l'estrema destra.

Dopo l'assassinio di due uomini di origine senegalese a Firenze, ad opera di un simpatizzante di CasaPound che poi si è suicidato, la figlia di Ezra Pound ha g iudicato la misura colma ed ha denunciato l'associazione neofascista per l'uso improprio del nome del padre, mentre in tutta Italia si sono svolte manifestazioni antifasciste e antirazziste, durante le quali è stata chiesta da più voci la chiusura delle sedi della destra radicale, che in alcune città, come appunto Verona, godono anche di appoggi istituzionali (come dimenticare la comparsata del sindaco Flavio Tosi, appena eletto, alla manifestazione organizzata dalla destra radicale, con tanto di saluti e strette di mano?).
Se qualcuno non fosse convinto di quanto qui sostenuto, alleghiamo i manifesti dei concerti di questi gruppi, un paio di testi delle canzoni e invitiamo chi usa il computer a visitare qualche sito "non conforme", ce n'è per tutti i gusti e in tutte le lingue, in particolare consigliamo come particolarmente "hard" ci nghiamattanza, con foto iniziale di un pestaggio. Ma tutti i siti, i collegamenti, le foto e i video contengono riferimenti espliciti a ideologie e gruppi dell'ultradestra sia italiana che europea, con esplicite dichiarazioni d'amore per i personaggi e l'ideologia del nazifascismo o deliri nazionalisti e identitari, con sfondi xenofobi e omofobi, quando va bene.
In questo contesto di crisi pensiamo sia quanto mai necessario non lasciare a fascisti e leghisti la possibilità di spargere il loro odio ed il loro razzismo istituzionale o di strada. Tali forze (che come la Lega hanno condiviso responsabilità di governo) provano infatti a sfruttare l'esasperazione di chi è impoverito dalla crisi e dalle misure classiste dei governi Berlusconi e Monti, soffiando sul fuoco del razzismo e della divisione sociale.

Alla luce di tutto questo e di molto altro che ci sarebbe da dire ma in un comunicato stampa lo spazio è limitato pensiamo sia necessario (purtroppo e ancora una volta) chiedere l'annullamento del concerto e chiamare a raccolta i gruppi, le associazioni, i partiti, i singoli antifascisti per una manifestazione-presidio regionale che si terrà nel giorno previsto per il concerto, il 14 gennaio c.m., dalle ore 17 in poi in Basso Acquar.

Circolo Pink GLBTE Verona, Federazione della sinistra, FGCI, Giovani Indignati, Sinistra Critica

Cile, la dittatura non è mai esistita


di Luca Galassi
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Il ministro dell’Educazione cileno, Harald Beyer, ha confermato che il governo del presidente Sebastian Pinera ha modificato i libri di testo base delle scuole elementari, sostituendo la parola ‘dittatura’ con ‘regime militare’ in riferimento al periodo di governo del generale Augusto Pinochet (1973-1990).
A diffondere la notizia il quotidiano on-line ‘La Jornada’. Beyer, diventato ministro il 29 dicembre in sostituzione di Felipe Bulnes, ha ammesso che si tratta di un tema delicato. “Riconosco che è stato un governo dittatoriale – ha affermato Beyer – ma per le prime classi verrà usata l’espressione più generica di regime militare”. La destra cilena, tornata al potere dopo 20 anni, fornì sostegno ideologico alla dittatura di Pinochet, iniziata l’11 settembre 1973 dopo aver abbattuto il governo socialista di Salvador Allende. Per lungo tempo ha evitato di ammettere l’esistenza di una dittatura, riconoscendo le violazioni dei diritti umani, compresi 30 mila casi di tortura, anche su bambini, che sono stati documentati in un rapporto consegnato a Pinera nel 2011. Circa 700 ex militari sono stati processati e oltre un migliaio di cause sono state affrontate nelle aule di giustizia negli ultimi 22 anni, successivi alla fine della dittatura.

Argentina, Glaxo multata per irregolarità nella vaccinazione di bambini poveri

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Il laboratorio britannico GlaxoSmithKline dovrà pagare una multa pari a 179mila euro, per aver commesso irregolarità nell’ottenere i permessi da parte dei genitori dei bambini, da sottoporre alla sperimentazione di vaccini contro la polmonite e l’otite acuta. In seguito alle iniezioni, nel biennio 2007-08, 14 bambini sono deceduti, anche se non esistono le prove che le morti siano collegate alle sperimentazioni.

La decisione è stata presa dal giudice Marcelo Aguinsky di Bueno Aires, dopo un’inchiesta dell’Administración Nacional de Medicamentos, Alimentos y Tecnología Médica (Anmat). La Glaxo dovrà pagare solo 71mila euro, mentre i due medici Héctor Abate y Miguel Tregnaghi ne dovranno pagare circa 54mila a testa.

Il giudice ha confermato che i permessi furono firmati da padri minorenni, nonni che non avevano l’autorizzazione a farlo, parenti analfabeti e, persino, in un caso, da una madre sotto trattamenti psichiatrici e incapace di intendere e volere. Inoltre si è scoperto che le quantità di vaccino somministrato non teneva conto delle condizioni fisiche dei bambini.

La multinazionale farmaceutica si è difesa dicendo che i test: “Sono stati portati a termine seguendo i più alti standard etici e scientifici internazionali”, e sottolineando che “In nessun momento il ministero della Salute ha messo in discussione la sicurezza del vaccino e dello studio”.

05 gennaio 2012

Basta con la repressione, solidarietà ai compagn@ di Brescia.

Questa mattina alle ore 6,00 agenti della DIGOS e della squadra mobile, mandato della procura alla mano, hanno perquisito le abitazioni di 5 attivisti del movimento bresciano - 3 studenti medi appartenenti al Kollettivo Studenti in Lotta, 1 attivista del centro sociale Magazzino 47 ed un dirigente di Sinistra Critica e collaboratore di Radio Onda d'Urto.
Il mandato di perquisizione dice testualmente: “poichè i soggetti in questione, con particolare riferimento a ..., sono tra i fomentatori dei disordini che si stanno verificando a Brescia, anche con riferimento alla nota vicenda dello sfratto del Magazzino47, sono da ritenere socialmente pericolosi e, quindi vi è fondato motivo di ritenere che questi possano occultare armi da utilizzare nelle manifestazioni che si prevedono anche in merito alla contestazione alla manovra economica del governo.....”.
Alla fine sono sono stati sequestrati pericolosissimi computer, macchine fotografiche, videocamere, telefoni cellulari, caschi da motociclista e da sci, pompe di bicicletta, adesivi. E la Questura ha vantato i «risultati positivi" delle perquisizioni, che avrebbero raggiunto gli obiettivi prefissati - affermazioni che in alcuni organi di stampa hanno portato a parlare di «armi ritrovate".
Alla gravità dell'episodio si aggiunge il vergognoso ripristino di terminologie e pratiche già viste diverse volte nel nostro paese: ancora dobbiamo sentire parlare di «pericolosità sociale» di militanti politici conosciuti e che agiscono pubblicamente e in movimenti collettivi? Ancora dobbiamo sopportare la provocazione della criminalizzazione di ogni comportamento di opposizione radicale, tirando fuori dal cappello la «possibile» occultazione di armi?
Equiparare manifestazioni di massa ed azioni dimostrative, per quanto militanti e radicali, con l'organizzazione di manifestazioni armate, (insurrezionali???) sembrerebbe una follia, ma è una follia estremamente pericolosa. L'isteria repressiva che sembra aver colpito negli ultimi mesi le “forze dell'ordine” a Brescia (con la copertura di alcuni magistrati, non si capisce se insipienti o complici) sta assumendo caratteristiche di vera e propria “caccia alle streghe” - e sembra caratterizzare una sperimentazione di una gestione dell'ordine pubblico già cara al ministro Maroni e che oggi continua contro migranti e attivisti politici e sociali .
L'obiettivo, oltre colpire “i sobillatori di disordini” (altro uso del linguaggio che dimostra il feedback mussoliniano dei nostri eroi in uniforme) punta in realtà a schiacciare, con una specie di “repressione preventiva” che è un mostro giuridico ogni volontà di ribellione contro l'ingiustizia sociale.
Di fronte alla volontà del governo Monti-Napolitano di far pagare la crisi a lavoratrici e lavoratori, studenti, pensionate/i e migranti per salvaguardare i profitti e le rendite di banchieri e capitalisti - politiche che in molte città si sposano con la chiusura di spazi sociali e culturali - è facile prevedere che nelle prossime settimane aumentino le proteste e le iniziative di opposizione politica e sociale da parte di quegli stessi soggetti colpiti dalle politiche di austerità: per questo sembra saggio ai cultori dell'emergenza tuonare contro i rischi di «tensioni sociali" e predisporsi a mostrare da subito il manganello, per scoraggiare qualsiasi velleità di resistenza.
Non ci faremo intimidire e continueremo la nostra lotta perché, come recita il nostro slogan di “sovversivi-sobillatori”, la nostra vita vale più dei vostri profitti.
L'Esecutivo Nazionale di Sinistra Critica esprime la propria solidarietà e sostegno alle/ai compagne/i colpiti da questa insensata repressione, e insieme a loro risponderà in maniera ferma e pacifica alla provocazione, sul piano legale e politico.

Esecutivo Nazionale Sinistra Critica

04 gennaio 2012

Programma Seminario Giovani di Sinistra Critica 6-7-8 Gennaio

Venenerdì 6 gennaio
POMERIGGIO
ore 15.30
Formazione: Le nuove forme di soggettivazione e chi è coinvolt@.
Relatore: Danilo Corradi

ore 18.30
Riunione studenti/esse di Sinistra Critica

Sabato 7 gennaio
MATTINA
ore 9.00
Formazione: Discussione a partire dal testo Inventare l'ignoto. A partire dal testo di Marx e Engels, una relazione sulle forme di democrazia radicale e di organizzazione dei movimenti degli ultimi tempi.
Relatore: Felice Mometti

ore 12.00
Riunione donne

POMERIGGIO
ore 15.30
Formazione: Austerity e nuovo patriarcato
Relatrice: Cinzia Arruzza

ore 18.00
workshop: "Come rivoltare il debito - pratiche di lotta"
Relatore: Dario Di Nepi

Domenica 8 gennaio

MATTINA
ore 9.30
Discussione sulla fase politica.
Introduce Piero Maestri

ore 12.30 riunione lgbit