12 agosto 2012

Sinistra Critica Veneto: solidarietà alla Baracca Occupata


Apprendiamo con disappunto che alle 5:30 di Venerdì 10 agosto lo spazio liberato e autogestito "Baracca Occupata" è stato sgomberato e danneggiato gravemente dagli agenti di polizia. Esprimiamo perciò la più totale e incondizionata solidarietà a tutti i compagni e alle compagne che in tanti mesi di autorganizzazione hanno saputo far vivere in una città grigia come Padova un vero spazio di libertà dentro l'università.
Sappiamo che la repressione non potrà mai fermare la voglia di lottare e di autorganizzarsi degli studenti, dei precari, delle donne e dei soggetti lgbtiq di Padova che in questi mesi l'hanno attraversato.
Auspichiamo che presto verranno liberati nuovi spazi perchè la repressione in città e dentro l'università non potrà mai vincere.

I compagni e le compagne di Sinistra critica Veneta

 

10 agosto 2012

Padova: sgomberata la Baracca Occupata

AD OGNI SGOMBERO, SARA' UN'OCCUPAZIONE!

HANNO SGOMBERATO LA BARACCA, MA LE NOSTRE IDEE SONO PIU’ FORTI DI PRIMA.

Alle 5.30 del mattino di venerdì 10 agosto, una cinquantina tra polizia e carabinieri in assetto antisommossa, digos, civis e operai dopo aver bloccato via Marzolo (Padova) e le vie adiacenti hanno scassinato la porta d’ingresso della baracca e hanno fatto irruzione urlando, portando in questura e schedando cinque compagni studenti che dormivano all’interno. Quando sono entrati hanno distrutto lavandini, sanitari, impianto elettrico e finestre, nonché smantellato armadietti, tavoli e sedie con il supporto di operai tecnici. Gli studenti presenti al momento nello stabile si sono visti sequestrati i cellulari, sono stati portati in questura, schedati, accusati di occupazione e danneggiamentato e rilasciati 6 ore dopo. Questo vile atto di forza è chiaramente interpretabile in previsione del possibile riemergere di un movimento di protesta ampio e radicale in risposta alle politiche di austerità che coinvolgono anche l’università, attraverso la già approvata spending review, che comporterà l’ulteriore aumento delle tasse, la riduzione dei servizi (mense, alloggi, borse di studio, aule studio, trasporti, libri, ecc.). Lo sgombero si colloca anche in un clima di intimidazioni nei confronti dei frequentanti, portato avanti dal pro-rettore all’edilizia dell’università di Padova Gennaro. Gli spazi universitari occupati, come la Baracca, fanno paura perchè permettono agli studenti di trovare spazi, tempi e modalità per confrontarsi tra loro e quindi analizzare, criticare, opporsi alla trasformazione dell’università in una fabbrica di futuri precari e in una istituzione alla mercé di banche e aziende private. Coscienti di tutto questo, inizialmente ci si era riappropriati di questo spazio lasciato abbandonato dall’università, all’interno del quale è stato quindi possibile studiare in tempi non imposti e senza essere videosorvegliati, e vivere una socialità non “mordi e fuggi”, come quella a cui ci vogliono abituare. Ma la Baracca occupata non è stata solo un’aula studio. Quello che l’occupazione ha permesso di fare è stato rendere possibile un’alternativa: gli studenti avevano il potere di decidere direttamente quali attività fare, e come (cineforum, corso di teatro, ecc.). Hanno avuto luogo moltissime iniziative e dibattiti, politici e culturali. La gestione dello spazio era collettiva ed aperta a tutti e ciascuno poteva prenderne parte attivamente. Un’occupazione che quindi si poneva in antitesi a un’università che non è slegata dall’organizzazione politica ed economica della società, ma è anzi il fulcro di riproduzione dell’ideologia della classe dominante e uno dei mezzi con i quali quest’ultima porta avanti il proprio potere, rendendoci servili e ricattabili. In quanto studenti, questo è il trattamento che ci riservano; in quanto lavoratori, siamo precari, sottopagati, sfruttati, e minacciati di licenziamento (vedi la recente controriforma del mercato del lavoro); in quanto persone, ci tolgono sanità, servizi, istruzione… Ci vogliono togliere tutto quello che abbiamo conquistato e quel poco che ancora ci rimane, e lo vogliono fare nel silenzio e nella completa rassegnazione.

Non staremo a guardare, e ci riprenderemo tutto!

A sarà dùra!

La Baracca Occupata