26 giugno 2010

La fine della guerra è più lontana

di Enrico Piovesana
Affidando al generale David Petraus il comando del fronte di guerra afgano, il presidente Obama ha implicitamente accettato di rinviare l'inizio del ritiro dall'Afghanistan, da lui stesso fissato per il luglio del 2011.
Solo dieci giorni fa, infatti, 're David', come lo chiamano i suoi ammiratori, aveva dichiarato durante un'audizione al Congresso di non considerare vincolate quella data e che il ritiro dipenderà dalle condizioni sul terreno e potrebbe anche essere rinviato.
La nomina di Petraeus rappresenta una vittoria per i 'falchi' che male avevano digerito l'annuncio di una data per il ritiro. Esultano oggi i vertici del Pentagono, a partire da Robert Gates, e la destra tutta: dai democratici 'moderati' di Joe Lieberman, ai repubblicani del senatore John McCan (che ieri ha commentato la nomina di Petraeus criticando la ''data arbitraria'' fissata da Obama) ai sempre vivi 'neocons' (che da tempo corteggiano il generale con premi e inviti a candidarsi alla presidenza nel 2012).
Ne escono sconfitti, invece, i democratici progressisti del vicepresidente Joe Biden, che avevano accettato il 'surge' di Obama in Afghanistan proprio in cambio della fissazione di una data certa per l'inizio del ritiro e che ora temono l'impantanamento in una guerra che l'America sta perdendo, una guerra sempre più impopolare, una guerra che tra due anni potrebbe costare a Obama la riconferma alla Casa Bianca.

24/06/2010
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