07 ottobre 2010

NO INCENERITORE CA' DEL BUE

MANIFESTAZIONE-CORTEO SABATO 9 OTTOBRE
(ore 14,30 Stazione Porta Nuova - ore 16 p.zza Bra)
organizzata dai comitati locali contro l'inceneritore


CONTRIBUTO DI SINISTRA CRITICA E ATTAC
Dopo più di 20 e con una storia infinita in cui sono entrate tangenti, sospensioni e riprese dei lavori ed enormi sprechi di denaro l' impianto di smaltimento di rifiuti di Ca' del Bue fortissimamente voluto dal sindaco della Lega Nord, FlavioTosi e dalla sua giunta comunale potrebbe iniziare a funzionare. La Regione prima e la Provincia poi hanno dato l'ok con la valutazione strategica ambientale e si potrà partire, secondo il presidente di Agsm, leghista anche lui, tra 4 anni.
Non è una bella notizia e i comitati attivi da tempo sul territorio e oggi in piazza lo sanno. L'impianto sarà un termovalorizzatore che conterà su quattro forni. Due già esistenti e due "a griglia", costruiti dall'azienda spagnola Urbaser, che fà parte del gruppo Acs di proprietà di Florentino Perez, il presidente del Real Madrid.
A Ca' del Bue ci sarà un arsenale capace di smaltire mille tonnellate di rifiuti al giorno, a ciclo continuo. I forni hanno un costo e non si possono spegnere e riaccendere spesso. Verona, che con il 48% di materiali riciclati è una delle città più "riciclone" d'Italia, produrrebbe però solo 350 tonnellate di rifiuti da incenerire. E il resto? Bisognerà andarlo a raccattare da altre parti del Veneto. Ad esempio nel vicentino, dal distretto della concia con tutto quel che comporta trattare rifiuti di quel tipo.
La Urbaser, che ha vinto la gara per la gestione dell'impianto, avrebbe firmato un accordo con l'amministrazione di Verona che le darebbe il diritto di bruciare 500 tonnellate di rifiuti al giorno per 25 anni. Se fosse così, i cittadini che si danno da fare per la raccolta differenziata vedrebbero i loro sforzi completamente vanificati.
La vicenda dimostra che la Lega sui rifiuti ci vede doppio: a Treviso promuove il riciclaggio secondo criteri moderni con l'impianto di Vedelago mentre a Verona, con Tosi, dà via libera all'inceneritore. Il fatto è che alla fine gli inceneritori sono un bel business . Lo smaltimento dei rifiuti viene pagato 112 euro a tonnellata, cui bisogna aggiungere i contributi pubblici sulle energie rinnovabili e assimilabili , il famigerato Cip 6. Questi contributi derivano dal 7 % delle bollette pagate dai cittadini.
L'UE ha poi liberalizzato il mercato dell'energia e in Italia il decreto Ronchi ha aperto la strada all'ingresso dei privati non solo nella gestione dei servizi idrici ma pure per lo smaltimento dei rifiuti e per i trasporti pubblici locali. I movimenti per l'acqua- dopo aver raccolto 1 milione e 400 mila firme contro la privatizzazione- hanno chiesto la moratoria per l'ingresso dei privati fino al referendum. E oggi chi scende in piazza sà che gestire i rifiuti in un altro modo è possibile.
Riduzione- Riuso-Recupero- Riciclo sono infatti gli assi su cui si dovrebbe fondare una moderna politica dei rifiuti gestita non per il profitto ma insieme ai cittadini e per il territorio.
Invece si vuole che la produzione di rifiuti aumenti e questo succede anche per le scelte delle imprese produttrici e della grande distribuzione.Aumento costante della quantità di merci che però durano sempre meno, imballaggi su imballaggi solo a scopo pubblicitario, catene commerciali in mano a grandi multinazionali:è' la logica della crescita infinita e del consumo fine a se stesso che alimenta il business degli inceneritori.
Non possiamo quindi aspettarci soluzioni dal mercato soprattutto in questo momento di crisi economica nè dalla privatizzazione delle ex aziende municipalizzate che pensano alla finanza e alla borsa e non certo ai bisogni e alla salute dei cittadini. Gestioni che coinvolgono tra l'altro il centro destra tanto quanto il centro sinistra.
I comitati che lottano contro gli inceneritori, a Verona come a Napoli chiedono che la salute delle persone e dell'ambiente siano prioritarie rispetto alla logica del profitto e rispetto agli interessi delle imprese produttrici, delle lobby degli inceneritori e delle multinazionali che li costruiscono e dei gestori, le multiutilities, ora in via dei privatizzazione. E' una lotta che sosteniamo, come ci sforziamo di favorire l'incontro e la contaminazione dei comitati che si battono per la sostenibilità ambientale, contro il consumo del territorio, contro le privatizzazioni e le finanziarizzazioni .
Sinistra Critica e Attac- Verona