14 novembre 2010

La costellazione della gru

di Felice Mometti
www.ilmegafonoquotidiano.it

A Brescia si è aperta una finestra, uno spazio pubblico per agire e ricostruire rapporti politici e sociali nella precarietà e nella provvisorietà della situazione. Uno spazio che deve estendersi anche ad altre città

La gru è una piccola costellazione che si vede nei cieli del sud. Mentre nell’emisfero nord si fatica a vedere dalla Libia in su. Se ci fossero delle metafore che indicano un destino questa sarebbe la più appropriata per la condizione dei migranti di Brescia. Ma per fortuna non è così, almeno non sempre. La lotta dei migranti sulla gru è uscita dai confini di Brescia, è diventata un caso nazionale. Ci sono state decine di iniziative di sostegno in molte città, a Milano i migranti sono saliti sulla torre di via Imbonati, si è stabilita una comunanza di obiettivi con la mobilitazione del 13 novembre dei migranti dell’Emilia Romagna. Ne hanno parlato grandi network mondiali come la CNN e Al Jazeera, ci sono state manifestazioni di solidarietà a Parigi, Berlino e Valencia.

Dopo 34 giorni di presidio permanente davanti agli uffici della Prefettura, distrutto due volte dalla polizia per volere dell’Amministrazione comunale e del Prefetto, quattro manifestazioni di cui quella del 6 novembre con 10 mila persone e due settimane di occupazione della gru i migranti hanno mostrato a tutti qual è problema di fondo della loro condizione sociale: le relazione stretta che esiste tra il razzismo istituzionale, la precarietà e lo sfruttamento sui luoghi di lavoro. Un insieme di vessazioni, discriminazioni, provvedimenti legislativi che sono funzionali alla completa flessibilità e precarietà di una forza-lavoro considerata perennemente temporanea e ospite. Ma siccome nulla è meno temporaneo e ospite dei migranti che vivono in questo paese si alzano le barriere, al percorso di riconoscimento di una nuova soggettività sociale e politica, segregando i migranti nel circuito infernale dell’ottenimento del permesso di soggiorno solo mediante un contratto di lavoro. La natura dello scontro in atto a Brescia sta tutta qua. La doppia truffa, dello Stato e degli imprenditori, con la sanatoria per colf e badanti del settembre 2009 è stata certamente perpetrata per estorcere migliaia di euro ai migranti che hanno presentato domanda ma tutti sapevano che era l’unico strumento per regolarizzarsi anche per i migranti che svolgevano altri tipi di lavoro. E nel momento in cui sono state presentate centinaia di migliaia di domande si sono cambiate le regole del gioco per riprodurre clandestinità e precarietà.

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