Editoriale AteneinRivolta
"Le nostre vite sono determinate dalle opportunità, anche da quelle che ci lasciamo sfuggire". Così recitava il protagonista di un noto film di David Fincher.
Come abbiamo sottolineato nelle scorse settimane, ci sembra di primaria importanza cogliere l'opportunità e l'urgenza di una primavera di conflitto generalizzato nel nostro paese. Un'opportunità a cui abbiamo provato a dar voce attraverso la proposta di un'assemblea nazionale aperta, partecipata, che vedesse al centro l'idea di un nuovo protagonismo sociale e che valutasse la possibilità di lanciare un corteo nazionale nel mese di aprile. La nostra proposta parlava proprio di questa necessità, quella di non perdere l’occasione per unire tutti i soggetti sociali che si erano mobilitati in questi mesi, dagli studenti alla FIOM, dai sindacati di base ai comitati dell’acqua, dai migranti alle donne, e di provare a costruire un percorso che potesse anche intercettare quel malessere diffuso e quel disagio sociale presente nel Paese e che, spesso, a causa della mancanza di una opposizione sociale permanente, rischia di rimanere schiacciato sul semplice antiberlusconismo.
Purtroppo questo processo unitario non si è di fatto verificato e la scelta di Uniti per lo Sciopero Generale, la cui ottica, come è scritto nell’appello uscito sabato sulle pagine del Manifesto, rimane unicamente quella di guardare allo sciopero della Cgil, non permette la costruzione di un momento assembleare largo, che coinvolga anche chi guarda con criticità allo sciopero del 6 maggio e chi pensava fosse necessaria anche una manifestazione di tutte le opposizioni sociali ad Aprile.
Non riteniamo affatto lo sciopero della CGIL “una grande occasione per il cambiamento nel nostro paese”. Esso è certamente il frutto di un'ampia pressione dentro e fuori della Cgil e può rappresentare un passaggio, ma solo nella misura in cui si costruiscano le giuste premesse. Non possiamo dargli oggi una valenza che non ha. A volte per fermare la spinta dal basso, per irreggimentare la generalizzazione di uno sciopero c'è solo una cosa da fare: convocarlo. Ed esattamente questo ha fatto la CGIL. La stessa estensione dello sciopero da parte di alcune categorie – Funzione Pubblica, Commercio, FLC - appare contraddittoria: gli scioperi di otto ore erano previsti per marzo e aprile e sono stati spostati sul 6 maggio. Alla fine dei giochi lo sciopero in questi settori sarà di 4 ore in meno e posticipato rispetto a quando avrebbe dovuto tenersi in due categorie sotto costante attacco del governo. Se queste sono le premesse di primavera, appaiono freddine. Inoltre non si può consegnare a questo sciopero generale un valore di sineddoche, confondendo una parte – seppur rilevante – con il tutto. Non si può ignorare lo sciopero dell'Usb che ha portato in piazza migliaia di lavoratori proprio venerdì scorso, così come non si possono ignorare i migranti, i precari, le donne che rivendicano nuovi diritti, welfare e la propria autodeterminazione. Figure che ad oggi non trovano spazio nell'attuale dinamica della mobilitazione.
Che sembra ignorare, ad esempio, l’importanza della manifestazione dei comitati referendari dell’acqua del 26 Marzo, che oggi acquista nuova forza con l'emergenza nucleare e che corre il rischia di essere una data isolata e senza uno sbocco di mobilitazione immediata che possa creare quel filo rosso necessario per portare avanti la difficile battaglia per il raggiungimento del quorum. Per questo continueremo a lavorare per la costituzione di un percorso all'altezza delle necessità che abbiamo davanti a noi e per questo ne faremo oggetto di discussione all'interno dell'Assemblea Nazionale di AteneinRivolta che da mesi stiamo preparando alla Sapienza. Ne inizieremo a parlare la sera di venerdì 25 marzo nell'iniziativa “Costruiamo la rivolta: per una ripresa del conflitto, ripartiamo dalle opposizioni sociali” insieme ai lavoratori autoconvocati, a quelli di Cobas, Usb e Fiom, ai comitati per l'acqua pubblica, al coordinamento di lotta per la casa di Roma e ai Blocchi Precari Metropolitani, al coordinamento migranti di Bologna, agli insegnanti precari della scuola, alle donne e agli studenti medi. Perché la rivolta non aspetta e noi non vogliamo perdere la nostra occasione!
AteneinRivolta - Coordinamento Nazionale dei Collettivi