Il governo Berlusconi, dopo aver avuto rapporti di stretta amicizia per anni con Muamar Gheddafi, ha subito riconosciuto, assieme alla Francia, il Consiglio nazionale transitorio(Cnt), il «governo» dei ribelli. Quindi ha deciso di partecipare all’addestramento dei «thwar» impegnati nel conflitto con i soldati agli ordini del colonnello libico. Una scelta che non ha riscosso consensi unanimi in Europa. Due giorni fa l’Olanda ha criticato Parigi e Roma per aver riconosciuto troppo in fretta il Cnt. La presenza di De Sancits a Bengasi è il risultato della «missione segreta» che il 9 marzo svolgero l’ambasciatore Pasquale Terracciano e il generale Claudio Graziano, per prendere contatto con i leader dei ribelli e accreditare un diplomatico italiano in quella che è considerata la capitale della rivolta. De Sanctis per molti giorni è stato uno dei pochi inviati europei a Bengasi.
Intanto la scorsa notte le ambulanze hanno fatto la spola tra gli ospedali e il centro di Tripoli colpito da un attacco degli aerei della Nato. Tre persone, ha detto un portavoce, sono state uccise da missili caduti in un parcheggio vicino al complesso militare di Bab al-Aziziyah, il quartier generale di Muamar Gheddafi. Ogni giorno la guerra fa nuove vittime, mentre decine di migliaia di civili vivono intrappolati nei quartieri di Misurata assediati dalle truppe inviate dal colonnello libico per strappare agli insorti il controllo della città dove ora scarseggia anche l’acqua potabile. Truppe che, fa sapere il governo, potrebbero ritirarsi lasciando alle tribù locali il compito di affrontare i ribelli e porre fine al conflitto, con le buone o con le cattive. Il viceministro degli esteri libico Khaled Kaim ha spiegato ieri che l’esercito potrebbe ritirarsi a causa degli attacchi aerei della Nato. Da parte sua il ministro degli esteri dell’Algeria Mourad Medelci ha smentito seccamente le accuse del Cnt ad Algeri di inviare mercenari in Libia. Smentite arrivano anche dal Fronte Polisario, accusato a sua volta di aver permesso a suoi combattenti di operare come mercenari in Libia.
Intanto Bengasi, dove ieri è giunto il senatore americano John McCain, si prepara ad accogliere il presidente francese Sarkozy che i ribelli considerano il loro miglior alleato. La visita, la prima di un capo di stato nella capitale della rivolta, avverrà nei prossimi giorni. Nena News