di Piero Maestri
Su invito del Nouveau partì anticapitaliste francese, il 7 ed 8 maggio si è svolto a Marsiglia il primo degli incontri tra le organizzazioni anticapitaliste del Mediterraneo.
Un incontro la cui proposta è nata nel contesto particolare in cui le rivoluzioni nel Maghreb e in Medioriente hanno evidenziato la capacità dei popoli di prendere in mano il loro destino.
Il ravvicinamento degli anticapitalisti e dei rivoluzionari si pone dunque come una necessità sia per favorire i processi rivoluzionari in corso che per fronteggiare i guasti crescenti della crisi.
Il primo obiettivo, che era quello di riunire il massimo numero possibile di organizzazioni, è stato raggiunto: 19 delegazioni rappresentanti 11 paesi (Marocco, Tunisia, Egitto, Libano, Irak, Grecia, Italia, Corsica, Spagna, Cipro del Nord, Palestina) hanno infatti risposto all’invito.
Durante due giorni i delegati hanno potuto dibattere e scambiarsi opinioni nel corso di riunioni seminariali su diversi temi quali : i processi rivoluzionari in corso e la situazione delle mobilitazioni nell’area mediterranea; la crisi globale del capitalismo, le sue conseguenze sociali ed ecologiche e le resistenze sociali; le resistenze e le solidarietà di fronte alla guerra e alle occupazioni; le politiche razziste e di freno all’immigrazione nel quadro dell’Europa fortezza. Dibattiti ricchi di insegnamenti sulla situazione politico-sociale dei diversi paesi rappresentati. Questo incontro ha permesso alle organizzazioni di discutere e, per certune di lavorare insieme per la prima volta, come conferma la decisione, presa in occasione di una riunione improvvisata, delle organizzazioni del Maghreb e del Machrek, di ritrovarsi rapidamente per organizzare degli incontri anticapitalistici dei paesi arabi.
Il dibattito ha preso avvio dal riconoscimento che troppo spesso le organizzazione della sinistra europea hanno sofferto – appunto – di eurocentrismo, che le ha spesso portate a non comprendere (e non sostenere) i processi di mobilitazione della sponda sud.
Le rivoluzioni tunisina ed egiziana e le crescenti mobilitazioni di massa in molti paesi della regione richiedono invece uno sforzo di incontro e di scambio, perché si aprano due opportunità storiche parallele: nei paesi del sud l’occasione di costruire nuovi sindacati indipendenti, organizzazioni radicali di massa, strutture di democrazia diretta – che hanno bisogno di un aiuto da parte di tutte/i perché si tratta di una nuova esperienza che ha bisogno di sostegno politico e materiale; nell’Europa mediterranea si apre invece l’occasione di saldare le resistenze alla crisi con un rinnovato internazionalismo, che riconosca i soggetti che hanno messo in crisi l’equilibrio imperiale a sud come naturali alleati della loro lotta – riconoscimento che presuppone anche la capacità di rispettare e curare i plurali e differenti cammini delle rivoluzioni.
Siamo oltre la solidarietà, siamo alla comune lotta contro l’imperialismo e il sistema capitalistico globale.
La discussione ha posto molti spunti di riflessione, che hanno riguardato la nuova composizione di classe (con il racconto dei compagni egiziani del loro impegno insieme ai giovani precari del Cairo), la necessità di costruire partiti rivoluzionari di massa e fronti progressisti che siano capaci di amplificare le crisi politiche e conquistare larghi spazi di libertà e autonomia per porre la questione di una trasformazione economico-sociale, le esperienze di “contropotere” e di difesa dal basso delle conquiste per consolidare i processi di partecipazione popolare, il bisogno di una solidarietà visibile, e così via.
Una particolare attenzione è stata data anche alla guerra e all’intervento militare in Libia – che è stato condannato da tutti i soggetti presenti come ipocrita e diretto a garantire il controllo politico-economico sulla regione frenando le lotte rivoluzionarie in corso nel mondo arabo.
All’interno di questo meeting il Npa ha organizzato anche un incontro pubblico (con la partecipazione di centinaia di persone) incentrato sui processi rivoluzionari, al quale sono intervenuti un rappresentante delle delegazioni tunisine (a nome del Fronte del 14 Gennaio), un rappresentante delle delegazioni egiziane (nello stesso spirito unitario) e un rappresentante del Fronte popolare per la liberazione della Palestina; per il Npa è intervenuto un compagno di Marsiglia che ha fatto il punto sulla situazione dei migranti tunisini a Marsiglia e infine hanno chiuso Olivier Besancenot e la nuova portavoce del Npa Myriam Martin.
Aldilà del piacere di ritrovarsi, di conoscersi e di discutere insieme in commissione e, in maniera informale, durante i pasti, questi incontri confermano la necessità e la possibilità reale di un lavoro comune al fine di lottare contro il sistema capitalista ed imperialista. E ciò si ritrova nella dichiarazione finale che propone un gruppo di continuità incaricato di preparare i prossimi incontri che avranno luogo in un paese del Sud del Mediterraneo e che avranno l’obiettivo di costruire anche campagne comuni (per esempio per l’annullamento del debito dei paesi della sponda sud o contro l’intervento militare imperialista e la Nato)
Certo si è trattato di una prima volta ma lo slancio e l’entusiasmo dei delegati per la proposta di continuare i dibattiti, la riuscita degli incontri indica come questi dovrebbero essere i primi di una lunga e fruttuosa serie. Con lo scopo di organizzare simultaneamente azioni comuni in tutto il Mediterraneo.
Dall’Italia ha partecipato una delegazione di Sinistra Critica, che ha rilevato una fortissima omogeneità di fondo nelle analisi e nella concezione dell’impegno politico anticapitalista con le altre forze presenti.
Appello dei partecipanti al primo incontro delle organizzazioni anticapitaliste del Mediterraneo