27 novembre 2011

26 novembre: I movimenti per l'acqua pubblica di nuovo in piazza. Per la democrazia, contro la Bce e il governo Monti


Sembra sia passato chissà quanto tempo da quando si era tutti in piazza, il 13 Giugno, a festeggiare la vittoria dei SI per i Referendum contro il nucleare e per l'acqua pubblica. D'altronde, la casta del centrodestra come quella del centrosinistra, con l'aiuto delle grandi testate giornalistiche, hanno fatto di tutto per oscurarla. Una vittoria insperata, nata dal basso e quindi ingovernabile perchè capace di ribaltare la logica per cui il bene ultimo deve essere sempre il profitto. E' questo che ha spaventato! Ha spaventato questa voglia di partecipazione, questa voglia di rimettere in discussione la democrazia delegata, questa determinazione a mettere uno stop a un sistema economico pronto a far diventare merce beni necessari per la sopravvivenza. C'è stata una consapevolezza diffusa per cui col referendum non era in gioco solo la critica ad un governo di centrodestra, ma la possibilità di anteporre a logiche speculative il proprio futuro, la propria vita.
Il dibattito politico invece ha ripreso immediatamente il suo stanco rituale autoreferenziale fatto di polemiche e gioco delle parti. E' stata necessaria la pubblicazione della lettera della BCE all'Italia per tornare a parlare di quella che è la reale partita in gioco: la crisi, le sue conseguenze e quindi come si intende ripianare il debito dei vari stati europei. Anche su questo centrodestra e centrosinistra hanno inscenato un gioco delle parti vergognoso. Nessuno dei due schieramenti si è posto minimamente il problema di essere credibile nei confronti di chi questa crisi la sente sempre più pesante e insopportabile. Si è invece assistito ad una corsa a dimostrarsi più credibile nei confronti dei diktat della BCE. Della serie: le regole dell'economia vengono prima della democrazia. Su questo è caduto il Governo Berlusconi e su questo è nato il governo Monti. Ma cosa prevederebbe oggi il Governo Monti rispetto ai servizi pubblici locali? Ovviamente la stessa ricetta di questi ultimi dieci anni: privatizzazione. Privatizzare definitivamente servizi come i rifiuti, i trasporti e perchè no anche l'acqua. Alla faccia del referendum e della Costituzione.
Per questo i movimenti per l'acqua pubblica possono e devono rimanere un argine, come lo sono stati finora, nei confronti di una crisi economica che le grandi multinazionali intendono superare proprio con l'aggressione dei beni comuni e dell'ambiente.
La manifestazione indetta il 26 Novembre per cui non dovrà limitarsi ad esigere il rispetto dell'esito referendario di Giugno. Dovrà saper parlare a coloro che il 15 Ottobre a Roma, come nel resto del mondo hanno manifestato la propria indignazione e rabbia verso un sistema economico profondamente ingiusto e anti-democratico. Un sistema economico più attento a salvare le banche che i posti di lavoro e i diritti sociali. Un manifestazione che sappia innescare la costruzione dell'opposizione sociale e politica al Governo Monti, al Governo di Banche e Vaticano.
Provare a vincere definitivamente per garantire l'acqua pubblica a tutti può significare in modo pratico che noi il debito di questa crisi non lo paghiamo. Anzi che vogliamo costruire un mondo dove non sia l'1% a decidere per il resto del 99%.

Esecutivo nazionale Sinistra Critica