23 febbraio 2012

Il conflitto non si arresta

Quello che sta accadendo in questi giorni in Grecia è l'esempio più significativo delle politiche dell'Unione europea e della gestione della crisi da parte del sistema capitalista: l'imposizione di misure draconiane contro lavoratrici e lavoratori, pensionate/i, giovani disoccupate/i e precari/e; il commissariamento della «democrazia» formale e il passaggio dei poteri a esecutivi «tecnici» chiamati ad applicare decisioni dall'alto; la repressione e l'indifferenza nei confronti di una mobilitazione di massa di donne e uomini che si rifiutano di pagare una crisi provocata da altri.
Un esempio che parla a tutti gli altri paesi europei, e che ci riguarda da vicino: anche in Italia infatti il governo «tecnico» Monti-Napolitano ha fatto approvare da un Parlamento addomesticato e servile misure che colpisco salari e pensioni, che sostengono i profitti privati contro l'interesse e il bene pubblico, e si appresta a portare il colpo definitivo alle garanzie contrattuali per lavoratrici e lavoratori, attraverso la cancellazione di fatto dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e la costruzione di un mercato del lavoro di serie B nel quale inserire giovani e meno giovani avviati/ri-avviati al lavoro.
Non manca nemmeno in Italia l'arroganza del potere, con le dichiarazioni di Monti e vari ministri contro il posto fisso e con la derisione di chi ha meno; e non mancano i provvedimenti repressivi contro il conflitto sociale - l'esempio più eclatante è quello degli arresti contro i manifestanti NoTav che vuole colpire il movimento che più di tutti oggi denncia e smaschera il sostegno della politica alle imprese e ai profitti privati attraverso l'impiego di denaro pubblico per grandi opere inutili e costosissime ed evidenzia l'incompatibilità di queste opere e della loro gestione con la democrazia e la partecipazione popolare.

Contro queste politiche serve una forte mobilitazione politica e sociale fino ad un vero sciopero generale e generalizzato per bloccare i provvedimenti del governo Monti-Napolitano e porre i contenuti dell'alternativa, a partire dal rifiuto del pagamento del debito pubblico da parte delle classi popolari, la difesa dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e la cancellazione delle norme che costringono alla precarietà milioni di lavoratrici e lavoratori, la garanzia di un reddito sociale per tutte/i.

Per questo:
*partecipiamo alla manifestazione NoTav del 25 febbraio in Val di Susa, per la liberazione di tutti gli arrestati e per ribadire il No al progetto devastante del Tav;
* sosteniamo lo sciopero generale dei metalmeccanici dichiarato per il 9 marzo dalla Fiom, convinte/i che debba essere generalizzato anche per le altre categorie e debba essere esplicitamente contro il governo e le sue politiche;
* contribuiremo a rilanciare le iniziative contro il pagamento del debito e per un audit di cittadine/i sul debito pubblico - con la nostra partecipazione alla campagna «Rivolta il debito» - e a tutte le mobilitazioni contro il governo e le politiche dell'Unione eurpea.

Esecutivo Nazionale di Sinistra Critica