In molte città e a Roma scioperi, blocchi, occupazioni contro la deregolamentazione del mercato del lavoro
Siamo precari, studenti, partite Iva. Siamo donne e uomini, operai e
lavoratori della conoscenza, nomadi e/o stanziali, con o senza
documenti. Siamo le figure del lavoro contemporaneo, siamo le figure
nuove e vecchie dello sfruttamento. Siamo noi, più di tutti, ad essere
colpiti dalla crisi del capitalismo globale e finanziario.
Dopo che la Bce, negli ultimi tre mesi, ha regalato già 1.000 miliardi a tutte le banche europee, e mentre si sta decidendo, in questo momento, se gli Stati e la Bce devono risolvere la crisi di liquidità delle banche spagnole, la disoccupazione in Europa ha raggiunto l'11% e in alcuni paesi la disoccupazione giovanile supera il 50% (è il caso della Spagna; in Italia è del 35%). Il Fiscal Compact impone ovunque misure di austerità che si traducono, in tutti i paesi, in riforme che cancellano il welfare e i diritti dei lavoratori. Dalla Grecia all'Italia, passando per la riforma del governo Rajoy in Spagna, si sta costruendo un mercato del lavoro senza regole o dove l'unica regola è la sottoretribuzione e la precarietà. In Germania, tra l'altro, dove vige quasi il pieno impiego, ci sono circa 6 milioni di tedeschi che percepiscono un salario da fame (9.50 lordi l'ora all'Ovest, 6.87 lordi all'ora all'Est), mentre il lavoro interinale è stato completamente deregolamentato.
Dopo che la Bce, negli ultimi tre mesi, ha regalato già 1.000 miliardi a tutte le banche europee, e mentre si sta decidendo, in questo momento, se gli Stati e la Bce devono risolvere la crisi di liquidità delle banche spagnole, la disoccupazione in Europa ha raggiunto l'11% e in alcuni paesi la disoccupazione giovanile supera il 50% (è il caso della Spagna; in Italia è del 35%). Il Fiscal Compact impone ovunque misure di austerità che si traducono, in tutti i paesi, in riforme che cancellano il welfare e i diritti dei lavoratori. Dalla Grecia all'Italia, passando per la riforma del governo Rajoy in Spagna, si sta costruendo un mercato del lavoro senza regole o dove l'unica regola è la sottoretribuzione e la precarietà. In Germania, tra l'altro, dove vige quasi il pieno impiego, ci sono circa 6 milioni di tedeschi che percepiscono un salario da fame (9.50 lordi l'ora all'Ovest, 6.87 lordi all'ora all'Est), mentre il lavoro interinale è stato completamente deregolamentato.
Il DDL Fornero, già approvato con la fiducia (nonostante non sia un
decreto d'urgenza) al Senato, precarizza chi già era precario e chi
precario non lo era ancora. Con la scusa di eliminare il dualismo del
mercato del lavoro e degli ammortizzatori sociali, il governo Monti ha
deciso, con mossa neoliberale, di livellare tutto verso il basso. Non si
sfoltisce la giungla della contrattazione atipica, non si agevola il
lavoro stabile, anzi, non si sostengono i lavoratori autonomi di nuova
generazione, ma li si penalizza con l'aumento scellerato delle aliquote
della già fasulla gestione separata dell'Inps. Con l'Aspi e il mini-Aspi
si elimina la mobilità, estendendo miseramente il sussidio di
disoccupazione, ma si riducono i tempi di erogazione del sussidio e di
certo non si procede nell'istituzione di un vero e proprio reddito
minimo garantito, misura ormai ritenuta necessaria dallo stesso
Parlamento europeo. Un DDL fatto in nome dei giovani che colpisce i
giovani e distrugge il diritto del lavoro, eliminando l'articolo 18
dello Statuto dei lavoratori e rafforzando ulteriormente l'articolo 8
dell'ultima manovra finanziaria del governo Berlusconi (distruzione
della contrattazione nazionale collettiva a favore della contrattazione
aziendale).
Di fronte a questo scempio sarebbe stata necessaria e urgente la convocazione, da parte della CGIL, di uno sciopero generale, così come aveva deciso e annunciato, tra l'altro, la segreteria. Dopo l'accordo tra Pd e Monti, lo sciopero non è stato indetto, mentre la capogruppo del Pd in Senato Anna Finocchiaro, nella dichiarazione di voto favorevole, ha osannato il DDL e la ministra Fornero scatenando le ire e lo sdegno persino degli elettori e dei tesserati del Pd.
Di fronte a questo scempio sarebbe stata necessaria e urgente la convocazione, da parte della CGIL, di uno sciopero generale, così come aveva deciso e annunciato, tra l'altro, la segreteria. Dopo l'accordo tra Pd e Monti, lo sciopero non è stato indetto, mentre la capogruppo del Pd in Senato Anna Finocchiaro, nella dichiarazione di voto favorevole, ha osannato il DDL e la ministra Fornero scatenando le ire e lo sdegno persino degli elettori e dei tesserati del Pd.
Nel vuoto dell'iniziativa politica e sindacale, fatta eccezione
dell'iniziativa della FIOM e di alcuni settori del sindacalismo di base,
abbiamo deciso di rompere il silenzio e rimetterci in cammino. Di farlo
a partire dall'esigenza di costruire una coalizione sociale ampia, che
sappia opporsi oggi al DDL Fornero, ma più in generale alle politiche
neoliberali di Monti e della troika. Scegliere e costruire la
coalizione, significa comprendere che ciascun soggetto non è
autosufficiente, ma esiste l'urgenza di resistere ad un'offensiva senza
precedenti, in un tornante della storia altrettanto inedito.
Con questo spirito abbiamo costruito un percorso condiviso che si riconosce nella sigla comune Blockupy DDL Fornero. Uno spazio pubblico di movimento, un luogo di incontro tra forze sindacali, reti studentesche, centri sociali, reti del lavoro autonomo di nuova generazione e della conoscenza, gruppi e associazioni che difendono i beni comuni.
Con questo spirito abbiamo costruito un percorso condiviso che si riconosce nella sigla comune Blockupy DDL Fornero. Uno spazio pubblico di movimento, un luogo di incontro tra forze sindacali, reti studentesche, centri sociali, reti del lavoro autonomo di nuova generazione e della conoscenza, gruppi e associazioni che difendono i beni comuni.
Abbiamo deciso di organizzare e promuovere due giornate di
mobilitazione per il 13 e 14 di giugno. Due giornate che vedranno nel 13
un momento di azione e mobilitazione dislocate in diverse città e nel
14 un'occasione di convergenza nazionale. A Roma la piazza comune sarà
piazza del Pantheon (il 13 a partire dalle 17 e il 14 dalle 14).
Le due giornate si connettono con le mobilitazioni, territoriali e
nazionali, indette dalla FIOM, contro il DDL e contro la crisi più in
generale, con il festeggiamento dello straordinario risultato
referendario di un anno fa, con il festeggiamento di un anno di
occupazione del Teatro Valle. Due giornate che vogliono incidere sul
dibattito parlamentare e bloccare l'approvazione del DDL. Due giornate
che vogliono rilanciare, con intelligenza, la possibilità di combinare
assieme conflitto ed estensione del movimento, oltre i soggetti
organizzati, oltre le forme “classiche” di organizzazione.
Mentre l'Europa affonda per colpa delle banche e i governi ci impoveriscono, noi non resteremo a guardare. In tutta Italia e a Roma ci rimettiamo in movimento, per “esonerare il commissario tecnico” Monti, per riprendere in mano il nostro futuro.
Blockupy DDL Fornero
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Mentre l'Europa affonda per colpa delle banche e i governi ci impoveriscono, noi non resteremo a guardare. In tutta Italia e a Roma ci rimettiamo in movimento, per “esonerare il commissario tecnico” Monti, per riprendere in mano il nostro futuro.
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