13 febbraio 2013

Assalto fascista all'univeristà di Verona durante un incontro sulle Foibe

Pubblichiamo la ricostruzione dei fatti dal sito ilreferndum.it

Oggi (martedì 12 febbraio), all’Università di Verona, era previsto nel pomeriggio l’incontro dal titolo “Foibe: tra mito e realtà” con la storica slovena Alessandra Kersevan, organizzato dal collettivo studentesco Studiare con lentezza in collaborazione con Pagina/13.
Durante il pomeriggio si sono svolti scontri tra gli studenti dei due collettivi e i giovani di Casapound, di opposta fazione politica.
La cronaca dei fatti
Nonostante la mail del Rettore Mazzucco che annullava la concessione dell’aula, gli organizzatori dell’evento, in comune accordo con Alessandra Kersevan, hanno deciso di svolgere comunque l’iniziativa. Nel chiostro dell’Università  i gruppi di  estrema destra Casapound e Forza Nuova avevano organizzato un presidio con annesso volantinaggio e una “mostra fotografica” improvvisata sulle Foibe. Antonio Salvini, dirigente strutturato d’Ateneo, parlando con gli organizzatori dell’incontro ha cercato di impedire il regolare svolgimento dell’iniziativa, dicendo che il Rettore aveva annullato la conferenza e mettendo il veto sullo svolgimento in qualsiasi locale dell’università. Gli studenti hanno deciso di ignorare Salvini ed hanno occupato l’unica aula lasciata aperta, la T.4, alchè Salvini ha dato disposizione di staccare la corrente dell’aula per impedire l’uso delle luci e del microfono. La Kersevan non si è data per vinta, dicendo che sarebbe andata avanti comunque anche senza microfono e senza luci, nel frattempo alcuni studenti partecipanti alla conferenza si sono muniti di prolunghe e luci per illuminare un po’ l’aula usando delle prese fuori dalla T.4. Scoperto l’escamotage Salvini ha dato ordini di staccare la corrente dell’intero piano lasciando al buio anche studenti che non c’entravano nulla, come quelli all’interno del centro disabili, rimasti al buio senza che nessuno spiegasse loro qualcosa. Vista la volontà degli organizzatori, degli studenti e non, intervenuti per la lezione della Kersevan e di lei stessa ad andare avanti lo stesso, Salvini si è allontanato dal Polo Zanotto credendo ingenuamente, per lui stessa ammissione, che la situazione era tranquilla con i due gruppi antagonisti lontani l’uno dall’altro, chiedendo ai digossini di non entrare in Università senza l’autorizzazione del Rettore. Con Salvini lontano e ben sapendo l’inpossibilità dei digossini di intervenire senza l’autorizzazione di Mazzucco, i gruppi di Casapound e Forza Nuova si sono compattati e in modo squadrista sono entrati in università muniti di caschi, bastoni,fumogeni e spray al peperoncino al grido di: “merde, merde”, “Tito boia”, “ve copemo tutti”. Impauriti, gli occupanti della T.4 si sono barricati dentro con sedie e tavoli, non prima che qualcuno del gruppo squadrista riuscisse a spruzzare nell’aula lo spray al peperoncino e i fumogeni, intossicando alcuni. Con le porte sbarrate il gruppo di destra ha iniziato a tirare calci e pugni alla porta nel tentativo di fare irruzione, impauriti, gli studenti all’interno dell’aula sono fuggiti utilizzando la porta antincendio che da sul prato della mensa, ritrovandosi però una brutta sorpresa, infatti, un gruppetto di destra stava correndo nel prato proprio per bloccarli, alchè sono ritornati tutti dentro chiudendo le porte. Non potendo entrare, i gruppi di Blocco Studentesco, Casapound e Forza Nuova, muniti di striscioni sono rimasti nel prato della mensa invitando gli occupanti l’aula di uscire per un “confronto”.

Solo dopo una quindicina di minuti dall’irruzione dei gruppi di destra all’interno dell’Università si sono mossi gli uomini della digos e della celere, dopo aver aspettato l’autorizzazione del Rettore Mazzucco per poter intervenire, mettendo in fuga l’intero gruppo squadrista. Solo dopo le rassicurazioni delle forze dell’ordine del ritorno ad una situazione tranquilla, gli occupanti la T.4 sono potuti uscire dall’Università. La Kersevan ha chiesto di essere scortata in questura per rilasciare una denuncia per poi farsi scortare fino al casello dell’autostrada.
«Sono abituata alle contestazioni – ha commentato la Kersevan – ma nemmeno a Trieste il gruppo di Veneto Fronte Skinheads aveva osato tanto, si erano limitati ad entrare con uno striscione, volantinare e dire due robe al megafono per poi andarsene».
Le testimonianze di alcuni ragazzi presenti agli scontri
Questa raccontata di seguito è la versione dei fatti secondo il gestore del blog beforetheyfall.blogspot.it.
Per l’incontro viene chiesta l’autorizzazione dell’aula, e le firme di due professori, ottenute. La conferenza reca scalpore solo dopo aver creato l’evento su facebook dove un commento apre la polemica. Le critiche vertono sulla storica, accusata di revisionismo e negazionismo.
Gli “attacchi”, continua il blog, vengono ripresi da un comunicato ufficiale di CasaPound Verona  e avrebbero portato all’invio di una email dal Magnifico Rettore Alessandro Mazzucco al Professore Direttore del Dipartimento Tesis, responsabile per la concessione dell’aula. Lo scambio epistolare avrebbe portato il professore a ordinare la sospensione dell’incontro.
Nel primo pomeriggio di oggi, si legge nel blog, si ha la notizia della concessione dell’aula e la storica slovena arriva verso le 15.45.
Tutte le aule possibili sarebbero state chiuse. Dopo mezz’ora sarebbe stata aperta la T.4, liberata dopo gli esami degli studenti. Il racconto prosegue con lo stacco della corrente elettrica, sempre secondo fonti studentesche.
Su Casapound il resoconto di un altro ragazzo 
Fuori dall’Università nel frattempo, secondo il racconto di quest’altro studente, Casapound avrebbe distribuito volantini sulle foibe.
Dopo mezz’ora dall’inizio della conferenza sarebbero arrivate all’incirca una quarantina di persone del movimento di estrema destra. I partecipanti alla conferenza, barricati dentro l’aula, avrebbero assistito al lancio di lacrimogeni e oggetti.
La polizia sarebbe poi intervenuta dopo l’autorizzazione del Rettore.
Altre fonti: qui