Oggi (martedì 12 febbraio), all’Università di Verona, era previsto nel pomeriggio
l’incontro dal titolo “Foibe: tra mito e realtà” con la storica slovena
Alessandra Kersevan, organizzato dal collettivo studentesco Studiare con
lentezza in collaborazione con Pagina/13.
Durante il pomeriggio si sono svolti scontri tra gli studenti dei due
collettivi e i giovani di Casapound, di opposta fazione politica.
La cronaca dei fatti
Nonostante la mail del Rettore Mazzucco che annullava la concessione
dell’aula, gli organizzatori dell’evento, in comune accordo con
Alessandra Kersevan, hanno deciso di svolgere comunque l’iniziativa. Nel
chiostro dell’Università i gruppi di estrema destra Casapound e Forza
Nuova avevano organizzato un presidio con annesso volantinaggio e una
“mostra fotografica” improvvisata sulle Foibe. Antonio Salvini,
dirigente strutturato d’Ateneo, parlando con gli organizzatori
dell’incontro ha cercato di impedire il regolare svolgimento
dell’iniziativa, dicendo che il Rettore aveva annullato la conferenza e
mettendo il veto sullo svolgimento in qualsiasi locale dell’università.
Gli studenti hanno deciso di ignorare Salvini ed hanno occupato l’unica
aula lasciata aperta, la T.4, alchè Salvini ha dato disposizione di
staccare la corrente dell’aula per impedire l’uso delle luci e del
microfono. La Kersevan non si è data per vinta, dicendo che sarebbe
andata avanti comunque anche senza microfono e senza luci, nel frattempo
alcuni studenti partecipanti alla conferenza si sono muniti di
prolunghe e luci per illuminare un po’ l’aula usando delle prese fuori
dalla T.4. Scoperto l’escamotage Salvini ha dato ordini di staccare la
corrente dell’intero piano lasciando al buio anche studenti che non
c’entravano nulla, come quelli all’interno del centro disabili, rimasti
al buio senza che nessuno spiegasse loro qualcosa. Vista la volontà
degli organizzatori, degli studenti e non, intervenuti per la lezione
della Kersevan e di lei stessa ad andare avanti lo stesso, Salvini si è
allontanato dal Polo Zanotto credendo ingenuamente, per lui stessa
ammissione, che la situazione era tranquilla con i due gruppi
antagonisti lontani l’uno dall’altro, chiedendo ai digossini di non
entrare in Università senza l’autorizzazione del Rettore. Con Salvini
lontano e ben sapendo l’inpossibilità dei digossini di intervenire senza
l’autorizzazione di Mazzucco, i gruppi di Casapound e Forza Nuova si
sono compattati e in modo squadrista sono entrati in università muniti
di caschi, bastoni,fumogeni e spray al peperoncino al grido di: “merde,
merde”, “Tito boia”, “ve copemo tutti”. Impauriti, gli occupanti della
T.4 si sono barricati dentro con sedie e tavoli, non prima che qualcuno
del gruppo squadrista riuscisse a spruzzare nell’aula lo spray al
peperoncino e i fumogeni, intossicando alcuni. Con le porte sbarrate il
gruppo di destra ha iniziato a tirare calci e pugni alla porta nel
tentativo di fare irruzione, impauriti, gli studenti all’interno
dell’aula sono fuggiti utilizzando la porta antincendio che da sul prato
della mensa, ritrovandosi però una brutta sorpresa, infatti, un
gruppetto di destra stava correndo nel prato proprio per bloccarli,
alchè sono ritornati tutti dentro chiudendo le porte. Non potendo
entrare, i gruppi di Blocco Studentesco, Casapound e Forza Nuova, muniti
di striscioni sono rimasti nel prato della mensa invitando gli
occupanti l’aula di uscire per un “confronto”.
Solo dopo una quindicina di minuti dall’irruzione dei gruppi di
destra all’interno dell’Università si sono mossi gli uomini della digos e
della celere, dopo aver aspettato l’autorizzazione del Rettore Mazzucco
per poter intervenire, mettendo in fuga l’intero gruppo squadrista.
Solo dopo le rassicurazioni delle forze dell’ordine del ritorno ad una
situazione tranquilla, gli occupanti la T.4 sono potuti uscire
dall’Università. La Kersevan ha chiesto di essere scortata in questura
per rilasciare una denuncia per poi farsi scortare fino al casello
dell’autostrada.
«Sono abituata alle contestazioni – ha commentato la Kersevan – ma
nemmeno a Trieste il gruppo di Veneto Fronte Skinheads aveva osato
tanto, si erano limitati ad entrare con uno striscione, volantinare e
dire due robe al megafono per poi andarsene».
Le testimonianze di alcuni ragazzi presenti agli scontri
Questa raccontata di seguito è la versione dei fatti secondo il gestore del blog beforetheyfall.blogspot.it.
Per l’incontro viene chiesta l’autorizzazione dell’aula, e le firme
di due professori, ottenute. La conferenza reca scalpore solo dopo aver
creato l’evento su facebook dove un commento apre la polemica. Le
critiche vertono sulla storica, accusata di revisionismo e negazionismo.
Gli “attacchi”, continua il blog, vengono ripresi da un comunicato ufficiale di CasaPound Verona
e avrebbero portato all’invio di una email dal Magnifico Rettore
Alessandro Mazzucco al Professore Direttore del Dipartimento Tesis,
responsabile per la concessione dell’aula. Lo scambio epistolare avrebbe
portato il professore a ordinare la sospensione dell’incontro.
Nel primo pomeriggio di oggi, si legge nel blog, si ha la notizia
della concessione dell’aula e la storica slovena arriva verso le 15.45.
Tutte le aule possibili sarebbero state chiuse. Dopo mezz’ora sarebbe
stata aperta la T.4, liberata dopo gli esami degli studenti. Il
racconto prosegue con lo stacco della corrente elettrica, sempre secondo
fonti studentesche.
Su Casapound il resoconto di un altro ragazzo
Fuori dall’Università nel frattempo, secondo il racconto di
quest’altro studente, Casapound avrebbe distribuito volantini sulle
foibe.
Dopo mezz’ora dall’inizio della conferenza sarebbero arrivate
all’incirca una quarantina di persone del movimento di estrema destra. I
partecipanti alla conferenza, barricati dentro l’aula, avrebbero
assistito al lancio di lacrimogeni e oggetti.
La polizia sarebbe poi intervenuta dopo l’autorizzazione del Rettore.
Altre fonti: qui