05 settembre 2010

Perchè le nostre vite valgono più dei loro profitti!


Il testo del volantino distribuito da Sinistra Critica ai cancelli della Fiat di Melfi

Agli operai della Fiat, così come ai tanti lavoratori, dall’Eutelia ai cassaintegrati dell’Asinara e della Natuzzi, viene chiesto di adattarsi alla logica d'impresa, ai suoi tempi, ai suoi ritmi e ai suoi interessi, cioè al duro sistema capitalista. Chi protesta o dice di no viene bollato come conservatore se non accusato di sabotaggio. E’ questo il progetto di Marchionne a cui i lavoratori e le lavoratrici della Fiat si sono opposte e non hanno abbassato la testa. Un'azienda che mentre parla di etica e di diritti non ha remore a chiedere l'aiuto dello Stato per la Cassa integrazione o gli incentivi pubblici in Serbia, Brasile e negli stessi Stati Uniti. Un'ipocrisia a cui non intendiamo rassegnarci!

In questi ultimi mesi i lavoratori, a cui va la nostra piena solidarietà, sono riusciti a resistere. A Pomigliano, di fronte all’imposizione delle condizioni di lavoro e ritmi da padrone delle ferriere dell’800 e di fronte a una terribile pressione, il 40% dei lavoratori con il No all'accordo firmato da Fim, Uilm, Fismic e Ugl, sostenuto dal governo e dalla stragrande maggioranza dei partiti, ha impedito il plebiscito voluto dalla Fiat, dimostrando che si può resistere e provare anche a vincere!

Dopo i licenziamenti a Mirafiori, a Termoli e Pomigliano è stata la volta della rappresaglia della Fiat anche a Melfi. Le mobilitazioni per difendere i propri diritti non solo hanno portato al licenziamento di tre lavoratori, ma addirittura, dopo la sentenza del tribunale per il loro reintegro, Marchionne per nulla intimorito continua la lotta padronale con l’unico scopo di smantellare i contratti collettivi e fare profitti. Infatti nell’ultimo anno la Fiat:
- ha distribuito 260 milioni di euro di dividendi agli azionisti;
- ha aumentato per il 40% i compensi per gli alti dirigenti;
- ha concesso bonus milionari per Marchionne (che arriva a 5,6 mln l’anno) e per i super manager.

Tutto questo a discapito dei lavoratori che creano, con la loro fatica, con turni e ritmi massacranti tutta la ricchezza della Fiat (179 mln di utili nel secondo trimestre del 2010 e ricavi cresciuti del 12,5% per un valore di 14,8 miliardi di €); lavoratori ai quali non viene riconosciuto nessun aumento di salario, la corresponsione di nessun premio di risultato, se non il ricatto di mantenere i siti produttivi solo a condizione di un lavoro senza diritti e quasi da schiavi.

Il plebiscito voluto dalla Fiat a Pomigliano è mancato, la resistenza e il coraggio di
voi lavoratori di Melfi rimettono al centro il vostro protagonismo
. Serve la più ampia autorganizzazione e unità di tutte le lotte per un nuovo conflitto sociale della classe lavoratrice, organizzato dal basso che costruisca una effettiva radicalità per riconquistarsi la propria vita e i propri diritti: di tutti i lavoratori, pubblici e privati, italiani e migranti; anche contro le paralisi e il boicottaggio provocato dagli apparati sindacali filo aziendali e di un ceto politico complice.

Oggi cerchiamo di lavorare per un'alleanza di forze, politiche e sociali, che pensino l'esatto opposto di quanto propone Marchionne, che pensino che bisogna ridurre i profitti e aumentare i salari, rilanciare la scuola pubblica, difendere le pensioni e lo stato sociale, costruire una prospettiva ecologista per la salvaguardia dell’ambiente per il futuro, affrontare la crisi andando a prendere le risorse là dove ci sono, anche rendendo pubblici alcuni punti nevralgici dell'economia.
E’ necessaria un'alleanza alternativa a Berlusconi, ma anche a Marchionne e alla Confindustria. La sinistra italiana può rinascere se affronta questa sfida.

Sinistra Critica - Organizzazione per la Sinistra Anticapitalista