18 gennaio 2011

Il popolo tunisino ha cacciato Ben Ali

DICHIARAZIONE DI SINISTRA CRITICA

Sosteniamo la rivolta tunisina: ne l’esercito ne esponenti del vecchio regime possono fermare il cambiamento.
Perché la democrazia si affermi in tutto il nord Africa – dal Marocco alla Tunisia, dall’Algeria all’Egitto.

Dopo 23 anni dal colpo di stato che lo ha portato al potere il dittatore tunisino Ben Ali ha dovuto fuggire: la rivolta popolare – contro lo sfruttamento e la miseria e per libertà e democrazia - ha infatti costretto prima la sua famiglia (un vero potere mafioso nel paese) a riparare all’estero, poi esponenti del vecchio regime ad abbandonare la nave che affondava e infine l’esercito a diventare l’arbitro di un nuovo equilibrio in Tunisia.
Per il momento questo equilibrio è ancora incerto e anche i paesi occidentali che finora avevano sostenuto Ben Ali (che prese il potere anche grazie all’appoggio di Craxi e Andreotti…) stanno a guardare con interesse – certamente non disposti a tollerare il protagonismo popolare e delle forze di sinistra nel paese.
Il governo provvisorio – formato da esponenti del partito del potere e da membri dell’opposizione legale – già perde pezzi, mentre continuano le manifestazioni popolari e dei lavoratori e nel paese scorazzano milizie di vario genere che terrorizzano la popolazione. Il cambiamento può essere fermato da queste forze conservatrici.
La rivolta tunisina ha mostrato al mondo ancora una volta che ribellarsi non solo è giusto, ma soprattutto è necessario e possibile, e che il cambiamento passa dal protagonismo popolare.
Le forze democratiche, laiche e di sinistra in Europa devono sostenere la mobilitazione popolare, chiedere elezioni democratiche, l’immediata sospensione delle leggi che hanno reso illegali partiti di opposizione, la fine delle censura e della violazione dei diritti umani.
Sinistra Critica sostiene le forze sociali democratiche e rivoluzionarie che hanno partecipato in prima linea a questa rivolta e ogni mobilitazione di supporto nel nostro paese – perché crediamo che solo la costituzione di un governo provvisorio, senza rappresentanti del regime passato, per un'Assemblea costituente e la libertà per le forze di opposizione potrà permettere ai tunisini e alle tunisine di riprendere in mano il proprio destino.
Questo sostegno si estende a tutte le popolazioni del nord Africa che si stanno battendo per l’autodeterminazione, la democrazia e la giustizia sociale: dal popolo sarahoui alle forze democratiche marocchine, dai migranti sfruttati e incarcerati in Libia alla popolazione algerina che manifesta quanto in Tunisia, alle organizzazioni dei lavoratori egiziane in prima fila per cambiare il regime di Mubarak.

Piero Maestri – portavoce nazionale di Sinistra Critica