15 gennaio 2011

Ni una mas!

da http://femminismo-a-sud.noblogs.org

Fa male leggerlo, apprenderne la notizia; fa male scriverlo perché tutte e tutti lo sappiano. Ve lo racconto con le parole che la rabbia e il dolore mi fanno uscire.

Hanno assassinato Susana Chavez. 36 anni. Attivista e combattente per i diritti delle donne in uno dei tanti luoghi infernali dove le donne, per il fatto di essere donne, non hanno diritti.

Ci hanno messo quasi una settimana a capire e a rendere pubblico a chi apparteneva quel corpo violentato, torturato, mutilato e ucciso. L’hanno massacrata per poi buttarla come immondizia in mezzo alla strada, svestita, senza una mano e con un sacco di plastica nero legato con dello scotch adesivo grigio intorno al collo.

Susana, dopo Marisela, è la seconda militante che viene uccisa nello stato di Chihuahua in Messico nel giro di un mese. Sua era la creazione della campagna “Ni una muerta mas!” ed è stata sempre in prima linea con le altre in tante manifestazioni contro la violenza sulle donne e contro i femminicidi, oltre a promuovere ed organizzare eventi culturali.

Nello stato di Chihuahua quest’anno sono state barbaramente uccise 446 tra donne e bambine, un record che chiaramente indica quanto le violenze e i femminicidi in questo posto siano in aumento senza che nulla, tranne gli sforzi e le denunce delle donne stesse, cerchino di fermare ed intervenire su questo sterminio. La cifra più alta a Ciudad Juarez.

“Il 2010 è stato l’anno più violento per le donne di Chihuahua”, ha dichiarato Norma Ledezma, coordinatrice di Justicia para Nuestras Hijas. “Ogni 20 ore, una donna è stata assassinata durante l’anno passato”.

Il sito dell’associazione raccoglie e documenta i dati di ogni singola donna in un interminabile elenco che sconvolge, va dritto allo stomaco. La lettura di questi nomi, la loro età, come sono stati ritrovati i loro corpi, è un tutt’uno con le lacrime di dolore e di rabbia che provocano.

Un elenco che con tenacia e sofferenza documenta quello che succede, e dice senza giri di parole, mistificazioni, senza addurre giustificazioni, qual’è la realtà di queste morti. Un elenco che anche in italia esiste e documenta quanto succede anche qui. Perché, i femminicidi lo sappiamo anche noi cosa sono e ci riguarda tutte.

Chi ne parla solo guardando all’estero, puntando il dito lontano, lo fa per distogliere l’attenzione dalla nostra realtà prossima. E’ complice delle nostre morti. Chi invece dice che muoiono anche gli uomini e che i femminicidi non esistono è ugualmente interessato. Solo le donne vengono uccise in quanto donne. Gli uomini non vengono assassinati in quanto uomini. Gli uomini vengono assassinati se stranieri. E quello si chiama razzismo. Oppure perché omosessuali. E quella si chiama omofobia. Le morti bianche coinvolgono sia uomini che donne. Travisare questa realtà per i propri interessi e per mantenere privilegi che creano violenze è fare revisionismo per nascondere e strumentalizzare lo specifico odio di genere nei confronti delle donne. Siete coinvolti in queste morti, quelle vicine e quelle lontane.

Per Marisela, per Susana, per tutte le donne uccise in quanto donne e per tutte le donne uccise nel difendere le donne, continuiamo a lottare! Il nostro dolore è la nostra rabbia! Andiamo avanti!