11 marzo 2011

11 marzo: contro Berlusconi e contro Marchionne. La mobilitazione che serve, la mobilitazione che si può fare

Berlusconi, Marchionne e Marcegaglia, con il pieno sostegno dei “sindacati complici” Cisl,Uil e Ugl continuano nelle politiche di massacro sociale per scaricare i costi della crisi sui lavoratori e le lavoratrici; facendo di questa un alibi e un grimaldello per cancellare diritti e conquiste sociali,imponendo la “legge del più forte”, cioè dei padroni nei luoghi di lavoro e nella società.
In tutta Europa si impongono ai lavoratori politiche di austerità in nome del risanamento di un debito pubblico di cui essi non portano alcuna responsabilità e che è diretta conseguenza del salvataggio delle banche operato da tutti i governi dopo l’esplosione della cosiddetta “bolla finan ziaria” che ha anticipato e preparato la recessione.
Dagli accordi separati di Pomigliano e Mirafiori,ai colpi della crisi economica e della drammatica riduzione del valore dei salari e delle pensioni si sono aggiunti gli effetti dei brutali tagli operati sui trasporti,servizi sociali,scuola e sanità.Padroni ,governo,una “opposizione” compiacente e sindacati complici e corrotti vogliono ingabbiare la volontà di lotta del movimento dei lavoratori rendendo sempre più difficile l’esercizio del diritto di sciopero e limitando fino a cancellare la stessa rappresentanza sindacale diretta del lavoro dipendente.
Gli ennesimi accordi separati ,prima nel pubblico impiego e poi nel commercio,determinano una situazione ancora più difficile per i lavoratori e le lavoratrici ed indicano la strada che padroni e Governo Berlusconi- su questo pienamente d’accordo vogliono perseguire:frammentare,ridurre, cancellare la forza collettiva dei lavoratori,colpire insieme salario,occupazione,diritti,rendere sistematica la precarietà e l’incertezza del proprio futuro.
In tutta Europa i lavoratori e i giovani hanno rifiutato con le lotte e vere e proprie rivolte sociali l’austerità che vogliono imporgli;il vento che spira dai paesi del mondo arabo indica che popoli oppressi da decenni hanno imboccato con fatica e sacrifici la strada della dignità ritrovata, del riscatto, della propria emancipazione e liberazione. Quel vento arriva fino a noi e si contamina con le resistenze sociali e i movimenti di massa che si esprimono nelle piazze e nelle città italiane ed europee.
Le giornate del 14 dicembre scorso a Roma ,di cui sono stati protagonisti studenti medi ,universitari,ricercatori e docenti ,giovani precari e giovani delle periferie delle nostre città, e lo sciopero promosso dalla Fiom e da alcuni sindacati di base il 28 gennaio hanno dimostrato quale è il potenziale delle lotte sociali e della volontà di ribellarsi allo sfruttamento, all’oppressione e all’esclusione sociale di giovani,studenti,operai,migranti,lavoratori pubblici. Il 1 marzo abbiamo assistito,dopo l’esperienza dello scorso anno e le lotte di Brescia,Milano, Rosarno,Bologna,Casal di Principe e Castelvolturno,al ritorno in campo dei migranti, del loro protagonismo della loro spinta all’autorganizzazione.Il 26 Marzo,poi, saraà la volta del movimento per l’Acqua Pubblica e per i Beni comuni, che scenderà in piazza a Roma insieme ai protagonisti delle tante vertenze territoriali e ambientali che attraversano questo paese e le sue comunità locali,da Terzigno alla Val di Susa,ai cittadini terremotati de L’Aquila
La giornata di sciopero generale dell’11 marzo promossa dall’Usb e quella del 15 aprile della Cub sono altrettante occasioni per dare continuità a quelle mobilitazioni ,rimettendo di nuovo al centro dello scontro la dignità e la voglia di riscatto dei lavoratori pubblici e privati ,interpretata da organizzazioni sindacali di base che si sono costruite,faticosamente,contro le politiche concertative, da sempre, e contestando il monopolio burocratico della rappresentanza, che oggi arriva a colpire la Fiom e minaccia la stessa Cgil con la strada scelta da governo e sindacati complici degli accordi separati per ridisegnare relazioni sindacali e modelli contrattuali..Ma queste scadenze,sole e isolate una dall’altra,non sono sufficienti.
Occorre raccogliere gli appelli lanciati da diversi soggetti di movimento,e in particolare dall’ Assemblea nazionale dei delegati e lavoratori/trici autoconvocati/e che si è svolta a Roma il 26 febbraio , a quello analogo promosso dagli studenti di Atenei In Rivolta de La Sapienza di Roma e altre Università di questo paese per un percorso unitario di mobilitazioni ,inclusivo di tutti i soggetti come “Uniti contro la crisi” e i movimenti in corso. Un’Assemblea nazionale unitaria a Roma sarebbe in grado di convocare una grande manifestazione nazionale di massa da realizzare entro Aprile che riunifichi insieme tutte le opposizioni sociali, sindacali e politiche a Berlusconi e Marchionne.Un grande Manifestazione nazionale che dica forte e chiaro” questa crisi noi non la paghiamo, la paghino i padroni, via il governo delle cricche e dei comitati di affari,che se ne vadano Berlusconi e Marchionne e tutti i loro amici”.Una Manifestazione che voglia trasformare il centro della capitale nella nostra Piazza Tahrir. Luogo di espressione ed autorganizzazione di una protesta di massa capace di diventare rivolta sociale.
“Attraversare” anche lo sciopero indetto dalla Cgil il 6 maggio, del tutto inadeguato e funzionale alla
ricontrattazione del proprio ruolo concertativo con governo e padroni ,sarà possibile solo se questo appuntamento diventa lo sbocco di un percorso di mobilitazione dal basso contro le politiche di austerità in atto che abbia come bersaglio il governo insieme ai padroni e che sia in grado di mettere in moto tutti protagonisti del conflitto sociale:giovani precari,studenti,operai e lavoratori del pubblico,migranti e donne e movimenti femministi scesi in piazza il 13 febbraio . Quello che serve è uno sciopero generale prolungato per tutta la giornata in tutte le categorie e generalizzato, cioè capace di coinvolgere strati di lavoratori,precari e non, che “normalmente” non riescono ad esercitare il proprio diritto di sciopero. Uno sciopero che sia capace di “far male” a padroni e governo interrompendo il flusso delle merci,ostacolando i trasporti,la logistica e la distribuzione,bloccando strade,porti,aereoporti,snodi di traffico e ferrovie.
In una parola,occorre agire unitariamente contro la crisi,unificando lotte,movimenti,vertenze per il reddito e il salario,contro la precarietà e i licenziamenti,per redistribuire il lavoro tra tutti e tutte,per difendere diritti e conquistarne di nuovi,dimostrandosi capaci ,dal basso di sconfiggere insieme Berlusconi,Marchionne,Brunetta e Marcegaglia.

Perché ribellarsi non è soltanto giusto e necessario. Può anche essere vincente.

Sinistra Critica - Organizzazione per la Sinistra Anticapitalista