Comunicato: il 12 e 13 votiamo SI perchè di acqua si vive e di nucleare si muore!
L'appuntamento referendario di domenica 12 e lunedi 13 giugno sarà importante perchè affermando la riappropriazione dei beni comuni - acqua ed energia - si potranno bloccare le politiche liberiste che hanno significato profitti per pochi - finanza, banche, grandi gruppi industriali, grandi società multiservizi - e aumento dei costi e diminuzione di sovranità e possibilità di controllo per tutti.
I privati sono nei servizi idrici da circa 10 anni. In questo periodo il costo del servizio è aumentato vertiginosamente, del 65%: 182 euro l'anno su base nazionale con punte di 400 euro in alcune regioni come la Toscana e l'Umbria, da sempre amministrate dal centrosinistra, che per prime hanno scelto la strade delle gestioni miste in cui sono entrate le grandi multinazionali francesi o dove le le ex municipalizzate sono diventate colossi economici quotate in borsa. Per questo a spingere per le "liberalizzazioni" è soprattutto Confindustria e il potere bancario e finanziario. L'acqua, che è un bene comune e va gestita fuori da logiche di profitto, per questi soggetti è un affare sicuro. Il Veneto - a parte Padova - è fuori da questo sistema e ha scelto gestioni dirette, come quelle veronesi Acqueveronesi e Ags: ma il decreto Ronchi le stravolgerebbe facendo entrare i privati con una quota non inferiore al 40%. Gli interessi in gioco, il 12 e 13 giugno sono dunque altissimi: sul piatto ci sono le 41 gestioni dirette - tra cui quella veronese - e i 64 miliardi di euro necessari per ristrutturare la rete idrica nazionale. Un piatto molto ricco a cui si aggiunge la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti che è inserita nel decreto Ronchi.
Come ci hanno insegnato le tragedie di Chernobyl e Fukushima il nucleare rappresenta la follia di una produzione energetica obsoleta, anti economica, dispregiativa dell’ambiente, della vita e del futuro. Il SI al referednum potrà dunque mettere in discussione l’intera politica energetica che non può essere basata su un modello "dissipatore, termico, centralizzato e militarizzato" come quello nuclearista e proporre un nuovo modello "conservativo, rinnovabile, territorializzato e democratico" come quello fondato sulle rinnovabili.
Ad unire le ragioni dei 2 referendum ci sono gli interessi e le politiche delle grandi multinazionali. Si pensi ad esempio che tra i soggetti più interessati a costruire le centrali nucleari in Italia ci sono i francesi di EDF, Electricitè de France, il cui Presidente è Henri Proglio. E chi fa la parte del leone nella privatizzazione degli acquedotti italiani sono i francesi di Veolia, il cui Amministratore delegato è Henri Proglio.
Chi ha voluto questi referendum ha già vinto su alcuni punti sostanziali. Il primo dei quali è quello di aver permesso, dopo anni di sequestro della democrazia reale a tutti i livelli, di affermare un nuovo principio : su ciò che a tutti appartiene, tutte e tutti devono poter decidere direttamente. Ora è necessario vincere nelle urne.
Si vota per la la ripubblicizzazione dell’acqua, per la difesa dei beni comuni e della democrazia. Proprio per questo vorremmo fosse chiara una cosa: quel voto non sarà solo un sondaggio d’opinione, o l’espressione di un generico bisogno che il mondo politico istituzionale dovrà interpretare e portare a sintesi. Dentro la mobilitazione sociale di questi anni e di questi giorni c’è molto di più : c’è l’avvio della riappropriazione sociale dell’acqua e dei beni comuni, c’è l’avvio della costruzione di una nuova democrazia partecipativa, c’è il primo vero stop popolare all’ideologia liberista e del mercato. C’è il futuro, cui nessuno potrà sottrarsi.
Per questo, al contrario del sindaco Tosi e di Bossi che si sciacquano la bocca con la retorica della difesa del territorio e degli interessi dei cittadini, il 12 e il 13 Sinistra Critica invita a votare e a far votare Si perchè di acqua si vive e di nucleare si muore!
Sinistra Critica Veneto - Organizzazione per la Sinistra Anticapitalista
L'appuntamento referendario di domenica 12 e lunedi 13 giugno sarà importante perchè affermando la riappropriazione dei beni comuni - acqua ed energia - si potranno bloccare le politiche liberiste che hanno significato profitti per pochi - finanza, banche, grandi gruppi industriali, grandi società multiservizi - e aumento dei costi e diminuzione di sovranità e possibilità di controllo per tutti.
I privati sono nei servizi idrici da circa 10 anni. In questo periodo il costo del servizio è aumentato vertiginosamente, del 65%: 182 euro l'anno su base nazionale con punte di 400 euro in alcune regioni come la Toscana e l'Umbria, da sempre amministrate dal centrosinistra, che per prime hanno scelto la strade delle gestioni miste in cui sono entrate le grandi multinazionali francesi o dove le le ex municipalizzate sono diventate colossi economici quotate in borsa. Per questo a spingere per le "liberalizzazioni" è soprattutto Confindustria e il potere bancario e finanziario. L'acqua, che è un bene comune e va gestita fuori da logiche di profitto, per questi soggetti è un affare sicuro. Il Veneto - a parte Padova - è fuori da questo sistema e ha scelto gestioni dirette, come quelle veronesi Acqueveronesi e Ags: ma il decreto Ronchi le stravolgerebbe facendo entrare i privati con una quota non inferiore al 40%. Gli interessi in gioco, il 12 e 13 giugno sono dunque altissimi: sul piatto ci sono le 41 gestioni dirette - tra cui quella veronese - e i 64 miliardi di euro necessari per ristrutturare la rete idrica nazionale. Un piatto molto ricco a cui si aggiunge la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti che è inserita nel decreto Ronchi.
Come ci hanno insegnato le tragedie di Chernobyl e Fukushima il nucleare rappresenta la follia di una produzione energetica obsoleta, anti economica, dispregiativa dell’ambiente, della vita e del futuro. Il SI al referednum potrà dunque mettere in discussione l’intera politica energetica che non può essere basata su un modello "dissipatore, termico, centralizzato e militarizzato" come quello nuclearista e proporre un nuovo modello "conservativo, rinnovabile, territorializzato e democratico" come quello fondato sulle rinnovabili.
Ad unire le ragioni dei 2 referendum ci sono gli interessi e le politiche delle grandi multinazionali. Si pensi ad esempio che tra i soggetti più interessati a costruire le centrali nucleari in Italia ci sono i francesi di EDF, Electricitè de France, il cui Presidente è Henri Proglio. E chi fa la parte del leone nella privatizzazione degli acquedotti italiani sono i francesi di Veolia, il cui Amministratore delegato è Henri Proglio.
Chi ha voluto questi referendum ha già vinto su alcuni punti sostanziali. Il primo dei quali è quello di aver permesso, dopo anni di sequestro della democrazia reale a tutti i livelli, di affermare un nuovo principio : su ciò che a tutti appartiene, tutte e tutti devono poter decidere direttamente. Ora è necessario vincere nelle urne.
Si vota per la la ripubblicizzazione dell’acqua, per la difesa dei beni comuni e della democrazia. Proprio per questo vorremmo fosse chiara una cosa: quel voto non sarà solo un sondaggio d’opinione, o l’espressione di un generico bisogno che il mondo politico istituzionale dovrà interpretare e portare a sintesi. Dentro la mobilitazione sociale di questi anni e di questi giorni c’è molto di più : c’è l’avvio della riappropriazione sociale dell’acqua e dei beni comuni, c’è l’avvio della costruzione di una nuova democrazia partecipativa, c’è il primo vero stop popolare all’ideologia liberista e del mercato. C’è il futuro, cui nessuno potrà sottrarsi.
Per questo, al contrario del sindaco Tosi e di Bossi che si sciacquano la bocca con la retorica della difesa del territorio e degli interessi dei cittadini, il 12 e il 13 Sinistra Critica invita a votare e a far votare Si perchè di acqua si vive e di nucleare si muore!
Sinistra Critica Veneto - Organizzazione per la Sinistra Anticapitalista