23 novembre 2011

Assoluzione per De Gennaro: "Sentenza politica"


Annullata senza rinvio, dalla Cassazione, la condanna all'ex capo della polizia Gianni De Gennaro e all'ex capo della Digos di Genova Spartaco Mortola con riferimento all'accusa di aver istigato alla falsa testimonianza l'ex questore del capoluogo ligure Francesco Colucci. Si è concluso cosí, con una smentita delle conclusioni di colpevolezza cui erano arrivati i magistrati della Corte di Appello di Genova dopo il verdetto assolutorio emesso dal gip in primo grado, il primo filone processuale approdato al vaglio della Suprema Corte e nato dalle inchieste successive alle violenze del G8 del 2001.
De Gennaro, dopo l'assoluzione, "è molto sollevato e soddisfatto: ci teneva molto al riconoscimento della correttezza del suo operato", ha detto il professor Franco Coppi che ha difeso anche in Cassazione l'attuale capo del Dipartimento delle informazioni per la sicurezza. "Le cose sono state rimesse a posto in modo molto perentorio ed è stata cancellata l'amarezza della sentenza di appello", ha aggiunto il legale.
La decisione è stata emessa dalla Sesta sezione penale - con la formula ampiamente liberatoria "perchè i fatti non sussistono" - ed è stata aderente alla richiesta del sostituto procuratore generale della Cassazione Francesco Mauro Iacoviello che aveva chiesto di annullare senza rinvio la sentenza di secondo grado emessa il 17 giugno del 2010. Probabilmente i supremi giudici - ma questo lo si saprà con certezza entro un mese, quando saranno depositate le motivazioni estese dal consigliere Giacomo Paoloni - hanno ritenuto che i fatti addebitati a De Gennaro e Mortola non "avessero portata offensiva", ovvero non abbiano avuto alcuna incidenza sul corretto svolgimento del processo per le violenze alla Diaz.
Sia il Pg - che ha ricordato come a suo avviso al G8 siano stati ben altri gli avvenimenti di rilievo come i pestaqgi e la morte di Carlo Giuliani - sia le arringhe dei difensori, avevano battuto il tasto sulla non rilevanza delle diverse versioni inerenti, in definitiva, la catena di comando responsabile dell'irruzione delle forze dell'ordine alla Diaz. Coppi ha spiegato che "De Gennaro non ha assolutamente preso le distanze da quanto accaduto dal momento che ha autorizzato, per questa vicenda, l'intervento di un battaglione dei carabinieri: figuriamoci se voleva fare pressioni su Colucci per chiamarsi fuori!". Il legale ha poi aggiunto che l'addetto alle relazioni esterne Sgalla, "arriva alla Diaz quando tutto si era ormai consumato e c'erano le ambulanze e i feriti: arriva lí dopo aver cenato e sono circa le 23.30 di sera, con tutto comodo. Non è immaginabile che sia stato allertato da De Gennaro per poi arrivare quando tutto era concluso". Comunque, per Coppi, come già aveva indicato il Pg, "‚ irrilevante chi abbia preso la decisione di mandare Sgalla alla Diaz, anche se sembra piú credibile che sia stato Colucci a prendere quell'iniziativa".
Di diverso parere sono stati gli avvocati delle parti civili che si sono battuti per la conferma delle condanna. "Il problema della falsa testimonianza non è irrilevante - ha detto l'avvocato Francesco Romeo, legale di uno dei giovani pestati alla Diaz dagli agenti - perchè incide sul processo per le violenze alla Diaz. E ci sono le prove dirette sia a carico di De Gennaro che di Mortola: intercettazioni, interrogatori, la lettera dello stesso De Gennaro e la testimonianza del questore Andreassi". Anche l'Associazione dei giuristi democratici, rappresentata dall'avvocato Rebotti, aveva chiesto la convalida del verdetto di appello.(ANSA).

G8, Malabarba (Sinistra Critica): PER DE GENNARO SENTENZA POLITICA
"L'assoluzione di Gianni De Gennaro dal reato di istigazione alla falsa testimonianza nel processo per la 'macelleria messicana' alla scuola Diaz è una sentenza politica, che nega paradossalmente l'esistenza della catena di comando che ha deciso la repressione durante il G8 di Genova e i chiari tentativi di depistaggio accertati dalla magistratura genovese in appello".
Lo dichiara Gigi Malabarba di Sinistra Critica, testimone al processo e senatore membro del Copaco all'epoca dei fatti. "Le intercettazioni di De Gennaro e Mortola hanno messo in luce responsabilità inequivocabili che solo una precisa volontà politica di togliere dai guai l'ex capo della polizia e attuale direttore del Dis ha potuto vanificare. L'attuale situazione politico-sociale del paese esige la cancellazione di qualsiasi ombra sull'operato di chi dirige tutti gli apparati di sicurezza e una condanna del più alto in grado avrebbe sicuramente provocato un terremoto incontrollabile" prosegue Malabarba. "Ora per De Gennaro si spianano le possibilità persino per nuovi incarichi, con sostegno bipartisan, a livello istituzionale e, perchè no?, anche per 'rimettere ordine' nella tangentata Finmeccanica, suo antico sogno. Staremo a vedere. Ma tutto ciò è un messaggio inquietante non solo perchè allontana la verità sul G8, ma per la stessa democrazia" conclude Malabarba.