A Genova e in Liguria, ormai ad ogni autunno, siamo di fronte ad alluvioni con tragiche conseguenze. A Genova, ancora lo scorso anno, con lo straripamento del Chiaravagna a Sestri Ponente, e oggi con l’esondazione del Bisagno e del Fereggiano, con un bilancio di ben 6 vittime. E solo pochi giorni fa la tragedia delle Cinque Terre, a Monterosso e Vernazza, con altri morti e interi paesi devastati.
Il profitto e la cementificazione del territorio sono le cause prime di questi colpevoli disastri. Interi quartieri genovesi, come ad esempio Quezzi, sono stati costruiti a stretto contatto dei torrenti e dei rivi, se non addirittura nel loro alveo. Si sono coperti interi tratti di torrenti e corsi d’acqua, ristretti gli alvei naturali. E’ quindi una ovvia conseguenza che, in presenza di piogge più forti, le acque si riprendano i loro spazi. Paradossalmente e senza alcuna vergogna, il presidente del Consiglio Berlusconi afferma che “si è costruito laddove non si doveva costruire”, come se i suoi governi non avessero varato due condoni edilizi nel 2003 e nel 2009, e ancora pochi giorni fa non si pensasse di riproporne un terzo all’interno dei provvedimenti economici e finanziari che il governo vuol mettere in atto.
Ma l’insieme delle compagini governative che si sono succedute in questi ultimi decenni, di destra come di centrosinistra, hanno pesanti responsabilità nel non aver progettato e finanziato ciò che occorrerebbe veramente: un grande progetto nazionale di messa in sicurezza e di manutenzione del territorio. Destra e centrosinistra, invece, sostengono in maniera bipartisan progetti e finanziamenti per “grandi opere” di ulteriori cementificazioni e sconvolgimenti ambientali, come la TAV, o come il Terzo valico o la Gronda autostradale per l’area genovese. A tutto ciò si sommano poi le scelte delle amministrazioni locali, anch’esse peraltro tutte sostenitrici di queste “grandi opere”.
Lo vogliamo dire utilizzando le parole usate dal geologo del CNR Mario Tozzi, conosciuto conduttore del programma televisivo “La gaia scienza”: “La Regione Liguria nel suo piano casa – il peggiore tra tutti – ha previsto di portare la distanza minima dagli alvei da dieci a tre metri. E’ una roba da criminali. Non si può far finta di nulla. E poi quando succede la disgrazia ti lamenti e vuoi la calamità naturale ... Ma lì non dovresti aggiungere nemmeno una pietra in più. Come al solito, si danno concessioni edilizie per fare cassa ... Siamo un paese medievale che brucia territorio inutilmente. Duecentomila ettari all’anno, mentre in Inghilterra solo diecimila. Questo è il vero spread.” E Tozzi si riferisce al piano casa varato dal Consiglio regionale della Liguria non chissà quanto tempo fa, ma nello scorso febbraio. Così come per il nuovo PUC (Piano Urbanistico Comunale), in corso di approvazione in questi giorni nel Consiglio comunale a Genova, con cui la destinazione d’uso di amplissime aree sarà lasciata alla “contrattazione” con i privati.
Ma alle critiche formulate da Legambiente, secondo cui “con questo Piano l’amministrazione persevera, in modo anche peggiore, con il sistema dell’urbanistica contrattata portata avanti dalla giunta Pericu-Gabrielli, con un’ulteriore cementificazione della città”, la sindaco Vincenzi ha risposto che “la vostra è un’idea di pianificazione che aveva la sinistra negli anni ‘80, noi abbiamo cercato di evolverci”. Ecco, la responsabilità politica della Giunta comunale, a nostro avviso, non si esaurisce certo nella polemica se era giusto o meno chiudere le scuole, né se a livello di strutture tecniche di prevenzione siano state date tempestivamente o meno previsioni e disposizioni preventive, ma stanno soprattutto nelle scelte strategiche di fondo che prediligono “grandi opere” e infrastrutture, piuttosto che cura del territorio, e che vengono appunto da tempi lontani e da sempre nuovi appetiti di grandi costruttori. E intanto, a Sestri Ponente, il palazzo costruito sul torrente Chiaravagna è sempre lì ...
Genova, 6 novembre 2011
Sinistra Critica – organizzazione per la sinistra anticapitalista Coordinamento provinciale – Genova
Il profitto e la cementificazione del territorio sono le cause prime di questi colpevoli disastri. Interi quartieri genovesi, come ad esempio Quezzi, sono stati costruiti a stretto contatto dei torrenti e dei rivi, se non addirittura nel loro alveo. Si sono coperti interi tratti di torrenti e corsi d’acqua, ristretti gli alvei naturali. E’ quindi una ovvia conseguenza che, in presenza di piogge più forti, le acque si riprendano i loro spazi. Paradossalmente e senza alcuna vergogna, il presidente del Consiglio Berlusconi afferma che “si è costruito laddove non si doveva costruire”, come se i suoi governi non avessero varato due condoni edilizi nel 2003 e nel 2009, e ancora pochi giorni fa non si pensasse di riproporne un terzo all’interno dei provvedimenti economici e finanziari che il governo vuol mettere in atto.
Ma l’insieme delle compagini governative che si sono succedute in questi ultimi decenni, di destra come di centrosinistra, hanno pesanti responsabilità nel non aver progettato e finanziato ciò che occorrerebbe veramente: un grande progetto nazionale di messa in sicurezza e di manutenzione del territorio. Destra e centrosinistra, invece, sostengono in maniera bipartisan progetti e finanziamenti per “grandi opere” di ulteriori cementificazioni e sconvolgimenti ambientali, come la TAV, o come il Terzo valico o la Gronda autostradale per l’area genovese. A tutto ciò si sommano poi le scelte delle amministrazioni locali, anch’esse peraltro tutte sostenitrici di queste “grandi opere”.
Lo vogliamo dire utilizzando le parole usate dal geologo del CNR Mario Tozzi, conosciuto conduttore del programma televisivo “La gaia scienza”: “La Regione Liguria nel suo piano casa – il peggiore tra tutti – ha previsto di portare la distanza minima dagli alvei da dieci a tre metri. E’ una roba da criminali. Non si può far finta di nulla. E poi quando succede la disgrazia ti lamenti e vuoi la calamità naturale ... Ma lì non dovresti aggiungere nemmeno una pietra in più. Come al solito, si danno concessioni edilizie per fare cassa ... Siamo un paese medievale che brucia territorio inutilmente. Duecentomila ettari all’anno, mentre in Inghilterra solo diecimila. Questo è il vero spread.” E Tozzi si riferisce al piano casa varato dal Consiglio regionale della Liguria non chissà quanto tempo fa, ma nello scorso febbraio. Così come per il nuovo PUC (Piano Urbanistico Comunale), in corso di approvazione in questi giorni nel Consiglio comunale a Genova, con cui la destinazione d’uso di amplissime aree sarà lasciata alla “contrattazione” con i privati.
Ma alle critiche formulate da Legambiente, secondo cui “con questo Piano l’amministrazione persevera, in modo anche peggiore, con il sistema dell’urbanistica contrattata portata avanti dalla giunta Pericu-Gabrielli, con un’ulteriore cementificazione della città”, la sindaco Vincenzi ha risposto che “la vostra è un’idea di pianificazione che aveva la sinistra negli anni ‘80, noi abbiamo cercato di evolverci”. Ecco, la responsabilità politica della Giunta comunale, a nostro avviso, non si esaurisce certo nella polemica se era giusto o meno chiudere le scuole, né se a livello di strutture tecniche di prevenzione siano state date tempestivamente o meno previsioni e disposizioni preventive, ma stanno soprattutto nelle scelte strategiche di fondo che prediligono “grandi opere” e infrastrutture, piuttosto che cura del territorio, e che vengono appunto da tempi lontani e da sempre nuovi appetiti di grandi costruttori. E intanto, a Sestri Ponente, il palazzo costruito sul torrente Chiaravagna è sempre lì ...
Genova, 6 novembre 2011
Sinistra Critica – organizzazione per la sinistra anticapitalista Coordinamento provinciale – Genova