05 aprile 2012

Il risultato delle manfrine parlamentari:l’articolo 18 viene modificato, lavoratori e lavoratrici con meno diritti di prima!

Dopo frenetiche consultazioni notturne e con le grida di vittoria del Pd,il nuovo disegno di legge definito di “riforma del mercato del lavoro”,presentato dalla ministra Fornero con la benedizione di Monti appare subito per quel che è: conferma della manomissione dell’articolo 18,demolizione del sistema degli ammortizzatori sociali,con pochissime risorse messe a disposizione per la “grande riforma”,peggioramento della cosiddetta “flessibilità in entrata”,cioè del “contratto di apprendistato” con il mantenimento di tutte le tipologie contrattuali atipiche presistenti ,strumenti di gestione della dilagante precarietà.
La parzialissima modifica del testo originario del governo sull’art.18,non ne cambia la sostanza:in presenza della “manifesta insussistenza” del licenziamento economico ,il giudice “può” decidere il reintegro sul posto di lavoro. Altrimenti scatta l’indennizzo che ,a differenza della prima ipotesi, scende in una forchetta tra 12 e 24 mensilità.
Non si tratta quindi del decantato “modello tedesco” e rimane la gravissima lesione dei diritti dei lavoratori,raggiungendo l’obiettivo di questa ardita “riforma”:rendere tutti più ricattabili e sfondare “simbolicamente” il muro delle residue garanzie collettive esistenti per il movimento dei lavoratori sul terreno dei licenziamenti.
La Cgil ,dopo un lungo silenzio,da il via libera alle modifiche del governo,convocando “iniziative” con Cisl e Uil e cancellando di fatto il pacchetto di ore di sciopero già proclamate.
Ogni indugio va rotto da quanti non vogliono farsi prendere per il naso e non rinunciano alla battaglia per difendere diritti e forza collettiva del movimento dei lavoratori. Bisogna seguire l’esempio dei lavoratori della Piaggio di Pontedera e di altre aziende pisane e livornesi che hanno scioperato oggi contro la “riforma del mercato del lavoro”.La Fiom,i sindacati base e conflittuali,le strutture di lavoratori autoconvocati,i movimenti sociali contro il debito e l’austerità che si sono ritrovati il 31 marzo a manifestare a Milano devono mobilitarsi subito contro questo inganno vergognoso,riprendendo l’iniziativa nelle proprie mani.
Occorre intraprendere la strada della preparazione dello sciopero generale. Occorre combinare la costruzione di un momento di lotta davvero generale capace di fermare il Paese e far pesare la forza dell’insieme del movimento dei lavoratori e delle lavoratrici con il percorso delle mobilitazioni animate dai movimenti sociali europei contro il debito e le politiche di austerità. Per un vero Primo maggio di lotta in tutte le città europee e per una presenza massiccia a Francoforte dal 18 al 20 maggio, in occasione dell’iniziativa di blocco della cittadella finanziaria del capitalismo europeo.

I lavoratori e le lavoratrici di Sinistra Critica