Carissime e carissimi,
siamo qui oggi perché anche noi convinte/i che c’è un urgente bisogno di cambiare, e che “cambiare si può”.
Questa convinzione ce la danno ogni giorno i movimenti sociali e
politici che non solo resistono alle politiche liberiste del governo
Monti (come di quelli precedenti), ma lo fanno sulla base di una
proposta forte di alternativa politica e sociale: il movimento NoTav –
che da anni resiste di fronte ad uno scempio del territorio per
affermare un’altra idea del bene comune e della democrazia; il movimento
degli studenti e degli insegnanti, che difendono non la scuola
esistente, ma la possibilità di una scuola davvero pubblica e che sia
luogo di formazione e crescita culturale; le/i giovani che si battono
per conquistare un futuro degno; le lavoratrici dell’ospedale S.Raffaele
di Milano, che difendono il loro posto di lavoro difendendo il ruolo
fondamentale della sanità pubblica; le centinaia di vertenze di
lavoratrici e lavoratori in difesa del posto di lavoro; le esperienze di
comitati contro il debito e per l’audit cittadino; le/i precarie/i che
affermano il loro bisogno di reddito e diritti e tanti altri movimenti e
iniziative; gli operai e i cittadini di Taranto che non vogliono
scegliere tra lavoro, diritti e salute, perché salute e lavoro devono
essere un diritto per tutte e tutti.
Lotte sociali ed esperienze importanti che si sono però espressi in
forma ancora troppo frammentaria ed inefficace; per questo la
preoccupazione maggiore che abbiamo oggi di fronte non è solamente la
possibilità di un ennesimo governo neoliberista – a guida del
centrodestra o del centrosinistra – quanto la difficoltà a ricostruire
un’opposizione politica e sociale a queste politiche. Un’opposizione che
deve evidentemente collocarsi in una posizione alternativa al
centrosinistra, senza alcuna possibilità di accordi prima o dopo le
elezioni con quest’ultimo.
Crediamo sia necessario e possibile un progetto elettorale
alternativo che sappia collegarsi e saper parlare a quelle mobilitazioni
e al potenziale di radicalizzazione sociale, con un programma
all’altezza della sfida delle politiche di austerità e dei ricatti della
Troika e della Bce e del governo Monti che parta dai bisogni sociali
dei soggetti prima citati.
Una coalizione che abbia chiari riferimenti programmatici,
antiliberisti e di rilancio di un’economia sociale e che risponda ai
bisogni dei più deboli.
Condividiamo le proposte sottolineate da Livio Pepino nella sua
introduzione. Aggiungeremmo da parte nostra il rifiuto del pagamento del
debito – perché sul ricatto del debito sono fondate le politiche di
austerità; una decisa caratterizzazione di genere, non solo per la
difesa delle condizioni di vita e dei diritti delle donne, ma che apra
definitivamente alla loro partecipazione al processo decisionale; una
politica di garanzia dei diritti delle persone Lgbt e per un
allargamento dei diritti civili e sociali; la cancellazione delle leggi
che producono razzismo e clandestinità e per la libertà di movimento e
soggiorno per le donne e gli uomini migranti, la difesa dei diritti di
lavoratrici e lavoratori – che devono riconquistare garanzie, poteri di
rappresentanza, salari dignitosi; per il reddito e una nuova stagione di
diritti che metta fine alle leggi “precarizzanti” come il pacchetto
Treu, la legge 30, la riforma Fornero; contro il patto per la
“produttività”.
È sulla base di questi contenuti che possiamo scrivere un programma
condiviso. E su quel programma costruire una proposta elettorale
alternativa con alcune caratteristiche chiare:
* fuori a alternativa dal centrosinistra, prima e dopo le elezioni –
non solo per i suoi programmi attuali ma per quello che ha fatto e fa
tutti i giorni (per fare solo un esempio, chi oggi come Nichi Vendola
chiede la cancellazione del progetto degli aerei F35, sembra
dimenticarsi, un po’ ipocritamente, che quel progetto fu firmato da
Forceri, sottosegretario del governo Prodi che lui stesso appoggiava);
* un progetto che vada oltre le esperienze del passato e non ne
ricalchi gli errori; una proposta fuori e contro qualsiasi coalizione
con il PD – evitando le contraddizioni di un sostegno al centrosinistra
in regioni chiave come la Lombardia e il Lazio; una proposta nuova,
interessante e utile, non finalizzata a riprodurre apparati, non
meramente autorappresentativa, plurale, appetibile soprattutto per
giovani generazioni e per i movimenti e per lavoratrici e lavoratori dal
futuro sempre più incerto; una proposta che “ribalti” completamente gli
attuali assetti della sinistra, le sue vecchie simbologie, i suoi ceti
politici che si auto-riproducono, che punti quindi a far emergere un
“nuovo” che non sia semplice ideologia nuovista ma valorizzi le
esperienze di lotta e movimento, senza per questo cadere in opzioni già
viste di “autopromozione” di nuovi ceti politici.
Evitando anche di innamorarsi di nuove iconografie, come quella
«arancione», che vista da Milano è solamente un «centrosinistra dal
volto umano».
Facciamo quindi tutti un passo indietro per far entrare in campo nuove forze sociali e di movimento.
Questa proposta deve essere quindi capace di dare vita ad una
dinamica partecipata, con assemblee locali aperte e democratiche, nelle
quali si possano scegliere in maniera trasparente e condivisa programmi,
candidature, forme della campagna elettorale.
Come? Siamo d’accordo con la proposta di comitati promotori locali
che già da domani siano il riferimento di questo progetto e siano capaci
di coinvolgere sul territorio le realtà sociali più interessanti, le
esperienze di lotta, i comitati di difesa del territorio e, soprattutto,
una giovane generazione che non sia ancora stata toccata dalle
esperienze (spesso fallimentari) di passate elezioni.
In quei comitati si dovranno trovare regole certe e condivise per la
scelta dei programmi,delle candidature, dei contenuti e delle modalità
della campagna elettorale.
Una proposta finale sulla necessità di valorizzare il ruolo delle
compagne e delle donne: loro stesse che partecipano a questo progetto
decidano – nel caso sia necessaria per la legge elettorale
un’indicazione per il/la “premier” – la donna che possa rappresentare
questa candidatura. E diventi riferimento per tutte e tutti.